Come spesso ripeteva il compianto Franco Rossi, il calcio è uno sport diverso dai tuffi o dalla ginnastica artistica nei quali il risultato dipende dalla valutazione di una giuria. Nel calcio contano i gol e il Milan, segnandone uno senza subirne, ha vinto il confronto di Brescia senza che debba essere tirata in ballo la sorte. Se ne facciano una ragione tutti quelli che arricciano il naso di fronte al successo dei rossoneri al Rigamonti. Che poi le prestazioni vadano valutate attentamente, per capire se le vittorie possano ripetersi nel futuro, questo è altrettanto vero, ma è un anche altro paio di maniche. Per parlare come Asterix,  gli Insubri di Mediolanum possono legittimamente farsi belli delle opime spoglie di Brixia e dei Brixentes.

Del 1° tempo ricordo un colpo di testa insidioso per parte (Ibra e Ayé), ma soprattutto un gol clamorosamente sbagliato da Ibrahimovic, servito con un rasoterra al bacio da Hernandez. Lo svedese ha tentato lo stesso colpo di Rivera contro la Germania in Messico provando a prendere in controtempo il portiere avversario che si stava spostando al centro. Ibra è riuscito a spiazzare il portiere, ma non era abbastanza al centro dell'area di rigore e ha angolato un soffio di troppo la sfera. Tutti abbiamo pensato "Ah peccato!", anche se avremmo tirato giù ogni sorta di bestemmia se si fosse trattato di Piatek o Suso. E in fondo questo è giusto, perché Ibrahimovic si è guadagnato la nostra indulgenza con un ventennio di più che onorata e gloriosa carriera. Gli altri due devono fare ancora tanta strada per quadagnarsi lo stesso rispetto.

Nel 2° tempo il Brescia è partito col coltello fra i denti correndo di più e meglio dei rossoneri, ma mettendoci anche più grinta in ogni tackle. Donnarumma ha fermato due volte Bisoli e Torregrossa, che ha pure sfiorato il gol in acrobazia. Valeri ha annullato un gol, sempre di Torregrossa, per fuorigioco. E' stato Chala, poco dopo il quarto d'ora, a spaventare un po' il Brescia, quando ha scoccato dalla trequarti sinistra un colpo balistico a giro che si è spento a pochi centimetri dal palo opposto. il Brescia ha continuato ad attaccare e a ben giocare, ma aveva speso il meglio delle proprie energie e non si è più reso troppo pericoloso. La fine del match è arrivata al 71°. Lanciato da Chala con uno spiovente, Ibra si è allargato sulla destra e l'ha messa dentro rasoterra dalla linea di fondo. Kessie e Castillejo, precipitatisi negli spazi aperti dallo svedese, non ce l'hanno fatta a segnare, però c'era in agguato il freschissimo Rebic che non ha mancato la rete. Pioli faceva entrare il solido Krunic per Chala. Il Milan avrebbe potuto segnare ancora, ma l'ottimo Valeri ha annullato un bel gol di Castillejo per fuorigioco di Ibrahimovic, mentre Hernandez ha preso la traversa con una sassata dopo una corsa entusiasmante di quasi 40 metri. Mezzo Brescia ha cercato di placcarlo, ma senza esito.

Leao aveva ben giocato, incrociando Ibra a destra o a sinistra. Sulla fascia ha spesso creato la superiorità numerica grazie alle fibre muscolari da scattista e ai piedi zuccherati. In tal senso ha lavorato abbastanza bene ai fianchi la difesa avversaria prima di consegnarla alle cure del più fresco Rebic. Pioli ci ha messo moltissimo a trovare il coraggio di fare una cosa che al Milan può solo giovare: il turn-over. Solo un masochista può chiedersi quale dei due ragazzi debba essere preferito all'altro. Se hai la fortuna di avere un ragazzo promettente come Leao e un vice-campione del mondo come Rebic, li utilizzi entrambi e li fai sentire parti del progetto. Ibra è, ovviamente, un discorso a sé.

Lo stesso discorso vale per Chala e Krunic. Nella prima frazione di gioco il turco era nervoso e ha giocato in maniera confusionaria finendo anche a destra dove pestava i piedi a Castillejo o a Leao. Nella parte centrale del 2° tempo Chala ha trovato il giusto equilibrio e si può dire che abbia contribuito a decidere il match col suo lancio perfetto a Ibra. Una volta passato in vantaggio, tuttavia, il Milan si è giovato di Krunic, un giocatore con caratteristiche più adatte alla contingenza. Anche il bosniaco, in effetti, deve sentirsi parte del progetto.

Hernandez è un fenomeno devastante che, a mio avviso, deve giocare terzino, perché così è meno controllabile da parte degli avversari. Come si è visto, soprattutto nel secondo tempo, lascia sguarnita la sua fascia, che può essere aggirata, e se perde palla, favorisce insidiosi contropiedi avversari. E', comunque, un rischio da correre, in quanto i vantaggi di averlo in quel ruolo sono molto superiori agli svantaggi.

Donnarumma finirà alla Juventus, quindi la società eviti di coccolare troppo gli altri giocatori di Raiola, in quanto, se questi decide che un suo giocatore deve andare altrove, ci andrà. Pensate solo, nel caso malaugurato che accadesse, a farvelo pagare il più possibile.

Kjaer si sta rivelando una riserva dignitosa, non critichiamolo troppo, perché in passato Simic, Laursen e Roque Junior sono serviti a vincere la Champions.

Una menzione per Valeri e l'intera equipe arbitrale: ottimi. Il Milan non chiede favori, ma solo equità e buon senso.