Ancelotti, riferendosi all'obiettivo della qualificazione agli ottavi nella conferenza stampa di martedì, aveva detto: "Abbiamo sin qui fatto un'ottima torta, adesso ci manca la ciliegina!" Non è arrivata al San Paolo, nonostante una vittoria mai in discussione e una buonissima prova per sessanta minuti: bisognerà metterla in Inghilterra sull'ottimo "dolce" confezionato sin qui, in quello che è uno dei templi del calcio mondiale.
 
L'AMARO PARADOSSO DI RECORD INUTILI - Si arriva così alla grottesca situazione vissuta ieri all'uscita dello stadio di Fuorigrotta, dove si sentiva mormorare la gente delusa. Colpa della sconfitta del Liverpool - imbattuto in Premier e finalista dell'ultima Champions - a Parigi, che mette il Napoli in condizione di andare l'11 dicembre a Anfield e non dover perdere 1-0 o con più di un gol di scarto.
Sembra uno scherzo, ma il Napoli sorteggiato ad agosto con due delle squadre più ricche e quotate in Europa e dato da tutti come certo (o quasi) eliminato, giunge primo e imbattuto nel suo girone alla sesta giornata, ma un traguardo parziale totalmente inimmaginabile alla vigilia, non basta per vederlo già qualificato. Mai nella sua storia era stato imbattuto in Champions per cinque partite consecutive, riuscendoci tra l'altro attraverso un cammino durante il quale ha subito appena tre gol, nonostante abbia affrontato per tre volte alcuni dei migliori attaccanti al mondo. Eppure, può essere ancora "retrocesso" in Europa League: in tal caso, più che con tesserati "coglioni", come aveva detto Ancellotti martedì, sarebbe per tante ragioni sfortunato, come già avvenuto al Napoli di Benitez cinque anni fa, quando non bastarono 12 punti con Arsenal Dortmund e Marsiglia per la qualificazione agli ottavi.
 
BEL NAPOLI MA NON ABBASTANZA CATTIVO - Gioca bene il Napoli contro la Stella Rossa (che bello ammirare dal vivo il tifo così passionale dei tifosi serbi), ma ancora in mentalità deve fare un passo proporzionale alla qualità e facilità con cui costruisce occasioni da gol. Molto probabilmente il discorso qualificazione non cambierà per tale ragione, ma se i suoi attaccanti si fossero rimirati di meno sotto porta, contro la Stella Rossa la squadra di Ancelotti avrebbe fatto un altro paio di gol. Reti che avrebbero consentito di poter andare a Liverpool consci di poter perdere 1-0, risultato che invece a Liverpool sancirebbe l'eliminazione.
Per un Insigne che conferma un fisiologico calo, un Hamsyk che segnando il primo gol stagionale (anche il primo su azione da calcio d'angolo in questo 2018-19 per la sua squadra) festeggia il prestigioso traguardo d'essere il primo giocatore della storia partenopea a segnare per dodici stagioni consecutive. E lui, oltre al gol aggiunge invece la ciliegina personale (l'assist al secondo gol di Mertens).
 
CIRO È GRANDE - La serata europea celebra la grandezza ormai anche internazionale di Mertens. Il 31enne belga sigla una doppietta (splendida la sua seconda rete) che alza ulteriormente la personale media gol/minuti stagionale: in 1060 minuti giocati ha segnato già 10 gol (uno ogni 106) e sfornato quattro assist. Si continua a parlare di Cavani, ma intanto per il terzo anno "Ciro" sta facendo cose straordinarie, come testimoniato dal traguardo dei cento gol raggiunti con la maglia del Napoli. Resta però condannato, probabilmente a vita, a essere sottovalutato da un pregiudizio dovuto alle sue caratteristiche fisiche, storicamente inadatte per fare la prima punta ad altissimi livelli. Poco importa, quel che conta è che i suoi allenatori non sappiano fare a meno di lui (Milik è attualmente sempre più riserva nel ruolo di prima punta, come conferma il mancato utilizzo contro i serbi).
Lunedì sera, dopo un Chievo storicamente ostico per il Napoli, un'altra trasferta da sempre difficile, su un campo caldo e costantemente avverso ai tifosi e squadra azzurri.
Contro l'Atalanta di Gasperini occorrerà giocare per 90 minuti ad altissima intensità per recuperare quel che si è perso per la strada contro i clivensi.