''Nel mezzo del mercato di nostro Milan

mi ritrovai per una situazione oscura

che la fidata dieci era smarrita''

Ha scritto così Dante Alighieri, non è vero? Sì, sono abbastanza sicuro di sì. Ha scritto così tanto di diavoli che alla fine si è messo a tifare per loro, verosimilmente. Ma bando alle ciance, e veniamo al sodo. Ho scritto questo articolo non per darvi inedite notizie di calciomercato o per svelarvi le vere intenzioni della dirigenza rossonera, ma semplicemente per poter dare le mie modeste opinioni sul mercato e sulla squadra rossonera (e non solo). Sarebbe quantomeno presuntuoso da parte mia provare a svolgere un lavoro che non mi compete, di conseguenza eviterò di immedesimarmi nel ruolo di giornalista sportivo a conoscenza di notizie strabilianti e di immaginarmi come un dirigente economicamente onnipotente di una qualsiasi squadra, per svolgere la mia naturale occupazione: il tifoso al bar che discute di sport. In effetti, manca solo il bar. 

In un mercato bloccato dai numerosi problemi economici causati dal Covid, il Milan è una delle squadre che hanno speso di più fino ad ora. Ma solo per confermare la rosa dello scorso anno, dicono molti. Vero, ma voglio ricordare che la squadra dello scorso anno è arrivata seconda solo dopo l’Inter di Conte e Lukaku. Ho sentito poi criticare alcuni “nuovi” acquisti rossoneri: Giroud, Tonali e Diaz su tutti. Critiche a mio parere assurde. Tonali e Diaz hanno dimostrato entrambi enorme potenziale, e il più “vecchio” dei due ha ventidue anni. Bisogna dar loro tempo, nemmeno giocano titolari e già si pretendono prestazioni da superstar. Quanto al francese, il cui acquisto è stato paragonato a quello di Mandzukic a gennaio, ha una condizione atletica molto diversa da quella del croato. Sarà per la mentalità, la corporatura oppure perché la Premier League è più atleticamente allenante del campionato qatariota, non lo sapremo mai. Ma è innegabile che Giroud sia in una condizione ben diversa da quella di Marione.  

Sono stati persi Donnarumma e Calha a zero. Dolorosamente a zero. La perdita del portierone potrà anche portare un grande risparmio in termini economici, ma in termini tecnici rappresenta una perdita enorme. Certo, Maignan potrà rimpiazzarlo molto bene, ma Gigione è un fuoriclasse. Il Milan ha preso un buon portiere, ma ne ha perso uno migliore. Senza offesa per Mike, che spero possa farmi ricredere in fretta. Fortunatamente la perdita di un portiere, anche se fenomenale, se affrontata prontamente come fatto dai rossoneri, può essere dannosa sì, ma non catastrofica. Perché alla fine non esclude rovinosamente una squadra dalla corsa (coraggiosamente lo dico) scudetto, sebbene ti faccia perdere del terreno prezioso. La perdita del fantasista turco è diversa sotto molti aspetti. Ho visto molti commenti che asserivano che la perdita di Calhanoglu, sebbene a zero, sia stata una benedizione. Guardiamoci in faccia: possiamo ripeterlo quanto vogliamo per consolarci del tradimento a beneficio dei nerazzurri, ma la verità è che la perdita del turco è molto grave. Non perché il turco sia un campione insostituibile tecnicamente, per carità, buon giocatore, ma ce ne sono di più forti. Bensì perché il fedifrago era la chiave tattica del gioco rossonero. Era semplicemente perfetto per caratteristiche per il gioco di Pioli, e un potenziale sostituto potrebbe rivelarsi un clamoroso upgrade tecnico (si spera) ma anche un funesto flop tattico. L’ormai ex-dieci del Milan era bravo nel creare occasioni (uno dei migliori in europa statisticamente), ma sapeva far girare la squadra efficacemente e aveva corsa. Proprio per questo non credo molto a nomi come quello di James Rodriguez come principale sostituto di Calha. Non escludo poi che possa arrivare lui, o qualcuno di simile a lui, ma, penso, solo insieme ad un trequartista più simile al turco. E per questi motivi credo che il migliore tra i candidati al ruolo di fantasista rossonero sia Vlasic. Oltre ad essere il più giovane tra i giocatori accostati al Milan, il croato ha corsa e può far svolgere al meglio il ruolo di vero e proprio regista offensivo lasciato vuoto dal turco. Ziyech sarebbe un sogno, ma anche più rischioso e costoso. L’ideale sarebbe arrivassero entrambi, ma è una vera e propria utopia. Infatti come ruolo di esterno destro, ammesso e non concesso venga venduto Castillejo, credo che arriverà un giovane promettente, magari più affermato di quanto lo fosse Saelemaekers quando acquistato, ma comunque ancora sconosciuto alle grandi folle. 

