L'eredità di Stefano Pioli si sta rivelando ben più cospicua di quanto Gazidis e Rangnick potessero mai sperare, tanto che qualche quotidiano buontempone scrive di una proprietà che sta vacillando in merito alla scelta del plenipotenziario tedesco. Non vi è alcun ripensamento, inutile sottolinearlo; è solo il consueto rigagnolo d'inchiostro gettato al vento per collezionare qualche decina di letture in più.
Una preparazione atletica esemplare durante il lockdown, gioco a tratti finalmente verticale e spettacolare, tanti gol da parte di più giocatori, uno spogliatoio unito, ma, soprattutto e dopo due lustri, la consapevolezza di potersela giocare davvero con chiunque: questo è il piccolo tesoro con cui Ralph deve assolutamente iniziare la sua avventura, o meglio, una parte considerevole di essa.

L'altro prezioso lascito che ci consegna Pioli è una gestione a dir poco impeccabile di Ibra che lo stima a sua volta: e chiunque sa quanto difficile sia entrare nel cuore d'acciaio dello svedese. Questo sembra un aspetto che il nuovo corso non sta considerando: presentarsi e dichiarare alla stampa il prolungamento di un anno dei servigi della Belva di Malmö, perché si è compreso che il suo carisma in campo e fuori è essenziale per partire a nastro nel nuovo campionato, segnerebbe il primo, auspicabile segnale d'intelligenza: trattasi di speranza che, allo stato dell'arte e con mio enorme rammarico, non sembra trovare riscontro nella realtà. Ibra costerebbe 10 milioni lordi: un centravanti che lo scimmiotta almeno 50; fate vobis!
Non riesco proprio a seguire le conferenze stampa del buon Padre Ralph (Pioli, non Rangnick!), mi addormento come Polifemo dopo aver fatto strage dei compagni di Ulisse; non riesco non perché Stefano dica cose stupide, anzi.
Questo per sottolineare che, oltre a proseguire con un gioco veloce e verticale, renderlo dalla prima giornata un marchio di fabbrica per non trovarsi dodicesimi a metà ottobre, ciò che deve pretendere il nuovo tecnico tedesco, e lo deve esigere da subito, è una comunicazione chiara e schietta coi tifosi: quali sono gli obiettivi di mercato, di gioco e di piazzamenti. Questo è un tarlo che ci assilla da quindici anni perché nell'ultimo quinquennio della gestione più titolata della Galassia, uno delirava, l'altro scappava da Giannino: va detto a chiare lettere che tutto ciò, questa reiterata presa per i fondelli (alle fughe ed ai deliri sono seguiti interminabili silenzi intervallati da squallide, inutili e sporadiche interviste pre concordate), non è più tollerabile.

Due gesti estremamente semplici, quelli di confermare il vecchio gladiatore e quello di comunicare in modo chiaro da subito, che rivaluterebbero quasi in toto agli occhi del tifo, la oscura ed un po' squallida immagine fin qua offerta dalla proprietà americana.
E non si dica, per favore, che il tifo è solo contro e solo critico: qua ed altrove da dieci anni a questa parte non sono mai mancate propositivita' e tentativi di riavvicinamento. 
Valuteremo ancora una volta, l'ennesima, quanto ascoltate.