La partita di ieri è stata una partita che ha deluso le aspettative di milioni di tifosi. Il derby d'Italia non si dimostrata la partita che milioni di tifosi si aspettavano e cioè due squadre che se le sarebbero date di santa ragione calcisticamente parlando.
Uno scontro al vertice fra la prima e la terza in classifica dove ognuna doveva dimostrare all'altra la supremazia sull'altra. La Juve doveva dimostrare che si trova terza in classifica solo per alcuni imprevisti trovati sulla sua strada come il pareggio con l'Atalanta e la sconfitta con la Lazio e che il primo posto in classifica è il posto che abitualmente occupa.
L'Inter aveva l'occasione per togliere queste certezze alla Juve (ma anche a chi insegue) e che era arrivato il momento della successione  al trono e che doveva abdicare.

Il calcio in Italia è esasperatamente tattico e studiato soprattutto nel non prenderle e nello studiare il rivale nelle sue mosse e nell'attuare le contromosse. Ne nasce una partita che non rispecchia le aspettative e le attese della vigilia.

Forse questo determina le prestazioni alquanto deludenti di chi la settimana precedente era indicato come il migliore in campo come Perisic, Candreva, Santon, questo, secondo me, conferma che caricare di troppe tensioni con il risultato di snaturare il vero talento del giocatore, ma si sa, in Italia conta il risultato e non lo spettacolo. Perché perdere 4 a 3 e giocare a viso aperto ti dà lo stesso la convinzione, e forse più, che sei sul pezzo e che hai i mezzi per proseguire sul tuo cammino.

Se vogliamo analizzare il risultato, l'Inter dimostra di essere entrata nella convinzione di giocare concentrata nel sacrificio di gruppo e di portare via il risultato per la classifica, d'altronde se si analizza il pareggio ottenuto, per l'Inter è un punto guadagnato anche perché non sarà facile per nessuno uscire indenni dallo Stadium. 

Se in casa riesci a vincere gli scontri diretti questo risultato, come quello di Napoli e Roma, è tutto oro che cola e che si apprezzerà alla fine quando si leggerà la classifica finale, adesso si aspetta la Lazio e questo ragionamento si potrà ancora meglio analizzare, non tralasciando che con le squadre cosiddette piccole non regali niente, d'altronde se vuoi vincere lo scudetto non puoi lasciare punti per strada.
Essere ancora l'unica squadra imbattuta può sicuramente dare maggiori convinzioni sulla propria forza e che trasmette, agli altri, il messaggio forte e chiaro che non sarà facile buttarla dalla torre con uno spintone.

L'Inter era salpata da una spiaggia sperduta come una barca che non si sapeva quando sarebbe stata capace di sopportare le prime onde che sarebbero sempre più diventate alte e difficili da superare.
Un bravo comandante ha saputo dare precisi ordini all'equipaggio facendo sembrare quella barca una corazzata che non avrebbe avuto paura di affrontare il mare aperto e le onde sempre più alte.
Quello che, adesso, il comandante chiede al suo equipaggio è che non bisogna cercare un porto sicuro dove poter riposare e cambiare la barca con una più grossa e non chiede nemmeno di far salire altri marinai perché ha già avuto prova che quelli che ha a bordo sono capaci di governare la barca e portare a destinazione il carico fino alla destinazione che avevano in programma, arrivare primi al porto!