Un altro elemento di discordia tra i tifosi rossoneri è la potenziale vendita di Hauge e Pobega. A mio avviso sono due casi molto diversi tra loro per le seguenti motivazioni: prima di tutto Pobega essendo un giocatore del vivaio fa comodo per la lista UEFA, a differenza del norvegese, e può già vantare una buona esperienza in serie A, condita anche con qualche gol, racimolata in quest’ultima stagione con lo Spezia. Inoltre Pobega, più duttile di Hauge, gioca in mediana, un ruolo che perderà i due titolari Kessiè e Bennacer impegnati nella coppa d’Africa per un intero mese, al contrario il suo coetaneo nordico gioca in una posizione del campo piuttosto sovraffollata, tra Rebic, Leao e, come già visto lo scorso anno anche Brahim Diaz. E poi, mettendo da parte teorie complottistiche che vedono Hauge tamponare la macchina di Pioli il primo giorno a Milanello, ci sarà un motivo se Pioli lo tiene in panca. Lui, e il suo staff con lui, lo vedono allenarsi ogni giorno, e saprà meglio di noi cosa può dare il ragazzo. Sono quindi favorevole alla vendita (a buon prezzo) di Hauge, e assolutamente contrario a quella di Pobega. Citando Spalletti, ditemi dove mi devo incatenare.

Voglio inoltre esprimere il mio pensiero circa la più volte ripetuta affermazione “questo Milan è più scarso di quello dello scorso anno”. Secondo me questa frase guarda solo una faccia della medaglia, e neanche troppo bene. Abbiamo perso Donnarumma, che però è stato rimpiazzato con un validissimo portiere. Abbiamo perso Calha, non ancora sostituito quindi aspetto a sentenziare. Abbiamo in più dell’anno scorso un difensore come Tomori, un sostituto di ruolo di Theo, un vero centravanti di riserva come Giroud (sempre che di riserva si possa parlare) e un Pobega in più. Ma l’aspetto più importante è la crescita della squadra. Il Milan aveva una delle squadre più giovani nei top-5 campionati, e dopo dodici mesi è innegabile che molti giocatori siano cresciuti caratterialmente, tecnicamente e tatticamente. Saelemaekers, Calabria, Brahim Diaz, Leao, Bennacer e forse anche Theo, sono più cresciuti e più maturi rispetto a quando iniziarono la stagione conclusasi con la vittoria dell’Inter. Ed è per questo che secondo me non è detto che questo Milan sia più scarso di quello precedente, ma si sa, alla fine a parlare è sempre e solo il campo. Lo scopriremo vivendo quindi. 

Ma ecco anche la promessa opinione sulle altre squadre della massima serie italiana. La favorita per lo scudetto resta l’Inter, in quanto campione in carica. Sebbene abbiano perso Hakimi e Conte, gli “adorati cugini” godono di una grande dirigenza che non ha ancora rimpiazzato il primo, ma ha più che adeguatamente sostituito il secondo. Ho sperato fino all’ultimo, per il bene del Milan si intende, che l’affare Inzaghi-Inter non andasse in porto. Stesso modulo ma giocatori migliori, in sostanza. La perdita di Eriksen (a cui vanno i miei più sinceri auguri di pronta guarigione) ha danneggiato non poco la nuova formazione del mister ex Lazio, che trovava nel danese il perfetto uomo capace di fare nell’Inter quello che Luis Alberto faceva nella Lazio, e anche di farlo meglio. Hanno dovuto ripiegare sul turco, ancora una volta la migliore alternativa (e per di più gratis, mannaggia a loro). Con Conte hanno imparato ad essere efficaci, se imparano anche il gioco veloce di Inzaghi fermarli sarà davvero molto difficile. Ma se esiste uno in grado di riuscirci è sicuramente il nuovo vecchio tecnico della Juve, Max Allegri. Se la vecchia signora sarà capace di fare le giuste piccole operazioni sulla rosa, soprattutto a centrocampo dove Locatelli sarebbe importantissimo, Max si ritroverà a sfruttare la sua grandissima abilità di amministrazione della rosa in una squadra dove la rosa vanterà una quantità di talento semplicemente imbarazzante. Un’altra favorita per lo scudetto sarà il Napoli, squadra che se al completo (dettaglio non da poco, scorso anno docet) può battere chiunque. Spalletti è in grado di tirare fuori il meglio dai suoi, e Osimhen e compagni potrebbero offrirgli un biglietto di prima classe per la Champions, e, perché no, anche per lo scudetto. Le squadre della capitale partono entrambe con rose leggermente inferiori rispetto alle tre squadre sopracitate, ma con due allenatori di caratura mondiale. Quello che vestirà di biancoceleste sarà capace di esprimere un gioco spumeggiante e vincente (forse), mentre il suo collega giallorosso ha portato con sé aspettative molto alte. Aspettative che spesso ha ripagato a suon di trofei. Quanto all’Atalanta trovo ben poco da dire: sono ormai così affiatati, hanno un meccanismo ormai così perfetto che non vedo come possano fallire. La Champions sembra così scontata per loro che alcuni li danno come contendenti al titolo di campioni d’Italia. Un titolo che avrebbe del clamoroso. In un campionato che si preannuncia spettacolare tra corsa Champions e corsa allo scudetto. 

Buon campionato a tutti!