La Nazionale torna in Stand Bay dopo aver raggiunto in anticipo (3 partite) la qualificazione ad Euro 2020 e il record di vittorie consecutive (nove, come il mitico Vittorio Pozzo); due risultati che all’inizio del cammino di Roberto Mancini come CT. della Nazionale sembravano impossibili ed impensabili.
Quindi non si possono non fare gli elogi al Commissario Tecnico, al suo staff e ai giocatori che hanno chiuso questo dual match di ottobre con la sonante vittoria di Vaduz (5-0) contro un Liechtensten cenerentola del girone e sotto la pioggia torrenziale del Rheinpark Stadion (7838 posti a sedere – privo di tetto retrattile per la copertura del campo). Mancini ha puntato sui giovani, ha ricreato il gruppo e ha costruito una squadra che già in questo momento dimostra di essere forte, probabilmente più forte del 15° posto che il Ranking Fifa ci assegna.

In proposito vale la pena fare una valutazione della squadra sotto il profilo tecnico, reparto per reparto per cercare di capire non solo il reale valore della squadra, ma soprattutto quella che potrà essere la crescita di rendimento in prospettiva Euro 2020 e per il successivo più prestigioso impegno del Mondiale del Qatar di due anni dopo.

Partiamo dalla porta; il Ct sembra aver scelto Donnarumma come titolare anche se ad ogni convocazione continua a chiamare sempre 4 portieri; anche in questa occasione oltre al Gigio rossonero ha convocato Gollini, Meret e Sirigu. Questo significa che forse la scelta di Donnarumma titolare potrebbe non essere definitiva, perché di solito di portieri ne vengono convocati solo tre;  il titolare, la riserva e il terzo portiere che può essere utilizzato in caso di infortunio del  n 1.
Ma al di là delle decisioni di Roberto Mancini, il ruolo del portiere in questa Nazionale non sembra ancora chiuso a chiave, nel senso che ancora non c’è certezza piena sulle qualità e sull’affidabilità di Donnarumma a livello di grandi impegni Internazionali come può essere un Campionato Europeo. Il portiere rossonero ad esempio non ha mai giocato in Champions, e  in campo continentale vanta solo 11 presenze in Europa League. Sicuramente è già un buon portiere, ma se lo andiamo a confrontare con gente come Oblak (Atletico Madrid), Neuer (Bayern Monaco) o Allison (Liverpool), solo per citare i primi nomi che vengono in mente, ci si rende conto che per diventare un grande portiere di strada da percorrere ce n’è ancora molta. Donnarumma ha grande esplosività atletica e grandi doti istintive, ma a livello tecnico non è ancora un grande portiere, basta osservarlo nella postura quando vengono battuti i calci di punizione; si trova quasi sempre in piedi , quasi mai in posizione piegata, che è quella tecnicamente più idonea per potersi poi  tuffare lateralmente. E in Italia sia Meret ma soprattutto Sirigu  a livello tecnico  gli sono superiori. Di solito gli allenatori per il ruolo di portiere  preferiscono schierare il giocatore di maggiore esperienza e tengono il più giovane  come riserva. Se fossi al posto di Mancini  mi affiderei per il prossimo Europeo a Salvatore Sirigu che vanta una carriera Internazionale più intensa  (48 partite tra Champions e E.League ) ed appare più esperto ed affidabile del portiere rossonero, che  potrebbe  continuare a maturare ed essere pronto per il Mondiale del 2022.

Ed eccoci alla difesa, che dopo il centrocampo è il reparto migliore della squadra azzurra; l’infortunio di Chiellini ha un po’ complicato il lavoro e i piani di Mancini che aveva puntato giustamente sul capitano bianconero. Probabilmente il Chiello ce la farà e dovrebbe essere della partita per il prossimo 12 Giugno all’Olimpico, gara d’apertura di Euro 2020. Comunque il reparto offre ampie garanzie; Bonucci non si discute, in assenza di Chiellini è addirittura migliorato sia nella Juve che in Nazionale, poi ci sono Acerbi  che è molto maturato e ha  già dimostrato grande affidabilità e il capitano rossonero Romagnoli, anche lui una vera e propria garanzia. Quindi per quanto riguarda i centrali possiamo stare tranquilli; forse qualche piccola preoccupazione la possiamo avere sugli esterni, dove  al di la dei due titolari Florenzi e Emerson Palmieri, entrambi molto affidabili, non abbiamo due sostituti  più o meno di pari valore perché a sinistra con Spinazzola siamo a posto, mentre a destra D’Ambrosio (complice l’infortunio al piede) non da ancora piena garanzia anche se  a dire il vero il nerazzurro  dopo l’arrivo di Antonio Conte all’Inter appare in continua crescita.

