Milan-Inter 0-0 del 1° marzo 2022 si è rivelato un derby bruttarello, fra squadre che non hanno mostrato il loro lato migliore. Nei derby precedenti, l'Inter aveva mostrato per 70' l'ira funesta del pelide Achille, senza peraltro cavare molti ragni dal buco. Nei 20' restanti il Milan era venuto fuori dalle trincee per contrattaccare e aveva rischiato seriamente di vincere il derby di andata, facendo comunque proprio il secondo. In ogni caso, i derby di campionato sono stati delle partite che uno spettatore neutrale vorrebbe sempre vedere, mentre quella di ieri sera, terminata a reti inviolate, è stata degna del clima grigio di fine inverno.

Inzaghi ha cercato di dosare le forze della propria squadra nei 90', mentre Pioli, pur mantenendo la squadra lunga nel complesso (quella è l'identità del Milan), ha raddoppiato alto e medio in pressing, ma anche basso a ridosso della linea difensiva. In questo modo, pur non evitando la terra di nessuno, ha reso abbastanza innocua quella zona nevralgica. Mutatis mutandis, è quello che era accaduto in Milan-Lazio 4-0 di non molti giorni fa.
Il risultato è stato che il Milan ha avuto più chance sotto porta o, cosa da non trascurare, fino al momento dell'assist decisivo. In queste occasioni, però, si è rivelato impreciso, come se i giocatori fossero entrati in campo con il piede destro nella scarpa sinistra e viceversa. Non avendo concretizzato, è come se i rossoneri non avessero creato nulla, perché ciò che conta nel calcio è il gol e, se miri alla porta, ma centri la bandierina, meriti una pedata nel fondoschiena e basta. Tutto il resto è fuffa

L'Inter, dal canto suo, è sembrata lenta anche quando, nel corso della partita, ha cercato di accelerare, risultando prevedibile e lasciando ai rossoneri il tempo di portare un po' di uomini a copertura della difesa.
Le squadre sono le stesse di qualche settimana fa e giocano alla stessa maniera. Non hanno smarrito né il gioco né l'identità. Quando si impara ad andare in bicicletta, non si disimpara mai, in fondo. Il problema è che puoi non riuscire a dare ciò che il gioco e l'identità ti consentirebbero, se non hai la reattività muscolare oppure se perdi fiducia o se il tecnico ti tira indietro. Può accadere che l'avversario abbia  individuato i tuoi punti deboli e sappia come metterli in evidenza. Ma gioco e identità restano.
In tal senso, il Milan è lo stesso che si è fatto onore in tutti i confronti diretti fra le prime sette. Di solito, se la gioca sempre con gli avversari dell'alta classifica italica. L'Inter, a sua volta, gioca sempre allo stesso modo e, quando si distende in avanti, l'altra squadra deve stare molto attenta. Ma ora applica i suoi schemi a ritmi più bassi di qualche tempo fa, cosa che la salva dal rischio di essere punita quando rifiata, ma la rende meno pericolosa avanti.
Se la stagione rossonera dovesse finire meno bene di come si sarebbe potuta concludere, sarà stata colpa delle difficoltà endemiche contro le piccole. A tali difficoltà non può essere estranea la personalità della squadra, ma non può esserlo neanche l'approccio del tecnico a quegli avversari. Non è detto che se sei bravo a leggere Milan-Inter, tu debba esserlo anche a interpretare Milan-Udinese, così come non è detto che, se hai coraggio di affrontare una tigre, non debba ramollirti in presenza della Kryptonite, come accade a Superman.

