Correva il campionato 1961/'62 il Milan, 3°in classifica, era ospite della Roma all'Olimpico in una Domenica di fine Febbraio. Stadio gremito, 55.000 spettatori, arbitra il Sig. Concetto Lo Bello, giornata fredda ma assolata. Io entrai in curva Sud, tana romanista, pagando solo 100 Lire contro le 1.000 perché l'allora nostro professore di ginnastica (frequentavo la seconda media) aveva omaggiato a tutta la classe la tessera della Roma Junior Club e così tutta la scolaresca in fila, esibendola al tornello, e avvolta da sciarpe e drappi giallorossi, prese posto sulle gradinate. Il clima era a dir poco fantastico, io sono romano di nascita ma solo per solidarietà tifavo per la Roma (che a dire il vero in quegli anni non andava molto bene) e così al fischio iniziale il primo pallone fu mosso elegantemente da un ragazzo, a quei tempi poco più che diciottenne, che rispondeva al nome di Gianni Rivera! Mi incantò per tutto il match con i suoi tocchi felpati e passaggi millimetrici, e poi assistei agli spunti deliziosi sotto porta di Josè Altafini, alle incornate di Barison, alle geometrie di Dino Sani, alla sapiente regia del duo Pivatelli Trapattoni e all'effetto diga di Capitan Cesare Maldini, e al lucchetto che Pelegalli mise al romanista Angellillo, capocannoniere del campionato, al quale non fece toccare un pallone!! E in panchina si sbracciava educatamente, toccandosi di tanto in tanto la tesa del suo Borsalino il mitico Nereo Rocco!
Che bella partita e la Roma rispondeva con i suoi Schiaffino, Manfredini, Picchio De Sisti, in porta Fabio Cudicini (detto "il ragno nero") ed il libero della Roma Giacomo Losi che dopo un bel fraseggio dell'attacco rossonero fece autogol al 45' e consentì al Milan di espugnare l'Olimpico!                                                  A  soli due minuti dal novantesimo il portiere del Milan e della Nazionale Giorgio Ghezzi con un tuffo plastico alla sua destra deviò sul palo un missile da fuori area di Pestrin che avrebbe consentito alla Roma di pareggiare! Al triplice fischio finale del Sig. Lo Bello ci fu dalla curva Nord, che ospitava qualche centinaio di tifosi rossoneri, un'ovazione generale diretta a tutti i giocatori del Milan, dalla Sud invece i romanisti uscirono mesti ed imbronciati. Io assieme ai compagni di classe raggiunsi la fermata del bus per tornare a casa ma fummo superati da una spider rossa e nera con bandiere milaniste sventolanti e con a bordo dei giovani festanti nonostante si fosse alzata una gelida tramontana! 
Non so cosa mi prese in quell'istante, ma come colto dalla sindrome di San Paolo sulla via di Damasco, d'improvviso presi dalla tasca dei jeans il portafoglio, ne estrassi la tessera della Roma Junior Club la strappai e al suo posto misi, prendendola dall'altra tasca, la figurina dell'album Panini di Gianni Rivera che per puro caso avevo trovato il giorno prima nella bustina comprata in edicola.
Mai casualità fu più profetica!
E ai miei compagni rimasti attoniti nel vedere il mio folle gesto urlai a squarciagola: Forza Milan!!!...questa sì che è una squadra...ragazzi!!!.... avverto ancora qualcuno alle mie spalle che mi sta rincorrendo...
" ...a Massimo ma che te sei ammattito?!?...ma che t'è saltato in testa?!?...nun se po' tradì 'a Lupa pe' anna' dar Diavolo!!"
Quell'anno il Milan conquistò il suo 8° scudetto!
I
l giorno dopo a scuola fui minacciosamente assediato dai miei compagni di scuola e di stadio che ansiosamente chiedevano spiegazioni a riguardo del mio rapido voltabandiera. 
Risposi che solo di mamma ce n'è una sola, la squadra la si può scegliere, almeno fino a che si è bambini o... bambinoni...come di fatto ero...e che forse ancora a tutt'oggi... sono rimasto!

Da quella Domenica è trascorso più di mezzo secolo....e quel bambinone è diventato nonno con vari nipotini tra i quali ne spicca uno in particolare, acceso tifoso del pallone ma conteso tra due partiti, quello del padre di fede Giallorossa e quello del nonno di fede Rossonera, e Matteo, nove anni compiuti da poco, continua a dirmi: "Nonno!...ma come fai ad essere tifoso del Milan...tu che sei nato e da sempre vissuto a Roma?...e poi scusami...ma questa squadra per la quale tifi non ha mai vinto nulla da che sono nato...e allora spiegami una volta per tutte...il motivo del tuo cambio di scelta!" 
Forse, o meglio quasi sicuramente la scintilla che fece scoccare la passione, la fiamma per i colori del Diavolo a dispetto di quelli della Lupa fu, come scritto sopra, da attribuire all'incanto che percepii nel vedere giocare Gianni Rivera, ma il saggio nipotino mi fa notare che solo ieri un idolo della tifoseria Viola ha lasciato le sponde dell'Arno per approdare a quelle del Po e nessun "bambinone" se pur con i capelli strappati e con tanti striscioni scritti stracolmi di improperi ed in ultimo seppur indignato dal gesto cambierà fede calcistica passando dalle gigliate casacche viola a quelle zebrate sabaude!
Ed è appunto il tradimento del serbo Dusan Vlahovic nel giorno del suo 22mo compleanno (alla Fiorentina dal 2018 dove ha disputato 98 gare realizzando 44 reti) a riempire da giorni le prime pagine dei quotidiani sportivi. Il giovane centravanti nel giorno del suo compleanno ha firmato in casa Juventus esattamente come accadde a Roberto Baggio alla stessa età e correva il 1990 confermando l'accessa rivalità perennemente travagliata tra il club toscano e quello sabaudo, ricorderete i vari divertenti siparietti tra l'avvocato Gianni Agnelli ai tempi di Michel Platini ed il regista Franco Zeffirelli ai tempi di Giancarlo Antognoni. Tornare indietro non è umanamente fattibile. Vane e del tutto inefficaci sono state le ore spese per narrare al nipotino le gesta storiche del grande Milan con le sue 7 Champions League, con i tanti trofei vinti nell'Europa e nel mondo, con i suoi geniali palloni Palloni d'Oro, con i suoi allenatori inventori di nuove tecniche calcistiche... scopiazzate dai club più prestigiosi...nulla!....il resto di niente...parole buttate al vento!
Il Milan ad oggi e negli ultimi dieci anni, eccezion fatta per la Supercoppa vinta a Doha nel 2016 con Montella in panchina ed il ricordo ancora vivido ( per i nostalgici) del 17nne Donnarumma che parlava il rigore a Dybala..."...e così caro nonno Massimo ...ti rendo pan per focaccia...e come tu, allora, scegliesti di seguire le sorti del Milan...io oggi sono stufo di attendere che il Diavolo riaccenda il suo fuoco!...preferisco abbracciare e ciucciare il latte della Lupa di Romolo e Remo!
Dunque la teoria dei "Corsi e ricorsi storici" è applicabile anche alle storielle del nostro calcio! ...tutto nella vita prima o poi ritorna... l'importante è divertirsi e soprattutto...rispettarsi...e senza mai litigare!

Un caro abbraccio
Massimo 48