In attesa del Liechtenstein, siamo ancora sotto l’effetto dei tanti elogi piovuti su Kean e sull’Italia di Mancini; tanti elogi e anche qualche critica  da parte di chi ha visto un eccesso di enfasi nella celebrazione del goal di Kean rispetto magari alla prestazione di Barella, probabilmente il migliore in campo contro la Finlandia.

Ma non c’è da stupirsi perché da che mondo è mondo sono sempre i goal e in genere gli attaccanti quelli che rapiscono lo sguardo e catturano l’interesse dei più; e poi trattandosi di Barella, la sua grande prestazione non fa più nemmeno tanto notizia, vista la regolarità di rendimento da grande giocatore che ha raggiunto nel Cagliari, di cui ormai ne incarna pienamente sia il senso di appartenenza che l’immagine della squadra, come a suo tempo è riuscito a fare un certo Gigi Riva alias Rombo di Tuono.

Ma al di là dei meriti dei singoli, la nota più lieta emersa dalla gara con la Finlandia è stata  quella della conferma della presenza in squadra di quasi tutti  talenti, con una qualità generale molto elevata, che sul piano delle potenzialità la rendono già una grande squadra.

Certo non bisogna abbandonarsi a facili entusiasmi, e come ha più volte ripetuto anche Roberto Mancini: “c’è molto da lavorare e bisogna stare con i piedi ben piantati per terra”; ma è chiaro che dopo l’eliminazione dall’ultimo Mondiale, forse nessuno, nemmeno il più incallito tifoso della Nazionale avrebbe speso un euro sul fatto che dopo poco più di un anno avremmo ritrovato un gruppo di giovani, che solo dai primi “vagiti” ci avrebbe risvegliato non solo l’interesse per i colori azzurri, ma addirittura quella sorta di strano sentimento che ti fa sentire italiano.

È evidente che ormai si aspetta il prossimo impegno con una certa trepidazione, perché c’è la curiosità - che monta -  per  avere delle conferme e per verificare se l’occhio che è rimasto abbagliato dalla corsa ciclopica di Barella, dalle progressioni asfissianti di Kean o dalla  costruttiva dedizione del tuttocampista Bernardeschi, corrispondono tutte ad una realtà, che già nell’immagginario collettivo della tifoseria italiana fa sognare un futuro ricco di grandi soddisfazioni.

Quindi è con questo spirito che ci si avvicina al match con il Liechtenstein, compito che sulla carta si prefigura facile, ma proprio per questo nasconde numerose insidie perché ripetersi come prestazione non sarà così scontato come può sembrare; anche perché il CT. Mancini dovrà cambiare qualche interprete della squadra che in qualche modo ne potrebbe alterare i giovani e ancora teneri meccanismi.