Parlando dell'Inter, è evidente che Inzaghi ha capito una cosa che avrebbe dovuto comprendere molto prima: è arduo pensare di giocare 90' tutti a spron battuto, come è arduo infrangere la barriera del suono per 70' in tutti i match della stagione. E al di là della scelta di Inzaghi di dosare le forze, da qualche partita a questa parte, manca comunque velocità nei muscoli dei nerazzurri.
L'Inter supererà questa fase di appannamento? Ritroverà la brillantezza? Potrebbe accadere come anche non accadere, ma lo diranno le prossime settimane.
Può azzardare una risposta solo chi ha una specie sindrome da pistolero, quella che ti spinge ossessivamente a lanciare in alto le monete per dimostrare che sai colpirle. Chi scrive ragiona in termini probabilistici e può solo dire che non si può affatto escludere che accada, in quanto non sappiamo come Inzaghi abbia lavorato e stia lavorando atleticamente sui suoi.
Saelemaekers e Krunic sono stati fra i rossoneri più imprecisi, ma il primo è sembrato molto preoccupato per il ruolo di copertura su Brozovic, più forte di lui tecnicamente, mentre il secondo ha un po' somatizzato il primo errore sul rinvio sbagliato di Handanovic. Il portiere sloveno era fuori porta, ma il belga ha concluso fiacco e centrale, consentendo all'estremo difensore nerazzurro di prenderla. Da lì in poi, Saelemaekers è sembrato essersi arenato nella paura di sbagliare.
Pioli ha schierato Krunic sulla mezza sinistra per controllare Brozovic. Al di là dei limiti tecnici evidenti, Krunic è una riserva abbastanza duttile e volenterosa e ha dato un contributo migliore di quello che Diaz aveva dato a Salerno e contro l'Udinese. Lo spagnolo tascabile, entrato nella seconda parte della ripresa, non è riuscito a farsi valere neanche fresco contro avvversari stanchi. E' riuscito solo a impostare un paio di azioni sulla mezza sinistra, senza peraltro fare nulla di eclatante. Ha mancato una triangolazione perché il nervoso Rebic gliel'ha data troppo alta e forte, ma ha fallito l'appuntamento col gol poco dopo, perché non ha seguito l'azione e ha ignorato che Rebic poteva darla solo a lui. I passaggio teso rasoterra del croato era buono, ma Diaz pensava ad altro. In un'altra occasione, con Messias triplicato sulla fascia, è rimasto lontano, nascosto dietro ai defensori nerazzurri, mentre era atteso in soccorso del compagno.

Diaz sì che sembra allo sbando e senza identità. Questo dice che, se qualcuno aveva pensato di fare il colpaccio, risparmiando sul rinnovo Chala e lanciando lo spagnolo, ha preso un abbaglio. Ieri, il turco non ha fatto nulla di roboante, ma è stato sempre in partita. Diaz non lo è più dal match di Coppa Italia contro la Lazio. Chala e il procuratore chiedevano tanto e forse è stato giusto non cedere al ricatto, ma le motivazioni dell'irrigidimento rossonero possono essere state altre, come si intende dal livore eccessivo di Chala nei confronti del Milan. E se così fosse, se non si fosse rinunciato al turco per ragioni economiche, ma per una supervalutazione di Diaz come sostituto,  sarebbe stato un errore da chiodi.

Chala è caduto, chiedendo il penalty, mentre stava uscendo palla al piede dall'area di rigore rossonera.  Mariani non glielo ha concesso. In seguito, Giroud è caduto in area dopo che le braccia di Skrijniar gli evevano cinto la vita e, anche in questo caso, il direttore di gara ha fatto cenno di proseguire. Non entro nel merito degli episodi, peraltro diversi. In entrambi i casi, i giocatori finiti a terra erano spalle alla porta, quindi credo che Mariani abbia applicato quella regola non scritta del calcio che si chiama buon senso. Forse, vista la differente dinamica delle azioni, il buon senso ha favorito l'Inter, ma ho visto di peggio sui campi di calcio.

Su una cosa, però, non posso tacere. Lautaro Martinez si è reso colpevole di un intervento durissimo su Maignan. Il portiere rossonero era in vantaggio, aveva preso la palla e l'argentino ha teso la gamba entrando a martello coi tacchetti sul braccio dell'avversario. Un intervento ictu oculi da espulsione diretta, non da ammonizione. E il distinto signor Lautaro Martinez ha avuto il cattivo gusto di protestare anche per quello. Cosa possiamo concludere? Semplice, che ci sono giocatori degni della maglia che indossano.

Il pareggio di ieri dà un leggero vantaggio al Milan
per l'ingresso in finale, perché in trasferta potrebbe far valere la regola, in via di dismissione, dei gol segnati fuori casa. Tuttavia, conviene anche ai nerazzurri che, ad aprile, potrebbero sapere che valore dare alla Coppa Italia.
Nel prossimo turno di campionato, almeno una fra Napoli e Milan perderà punti, come potrebbero perderne entrambe, nel senso che non è matematicamente possibile che, affrontandosi, facciano tutte e due bottino pieno. La giornata, quindi è favorevole all'Inter, visto che gioca con la Salernitana, avversario alla sua portata. E' favorevole anche alla Juventus, che Inter e Milan hanno rimesso in corsa nel turno scorso, pareggiando incontri contro squadre di bassa classifica.

Alla fine, come diceva il principe De Curtis, in arte Totò, è la somma che fa il totale.
Ah...last but not least, si è visto un Kalulu entrato a freddo, ma in spolvero sontuoso.