Furono i modi affabili, umani, inappuntabili ad indurre tutto il suo mondo contemporaneo a volergli assegnare l'appellativo di "Barone" anche per il fatto di aver sposato una nobildonna piemontese: Niels Erik Liedholm nato a Valdemarsvik, Svezia l'8.1.1922 e deceduto il 5.11.2007 a Cuccaro Monferrato, celebre calciatore della nazionale svedese con la quale vinse la medaglia d'oro alle Olimpiadi del 1948 e giunse secondo ai Campionati Mondiali del 1958 alle spalle del Brasile, nella sua Nazionale totalizzò 23 presenze realizzando 12 gol. Alla fine degli anni '40 venne acquistato dal Milan dove, affiancato a due suoi connazionali, diede vita al celebre trio calcistico Gre-No-Li (Gren Gunnar, Nordahl e Liedholm ). Con la maglia rossonera indossata fino al 1961, aveva 39 anni quando smise di fare il calciatore per iniziare la carriera di allenatore, totalizzò 394 presenze ed 89 gol. Dietro all'olandese Clarence Seedorf risulta ad oggi il secondo straniero con maggiori presenze nella storia del club. 
Liedholm, capitano del Milan, vinse in quegli 11 anni 4 scudetti e 2 Coppe Latine. La sua brillante carriera di allenatore ha visto annoverare squadre sia di serie A che di serie B. Spicca ovviamente il Milan, con il famoso scudetto della stella nel 1979, il Verona con cui ottenne la promozione in serie A, il Monza, il Varese altra promozione in serie A, la Fiorentina ( con cui perse due finali, una Coppa Mitropa ed una Coppa Anglo-Italiana ) e la Roma che portò alla vittoria dello scudetto nel 1983. E sempre con la squadra giallorossa arrivò in finale di Champions contro il Liverpool dove venne battuta ai calci di rigore, e alla conquista di tre Coppa Italia nell'80, '81 e '84. In Italia fu tra i primi allenatori ad adottare la tecnica calcistica consistente nel predisporre la disposizione difensiva a zona anzichè a uomo, sui modelli delle nazionali olandese e brasiliana. La sua ultima stagione da allenatore fu nel '96/'97 quando sostituì l'esonerato Carlos Bianchi nella Roma e così ebbe modo di festeggiare le 1000 presenze in serie A. Venne talmente apprezzato come calciatore, allenatore ma soprattutto come uomo, che le Poste Italiane gli dedicarono nel 2006, in quell'anno era 84nne, l'emissione di un francobollo raffigurante una sua acrobazia con lo sfondo del mitico album Panini.

Ieri sera ero rimasto solo in salotto, mia moglie con mia figlia erano concentrate a seguire la puntata di una fiction in un'altra stanza. Mi ero messo di fronte alla Tv con un piatto di spaghetti alla carbonara fumanti sul tavolino, boccale di birra a fianco e... l'ombra del buon Fantozzi...a governare il tutto! Dopo una diecina di minuti nel vedere l'incessante arrembaggio bianconero culminato con il diagonale a fil di palo di Douglas Costa mi son detto di dover assistere purtroppo ad una fatale goleada... forse fotocopia della nefasta debacle bergamasca. E quando l'arbitro Orsato chiamato al Var per il gomito alzato un po' troppo largo di Conti, indicava il dischetto del rigore.... apriti cielo!!...Ma dopo qualche inestinguibile minuto lanciai un urlo talmente veemente che moglie e figlia si son precipitati a vedere se fosse successo qualcosa...!!  "Nulla...ragazze...nulla!!" (la verità l'avete ben vista... Ronaldo centrava il palo alla destra di Gigio che riusciva con la punta delle dita a scheggiare sul legno ). Nemmeno il tempo di scolarsi il boccale di birra... mentre ancora il mio avambraccio era rimasto proteso in alto con il gesto dell'ombrello... che quella momentanea gioia veniva strozzata dallo scellerato e dissennato gesto compiuto da Rebic in vena di decapitare, con una gamba sollevata all'inverosimile, un vero gesto horror, sul contrastante Danilo, che, giustamente, l'arbitro Orsato sanzionerà con il cartellino rosso. 
Addio!!... Ho subito pensato, ora tre quarti di partita in 10, senza l'unica punta... la Juve ce ne farà 5!!!.... e invece abbiamo visto un buonissimo Milan, una reazione da veri eroi, specie nella ripresa quando in un paio di nitide occasioni, bellissima la combinazione assist di Bonaventura e colpo di testa di Calhanoglu, abbiamo rischiato di raggiungere la finale all'Olimpico del 17 p.v.  Ironia della sorte, la nostra miglior partita e per giunta in 10 contro la Juve imbottita di fior di campioni ci ha tolto la penultima speranza di poter raggiungere l'Europa. Un plauso unanime della carta stampata e dei commentatori al nostro Pioli e all'impegno profuso da tutta la squadra, nonostante il brutto, "Cassandrico" discorso tenuto a Milanello solo 36 ore prima dall'A.D. Ivan Gazidis. In cuor mio temevo una reazione opposta, sapendo che molti tra giocatori, staff tecnico e dirigenziale tra un mese e mezzo non ci saranno più. Invece si è verificato il contrario, la purga (soprattutto per il taglio di stipendio) è stata digerita in fretta, la squadra ha risposto eroicamente, non raggiungendo il traguardo, vero, ma dimostrando carattere, spirito di sacrificio ed attaccamento alla maglia, doti che in verità in questi ultimi anni si erano perse, quasi a smentire il Dna radicato nella nostra squadra. Se il Milan dovesse proseguire le restanti 12 partite di campionato con questa verve in corpo, si profilerebbe l'evenienza di conquistare meritatamente un posto per l'Europa e diventerà arduo per Mr. Ivan provare a consegnare tante lettere di licenziamento e sarò veramente incuriosito di vederne il suo epilogo ( che parrebbe già scritto, se pur in caratteri gotici). Forse il Milan scappa di mano proprio nel momento in cui, forse a causa del virus, si era ritrovato. 

In un'intervista rilasciata una ventina di anni fa al giornalista Filippo Grassia Niels Liedholm disse: "Se c'è un numero magico nel calcio questi è il '10', da un lato identifica i campioni come Pelè e Maradona, Rivera, Del Piero, Baggio, Platini e Totti, dall'altro etichetta quelle squadre che si ritrovano a giocare con un uomo in meno". Liedholm ci aveva creato un paradosso: "In 10 si gioca meglio". La sua spiegazione in merito era la seguente: "Si può restare in inferiorità numerica e addirittura vincere ugualmente, perché chi è in vantaggio di un uomo tende a rilassarsi, perde concentrazione e non rispetta abbastanza l'avversario, che invece si esalta per supplire alla mancanza di una pedina".
E ieri sera io, tutti i tifosi Rossoneri...ed il buon Fantozzi... abbiamo assistito alla messa in pratica della validissima teoria di un vero maestro di calcio qual era Niels Liedholm.  
Caro Pioli, ora la formula c'è... e collaudata contro la Juventus... non resta che applicarla nelle prossime 12 gare... ovviamente bisogna fare almeno 1 gol più degli altri!!!
"La va no a cur, la và rivagh in temp!" Dice un proverbio pavese, tradotto: "Non serve correre, basta arrivare in tempo!" 

Un abbraccio.
Massimo 48