Se vi avessero detto che il terminator del calcio europeo, Ribery, avrebbe giocato nella Salernitana, cosa avreste risposto? Impossibile. Se vi avessero raccontato che una squadra di nome forse anche assurdo, come Sheriff, sconosciuta al mondo del calcio, che proviene dalla Moldavia, non solo sarebbe stata in Champions League ma addirittura che avrebbe sconfitto il Real Madrid, cosa avreste detto. Che sareste dei visionari, folli, immaginari. E gli esempi possono continuare. L'Atalanta che compete per lo scudetto, il Leicester che vince la Premier, il Liverpool che domina il calcio europeo e vince dopo trent'anni campionato, per poi tracollare ma agguantare all'ultimo minuto con un colpo di testa del suo portiere la qualificazione alla Champions, l'Italia che viene esclusa dai Mondiali, la Juventus che viene retrocessa in serie B, Messi che lascia il Barcellona, Ronaldo che ritorna al Manchester dopo essere stato acquistato dalla Juventus,la cavalcata dell'Alessandria in Coppa Italia, che il Nottingham Forest in trasferta ribalta il risultato contro il Bristol in due minuti e oltre il 90° minuto,o il fatto che per almeno un decennio nessuno in Italia sarebbe stato in grado di replicare il triplete detenuto nel calcio italiano dall'Inter.
L'impossibile nel calcio diventa possibile.
Ed è per questo che nonostante risultati, dal punto di vista calcistico, disastrosi, lasciano sempre aperta una porticina della speranza. Come quella che coltiva il Milan. Zero punti in Champions eppure spera ancora in una sorta di miracolo della Madonnina. E così vale per tutte le competizioni. Fino a quando la matematica non condanna, nel Paese che non va proprio a genio con questa disciplina, tutto è possibile. La salvezza, la vittoria di un campionato, la qualificazione, una cessione, un qualsiasi cosa che rende ancora oggi immaginifico e potente il mondo del calcio, malgrado tutto. Sappiamo bene quali sono i problemi del calcio e nel calcio, ma se questo sport continua ad essere il più seguito, il più praticato e il più discusso è perchè in fondo è un concentrato di misteri che possono consentire di veder realizzato, l'irrealizzabile. Certo che se questa magia si estendesse all'intero mondo del calcio con tutto ciò che lo connota non sarebbe mica un male. Pensiamo al rendere possibile il coming out nel calcio, dichiararsi ciò che si è e sentirsi liberi di poter vivere la propria identità senza essere costretti a nascondere la testa sotto la sabbia. Al superamento di ogni discriminazione con il calcio femminile, che merita di essere trattato come quello maschile, professionista a tutti gli effetti, ma incredibilmente ancora ciò non accade. Al non dover più assistere a scene con tifosi che simulano scimmie per insultare giocatori neri, a non dover più commentare insulti e offese e razzismi negli stadi, a vedere i tifosi comportarsi come quelli del Watford. Squadra  umiliata sul campo dal Liverpool, ma sostenuta fino alla fine dai propri tifosi, malgrado il risultato quasi tennistico.
Ecco, nel calcio dove l'impossibile diviene possibile, dove Ibra alla sua età dà ancora lezioni sul campo alle nuove generazioni, dove dalla primavera iniziano a sbocciare future promesse, dove la Nazionale è riuscita a ricostruirsi una verginità dopo la catastrofe di Russia 2018, dove un ragazzo nato in povertà può diventare l'esempio del riscatto in questa società ultra individualista e competitiva per milioni di ragazzi che pensano che il mondo alla fine altro non sia che un banale e malvagio Squid Game, c'è sempre la speranza che qualcosa di importante, di nuovo, di emozionante possa accadere. Ed è ciò che consente al calcio di sopravvivere, andando oltre la disputa tra SuperLega, e FIFA e UEFA e soldi, e business e tutte quelle cialtronerie di chi crede che il calcio appartenga solo ad un circolo elitario.
Se quella speranza e magia non ci sarà più, se svanirà, se l'impossibile non diventerà possibile, ecco, sarà proprio in quel giorno che il calcio avrà raggiunto il suo capolinea.