Mi sveglio stamattina ancora incuriosito dal trambusto creatosi attorno all’affaire Bonucci, con il difensore della Nazionale deciso a lasciare i bianconeri e a dirigersi al Milan, con il placet di Marotta, addirittura disposto a cederlo ad un prezzo ragionevole in un mercato in cui giocatori meno determinanti di Bonucci costano cifre assolutamente stratosferiche.

Leggo i giornali, gli articoli e tutti sembrano stupefatti dalle mosse della Juve, che lascia partire uno dei primi tre centrali al mondo, in direzione di una diretta rivale e per questa ragione piovono già critiche incredibilmente feroci. Si accusa la Juventus di non saper monetizzare con le cessioni, di dare il via libera con troppa facilità ai giocatori scontenti di rimanere. Addirittura si rinfaccia l’AD Marotta e l’organigramma bianconero per non aver rimpiazzato Vidal e Pogba, nonostante, anche senza di loro, la Juve abbia mantenuto gli stessi livelli in campo italiano e fatto qualcosa in più in ambito europeo.

La verità è che si rischia di sparare sulla crocerossa, di creare allarmismi a danno di una tifoseria, ancora scottata da tutti gli strascichi di Cardiff. Ma più di tutto, ciò che è opportuno sottolineare è che dietro la cessione di Bonucci e alle strategie juventine ci sono delle ragioni, che non possono essere valutate e rifiutate aprioristicamente. Con Dani Alves si è preferito dimostrarsi più forti di un giocatore che aveva iniziato a distruggere mediaticamente la Juventus. Con Tevez e con Llorente si è scelta sempre la strada della ragionevolezza, perché alla Juve servono giocatori motivati a rimanere e nelle logiche bianconere pagare ingaggi pesanti a calciatori scontenti non è certo una mossa proficua, né sul piano economico né sul piano sportivo.

Per quanto riguarda Bonucci è certamente difficile capire cosa sta dietro, se ci atteniamo alle parole fin qui dette dalle parti in causa. Ma dobbiamo essere lungimiranti, e più furbi nel capire le trame che stanno dietro questa cessione repentina e a cifre contenute. Non penso di sbagliare se dietro questa trattativa lampo vedo uno strascico di tensioni, mai veramente sopite, tra allenatore e giocatore (e forse tra Bonucci e gli stessi compagni), ma anche la mancanza di offerte estere (anche alla luce della volontà del giocatore di rimanere in Italia) e forse, soprattutto, la decisione della Juventus di fare a meno dello stesso Bonucci per assecondare la volontà del tecnico e del giocatore attirato dai soldi cinesi e da un ultimo (?) contratto importante, fuori dai parametri bianconeri.

Va valutato tutto con ragionevolezza, con la consapevolezza che errori se ne son fatti in questi anni, ma si son prese soprattutto scelte e decisioni vincenti. La Juve rimane e mai nessun giocatore sarà più grande della Juve. Nomi e cifre non sono tutto e la dirigenza bianconera ha tutto il tempo di colmare le lacune di questa rosa, per creare una squadra con più alternative e più qualità. È un’operazione quasi impossibile sulla carta, ma bisogna crederci ed evitare di angustiare ulteriormente i tifosi con parole al veleno verso l’unica società che negli ultimi anni in Italia è riuscita davvero a creare un progetto vincente!