Nella giornata di ieri, la discussione intorno al mondo del pallone si è intrattenuta su un dettaglio di natura giornalistica che ha destato molto clamore. Il noto quotidiano nazionale Il Corriere Dello Sport, in prima pagina aveva titolato, presentando la sfida di stasera tra Inter e Roma, "Black Friday", accompagnando la scritta con le foto di Romelu Lukaku e Crhis Smalling. Il titolo, riprendendo l'ormai nota espressione attinente al gergo commerciale, fa riferimento al fatto che i due calciatori, sbolognati e trattati come esuberi dalla loro ex-squadra, il Manchester United, stanno facendo le fortune dei club in cui attualmente militano, e gioca sul fatto che la sfida tra i due si svolgerà di venerdì (Friday appunto). Molti hanno intravisto nella terminologia utilizzata, considerando la pelle scura dei ragazzi, una punta neanche troppo velata di razzismo. Molti, tra cui le stesse società e uno dei protagonisti della copertina (Lukaku), si sono detti indignati ed offesi. Alcuni hanno criticato la poca accorteza del giornale nel prevedere che l'evidente ambiguità del testo avrebbe potuto generare equivoci.

Posto che siamo al fianco di Lukaku nella campagna di sensibilizzazione contro il razzismo e siamo contrari a qualsiasi forma di discriminazione, il discorso ci sembra assai sterile. L'articolo in questione non fa riferimento in maniera denigratoria o ironica al colore della pelle o alla provenienza dei calciatori, anzi ne esalta le battaglie sociali, e il sottotitolo spiega in maniera esaustiva il significato del testo incriminato. Il razzismo è uno dei problemi più gravi della nostra società, una piaga che denota diffusa ignoranza e tremenda arretratezza culturale. Un atteggiamento simile, di allerta costante, può solo rivelarsi deleterio e sfociare nel vittimismo più becero, condizione buona solo ad esacerbare ancora di più gli animi. Sicuramente il titolo del Corriere a primo impatto può far storcere il naso, ma una valutazione così superficiale presta clamorosamente il fianco agli ignoranti. La nostra critica non è tanto rivolta al calciatore, che ha potuto facilmente fraintendere la vera natura del titolo, avendo comprensibilmente ancora poca dimestichezza con la nostra lingua, ma in maniera particolare alle stesse società. La Roma, con un comunicato via social, ha negato l'accesso al proprio centro sportivo ai giornalisti del quotidiano; lo stesso ha fatto il Milan, in accordo con i giallorossi. A noi questa decisione appare avventata ed ingiustificata, presa sulla base di illazioni rispetto ad un gioco di parole, magari poco divertente, magari poco originale, ma assolutamente innocuo e non razzista. Limitare, in questo caso implicitamente, la libertà espressiva di un giornale, imperniando il tutto su accuse infondate, ci sembra un atto molto grave. L'ambiente in cui viviamo, sotto questo aspetto, è una tregenda e cercare i fantasmi alla luce del sole non può che essere controproducente.