Veniamo quindi al centrocampo, che a livello tecnico è il reparto migliore della squadra. Il doppio Play con Verratti e Jorginho a dettare il gioco e con Barella pronto ad inserirsi in avanti a sostegno delle punte si sta rivelando una soluzione vincente, che si riflette su un grande possesso palla e sulla gestione della partita il cui pallino è quasi sempre nelle mani del centrocampo azzurro. 
Non solo, ma dietro ai tre titolari ci sono molti giovani emergenti e già pronti come l’interista Sensi, lo stesso Bernardeschi, il buon Cristante e soprattutto quel gioiello di Tonali, forse già allo stesso  livello dei titolari; senza considerare poi  gente come Zaniolo che  può senz’altro essere adattato come centrocampista.

L’ultimo reparto da osservare resta l’attacco, dove forse sono concentrate le maggiori preoccupazioni del CT Mancini. Sugli esterni siamo a posto, Chiesa, Insigne, Bernardeschi, Grifo, lo stesso Zaniolo, e perché no Orsolini del Bologna, garantiscono qualità e affidabilità. La nota dolente la troviamo nel ruolo del centravanti dove fino ad ora si sono alternati Belotti ed Immobile e dove probabilmente i giochi non sono ancora fatti, tanto è vero che  lo stesso CT. anche di recente ha parlato di Balotelli e del fatto che come condizione fisiche il giocatore non sia ancora pronto.
Credo che Mancini su Balotelli stia sbagliando strategia, perché se l’intenzione è quella di stimolarlo e di tenerlo sulla corda sino alla vigilia della fase finale di Euro 2020 e poi di buttarlo nella mischia, allora non va bene. Non andrebbe bene nei confronti di Belotti e di Immobile che si sono guadagnati sul campo la qualificazione e non andrebbe bene nemmeno nei confronti del gruppo, perché inserire all’ultimo istante un elemento destabilizzante come potrebbe essere il Balo, si potrebbe rivelare un autentico Harakiri. Per cui se si vuole ancora puntare sull’attaccante Bresciano, a livello tecnico indiscutibilmente il migliore attaccante italiano del momento, bisogna avere il coraggio di rischiare subito; nel senso che converrebbe convocarlo subito, inserirlo sin da ora nel gruppo, tenerlo sotto pressione e cercare di portarlo al top della condizione psico fisica. Altrimenti nell’altro caso meglio lasciare stare, perché il rischio destabilizzante per il gruppo sarebbe troppo grosso. Forse lo Staff azzurro potrebbe adottare la stessa tattica utilizzata dalla Juve che ha richiamato Buffon, per fare da collante fra lo spogliatoio e il nuovo allenatore Sarri. In Nazionale si potrebbe incaricare Gianluca Vialli di  stare vicino a Balotelli, non tanto come Tutor vero e proprio, ma  come una sorta di compagno di viaggio, dell’amico più esperto che da consigli e che suggerisce comportamenti.In questo caso sicuramente Balotelli si sentirebbe più protetto e probabilmente potrebbe tirare fuori quello  straordinario talento che da oltre 10 anni tutti gli sportivi italiani aspettano di vedere.

Chiusura sulla maglia verde indossata contro la Grecia; una maglia bruttissima e uso un aggettivo morbido, perché di getto mi verrebbe fuori qualcosa di molto più brutto.
Per favore, e questo è una sorta di appello che rivolgo alla Federazione e la Presidente Gravina: non è possibile che anche la Nazionale si debba piegare al volere del marketing e degli Sponsor. Il Kit Rinascimento non vuole simboleggiare niente; nessun nuovo corso e nessuna rinascita, ma è solo una strategia commerciale della Puma.
Gli azzurri sono nati e hanno vinto quattro mondiali con questo colore addosso; la storia della nostra Nazionale gronda solo di Azzurro,  e speriamo che nessuno continui a dire che la maglia verde rappresenta il nuovo... il nuovo di che?