Il calcio è ,come tutti gli sport che siano di squadra o individuali, metafora della vita reale dove nessuno ti regala niente a meno che non siano i tuoi genitori. Troppa aria di festa intorno all'inter, troppi sorrisi, addirittura allenamenti blandi in compagnia delle vecchie glorie che dovevano preparare una tournee in giro per il mondo. Addirittura i giornali incominciano a fare i calcoli con il pallottoliere. Ecco il pallottoliere di icardi che spara tre volte addosso al portiere e ai difensori come se questi dovessero sparire per fargli fare tripletta oppure le altre occasioni mancate da eder o candreva o brozovic in un 'incredibile sequela orrori davanti alla porta dove si è addirittura arrivati tre volte all'interno dell'area piccola. Roba da pazzi. Roba da pazza inter dove spalletti non riesce a trovare dalla panchina qualcuno che possa cambiare registro alla squadra e dove anche lui ,forse ossessionato dal pallottoliere ,dimentica che prima bisogna vincere e poi si devono contare i goal. Solo così posso spiegarmi l'inizio con vecino anziché con valero. Un assaltatore e portatore di palla al posto di un giocatore più di fosforo che poteva dare tempi migliori alla manovra e dialogare meglio nelle strettissime maglie della trequarti del Sassuolo oltre che equilibrare meglio una squadra che già dai primi minuti si è allungata scoprendo praterie per il contropiede di politano e berardi e costringendosi, per questo ,a cambiare modulo. Ma dalle sconfitte c'è sempre da imparare e da analizzare. Credo che questa squadra ha fatto comunque un salto di qualità a livello di manovra e di creazione di gioco. Spalletti ha sbagliato in alcune occasioni ma ha dato equilibrio e solidità alla difesa. Ci sono lacune da colmare nella rosa ma soprattutto a livello di ricambi. Suning deve fare uno sforzo e cercare di riconfermare in blocco la rosa aumentando la qualità di ricambi anche per fare una Europa League da protagonisti. questa stagione può rivelarsi un fallimento se si vedono gli obiettivi non raggiunti ma può esser un successo se si vede il bicchiere mezzo pieno e cioè la creazione di un gruppo finalmente competitivo da un punto di vista di un gioco propositivo. Ripartire da zero sarebbe un peccato e l'ennesimo regalo agli avversari.