«Sono convinto che saremo competitivi fino alla fine, anche la partita di oggi l’ha detto. Con questa sconfitta non cambia niente». Parola di Calo Ancelotti. La partita alla quale si riferiva, per i più distratti, era quella appena persa dal Napoli per 3-1 contro la Juventus. Un risultato che non dice la verità per il gioco espresso dagli azzurri, padroni del campo per venti minuti. Periodo durante il quale hanno colpito un palo, segnato un gol con Mertens e creato diverse difficoltà ai bianconeri pressandoli alti e imbastendo ottime trame di gioco. Era un Napoli rilassato e convinto dei propri mezzi che si è smarrito con il passare dei minuti. Ecco che dopo il gol sono emerse le lacune che i partenopei si portano avanti da qualche anno.

La squadra di Ancelotti ancora oggi mostra evidenti limiti fisici e caratteriali. Dopo il loro vantaggio, verrebbe da pensare che un eccesso di sicurezza li ha portati a considerare chiusa una partita appena iniziata. Forse è più probabile che dopo un iniziale gap Allegri abbia saputo rimettere in campo la squadra, motivata anche dall’atteggiamento di Ronaldo, uno che non ci sta a perdere mai. Soprattutto contro le avversarie dirette.

E’ indubbio che il Napoli ha perso la partita a centrocampo. Spumeggiante quando ha imposto i suoi ritmi e il suo gioco, non ha saputo rispondere colpo su colpo quando è stata messa in difficoltà dai bianconeri. La rete di Mertens è suonata come un campanello per Chiellini e compagni. Emre Can, Pjanic e Matuidi hanno avuto la meglio sul piano fisico. La qualità tecnica degli uomini di Ancelotti non è bastata ad arginare la forza di una squadra vogliosa di vincere e affamata come poche.

Per Carletto è giunto il momento di riflettere su molte cose. La sua esperienza lo aiuterà a risolvere quei dettagli che stanno frenando la corsa della squadra. Indubbiamente il calendario non è stato favorevole con lui, ma i nodi da sciogliere sono diversi. A partire dal ruolo di Hamsik. Proporlo nel ruolo di regista è stato un azzardo ieri, così come lo era stato nelle precedenti partite. Lo slovacco manca delle caratteristiche richieste da un ruolo fondamentale per qualsiasi squadra.

La sua scelta di andare in Cina alla ricerca di un calcio vissuto con minor stress avrebbe dovuto suonare come un segnale importante. Forse non riesce più a reggere lo stress del nostro campionato. Oggi è più comprensibile il perché allenatori come Mazzarri, Benitez e Sarri lo abbiano sempre sostituito nel secondo tempo. Come il Napoli di Maradona, che nel mercato di gennaio trovò in Romano l’uomo adatto a far volare una squadra già forte, bisognerà puntare su un elemento che sappia diventare il leader di un centrocampo troppo “educato”.

Già, perché le lacune attuali non possono essere attribuite solo ad Hamsik. Con lui, oltre ad Allan la cui forza fisica e la voglia di prevalere sul diretto avversario non mancano facendone un punto di riferimento per i compagni, c’è Zielinski. Il giocatore stimato dai club di mezza Europa convince solo a tratti. Propositivo e all’altezza del suo ruolo quando la squadra attacca, diventa impalpabile quando c’è da mettere la tecnica e il cuore al servizio della squadra quando c’è da difendere.

Sarri, lo scorso anno in conferenza stampa ammise che il centrocampo del Napoli è più vulnerabile quando Hamsik e il polacco giocano insieme. I due hanno caratteristiche simili. La differenza tra i due è che attualmente Zielinski è più esplosivo in fase di attacco. Ma entrambi non proteggono la squadra. Hamsik in campo passeggia, difficilmente propone gioco come Jorginho sapeva fare. Zielinski ha buoni margini di crescita ma va disciplinato nelle due fasi di gioco.

Oggi la sensazione più pericolosa è che nelle sue dichiarazioni post-partita Ancelotti non scopra le carte, nascondendo quanto sia difficoltoso il compito assegnatogli da De Laurentiis e da lui accettato con superficialità. Lui sa quanto sia importante avere alle spalle una società che ha fame di vittorie e una rosa in grado di vincere. Elementi sconosciuti al Napoli che, da troppo tempo, vive soprattutto di campagne acquisti fondate su giocatori su cui scommettere, per poi rivenderli con una elevata plusvalenza.

La sconfitta con la Juventus va messa subito in archivio. Mercoledì quella con il Liverpool sarà l’ennesima sfida importante non solo per in cammino in Champions League, ma anche per continuare a trovare un asseto che faccia sperare che le parole di Ancelotti diventino realtà. Il Napoli ha veramente bisogno di essere ancora protagonista.

Giuseppe Panella