Napoli è una città vera, pura, che ha bisogno di trovare nel calcio un porto sicuro, una stella sotto cui emozionarsi, sognare e spesso illudersi.
È troppo tempo che questa città non ride davvero, tanti eroi che pian piano avevano scalfito il cuore dei partenopei si sono rivelati uomini di gomma, indifferenti e ingrati di fronte a quello che Napoli gli aveva offerto: il cuore. Che si è spezzato più volte, dal tradimento di Higuain a quello forse ancor più doloroso, perché napoletano si definiva, di Maurizio Sarri, passato alla Juve. 

Napoli è una città dal cuore debole che facilmente pende dalle labbra del proprio finto condottiero, costretta poi a rassegnarsi alla disillusione. Come quella scellerata serata col Verona, una notte buia e una Champions portata via da Faraoni, senza nemmeno una parola, nel silenzio assenso più assordante. 
Allora via Gattuso, dentro Spalletti. L’uomo perfetto per risanare un ambiente lacerato da quello strappo irreparabile, per garantire continuità al 4-2-3-1, per rifornire il motore partenopeo di sana e innovativa benzina toscana. Napoli ha bisogno di uno come lui, vero e non di gomma, anzi, dalla corteccia inscalfibile ma dalla polpa mite e paziente, un condottiero che può guidare la città verso l’orizzonte scudetto.
Va dato tempo, quello sì, perché nulla viene da sé, ma finalmente Napoli può tornare a credere sulle magie di Lorenzo Insigne (rinnovo permettendo), sulla forza di Osimhen e, soprattutto... sulla grandezza umana di Luciano Spalletti.