Ormai è fatta. La Juventus ufficiosamente ha vinto il campionato di Serie A 2017/18.
Il pareggio di ieri pomeriggio del Napoli contro il Torino ha assegnato (virtualmente, ma neanche più di tanto...) lo scudetto per la settima volta consecutiva ai bianconeri.
Un record storico. Un traguardo insperato per come si erano messe le cose all'inizio.

Ripercorriamo brevemente il percorso che ha portato la Juventus a laurearsi campione d'Italia per la trentaseiesima volta nella sua gloriosa storia. L'inizio è come al solito balbettante: pareggio contro l'Atalanta e sconfitta casalinga contro la Lazio. Le vittorie che arrivano sono larghe (4-1 nella sfida contro la Spal, 2-6 contro l'Udinese) ma non convincenti. Tant'è vero che la Vecchia Signora cade al Marassi inaspettatamente, spianando la strada a Napoli, Inter e Roma. Queste ultime due cominceranno a mostrare, però, le prime fatiche nei mesi di dicembre/gennaio lasciando così la succulenta posta in palio del tricolore a Juve e Napoli. Dopo una lunga rincorsa, Madama compie il sorpasso sui partenopei il 3 Marzo: vittoria della Juve all'Olimipico con rete finale di Dybala, sconfitta del Napoli al San Paolo contro la Roma. Ha inizio la fuga. 

Nemmeno il tempo di cantare "E se ne va... la capolista se ne va!" che il Napoli allo Stadium compie un'impresa vincendo per la prima volta da quando lo stadio è stato inaugurato, riaprendo incredibilmente i giochi. La gioia, la festa già organizzata dal questore, i bagni nelle fontane delle piazze campane durano solo una settimana. La settimana dopo la Juve sbanca il San Siro in rimonta, il Napoli prende "tre pappine" dalla Fiorentina. Anzi. Da Simeone. Altri sette giorni: i bianconeri mettono una seria ipoteca sullo scudetto battendo il Bologna, Sarri e i suoi ragazzi strappano solo un punto contro l'ex Mazzarri.
Morale della favola? La Juventus è vicinissima a vincere l'ennesimo scudetto: il settimo di fila, il quarto con quello scarsone di Allegri. Morale nella morale della favola? E' dura ammetterlo. Specie per i tifosi azzurri e l'altra metà d'Italia che si è schierata apertamente dalla parte del Napoli pur di non far mettere nella bacheca juventina un altro trofeo. Ma De Laurentiis, Sarri, Hamsik & co. hanno fallito completamente. Perché una squadra che esce appositamente da ogni competizione (e prima la Champions, poi la Coppa Italia e infine l'Europa League) per dedicarsi unicamente all'obiettivo dello scudetto ma non riesce a vincerlo, tutto si può dire tranne che non abbia fallito. Altrimenti, si hanno le fette di salame davanti agli occhi e si preferisce negare l'evidenza, anzichè guardare in faccia alla realtà. Senza contare i favoroni arbitrali ricevuti in 36 giornate. Rigore netto negato al Sassuolo sullo 0-0 (la partita finirà 3-1 per il Napoli). Il gol di Insigne in fuorigioco in Napoli-Milan 2-1. Il rigore inventato al Napoli nella parita contro l'Udinese. Il gol di Allan in fuorigioco in Napoli-Sampdoria 3-2. Il rigore negato al Crotone per il mani di Mertens. Ecettera ecettera eccetera... 

Il fallimento della società etichettata dal sottoscritto come "eterna seconda" consiste proprio in questo: nonostante un sistema (se vogliamo usare un termine caro al passato, "la cupola") che abbia patteggiato, quasi tifato spudoratamente per i campani (non dimentichiamo la frase di Malagò: "Spero che lo vinca il Napoli!"), il club di Mr. Presunzione non è riuscito a vincere questo campionato.
E ora, suo malgrado, dovrà rifondare l'intera rosa partendo dall'allenatore con il quale cominciano ad esserci i primi attriti. Per poi passare dai calciatori perchè chiedere agli stessi undici di fare una stagione come questa è praticamente impossibile. Oppure lo potrebbe anche fare, ma verrebbe mandato da una parte molto lontana da Napoli...