Il giocattolo Napoli si è rotto, inutile girarci intorno. Non siamo nemmeno a metà stagione e il sogno di poter vincere il terzo scudetto della propria storia va ancora una volta, l'ennesima di questi ultimi anni, rimandata all'anno prossimo: e questo a voler essere ottimisti.

Sì, perchè solo un ottimista, qualcuno che non crede nella prima legge di Murphy, quella secondo cui "se qualcosa può andar male lo farà", potrebbe pensare che l'anno buono per lo scudetto sarà comunque il prossimo. Il Napoli odierno sembra l'esempio perfetto della legge appena enunciata e la partita contro il Milan ne è l'ennesima, plastica dimostrazione. Per i valori in campo, il Napoli avrebbe dovuto vincere abbastanza agevolmente ed invece è arrivato un pareggio condito dall'ennesima partita giocata sottoritmo, senza mordente e in cui il gioco si è visto probabilmente solo per una ventina di minuti a voler essere esagerati.

La classifica è meglio non guardarla, ma vi sono alcuni dati di fatto che appaiono incontrovertibili: 

  1. Di questo passo anche la qualificazione alla prossima Champions League verrà compromessa.
  2. Il Napoli che ha dispensato bel gioco su tutti i campi di Italia nel triennio di Sarri è ormai storia e non tornerà.
  3. Le componenti della società ormai sono in guerra e nulla di buono ne potrà venire fuori.

Della spaccatura tra società e giocatori si è ampiamente parlato in queste settimane: chi scrive è probabilmente tra i pochi che dovendo scegliere, spezza una lancia a favore di Koulibaly e compagni. Il motivo è molto semplice: si dice sempre che in campo ci vanno i giocatori e la proprietà doveva essere conscia che quanto fatto nel trienno di Sarri ed anche l'anno scorso era un qualcosa di straordinario per il valore della rosa. Per capirlo basta vedere come stanno andando le cose quest'anno, con una Inter che ha ingaggiato un allenatore come Conte e comprato giocatori del peso di Lukaku e Barella solo per fare due nomi, ritrovandosi in più un Lautaro Martinez cresciuto esponenzialmente rispetto al suo primo anno interista.

Quest'anno la società avrebbe dovuto investire pesantemente per garantire ad Ancelotti quei 2/3 giocatori capaci di far fare il salto di qualità definitivo alla squadra. Invece si è preferito limitarsi ad acquistare. come ipotetici "top player" Manolas,e Lozano. Il primo è un ottimo difensore ma che a differenza di Albiol non ha il carisma e la capacità di dirigere un reparto, il che ha portato come conseguenza la perdita di sicurezza da parte di Koulibaly, che solo contro il Liverpool ha mostrato tutta la sua grandezza. Il secondo è sicuramente un ottimo giocatore che però ha bisogno di tempo per ambientarsi e che ricopre un ruolo dove il Napoli era già ampiamente coperto. Chi scrive ritiene che quei 45 milioni di euro potevano essere spesi diversamente, magari per comprare un top player a centrocampo.

La società ha quindi delle responsabilità oggettive, per un mercato condotto con una scarsa logica, ma anche allenatore e giocatori ci hanno messo del loro. Ancelotti è un tecnico che non si può certo discutere, ma da un uomo con la sua esperienza non si può accettare che dopo quasi un anno e mezzo sia ancora il tempo degli esperimenti, con formazioni che sono sempre diverse da quelle precedenti. Questo è sintomo di confusione tecnico-tattica da un lato e forse anche di consapevolezza che il progetto è alla deriva e quindi, tanto vale provarle tutte. La squadra è in parte colpevole perchè da chi va in campo, specie in momenti complicati, ci si attende una reazione, fosse anche solo di puro orgoglio. Questa finora non vi è stata e l'unica attenuante che si può trovare è probabilmente il fatto che nella testa di alcuni giocatori sia scattato qualcosa, quasi una sorta di rappresaglia nei confronti di una proprietà che non ha mai davvero capito fino in fondo quanto questa rosa ha dato davvero tutto negli ultimi anni, andando oltre i propri limiti oggettivi.

Cosa fare ora? La situazione è molto complessa e soluzioni all'orizzonte non se ne vedono. Probabilmente la cosa migliore da fare sarebbe siglare una sorta di tregua fino alla fine della stagione, per cercare di salvare il salvabile ed arrivare alla prossima Champions League. Poi sarà il momento del redde rationem e probabilmente la cosa migliore per tutti sarà dividere le proprie strade. Quindi Ancelotti, i vari Mertens, Callejon, Insigne, Koulibaly, Allan, Zielinski, Milik, andranno via, per fare spazio ad un nuovo ciclo, dove i fari potranno essere Meret e Fabian Ruiz.

Un finale del genere fa pensare ad un matrimonio dove ci si è amati tantissimo, ma in cui ad un certo punto si è rotto qualcosa e non ci si è più capiti. A questo punto meglio lasciarsi decentemente e ricordare i momenti bellissimi che si sono vissuti.

Una cosa è certa: questo Napoli, con questi giocatori, passerà probabilmente alla storia come una delle grandi incompiute del calcio italiano e darà fiato a quanti pensano che per vincere il bel gioco non serva e non sia sufficiente.

Un vero peccato.