Siamo al paradosso più completo; la notizia che per il big match di domenica prossima, la Questura di Napoli abbia consigliato ai tifosi juventini di non indossare simboli bianconeri nel tragitto verso lo Stadio San Paolo ha dell’incredibile.

Credo che ormai ci siano tutti i presupposti per un grande film sulla commedia all’italiana; e devo dire che la location non poteva capitare migliore di questa. Proprio Napoli che ha dato al celebre filone cinematografico nato intorno agli anni '50 grandi interpreti come Totò, Peppino De Filippo ecc;  senza considerare poi che in casa abbiamo anche il grande regista in Aurelio De Laurentiis.

Sembra che si sia arrivati a questa decisione perché oltre alla rivalità sportiva si teme anche una certa ritorsione da parte dei tifosi napoletani ai quali fu vietata la trasferta per la partita dell’andata allo Stadium di Torino; ma la decisione della Questura potrebbe essere vanificata, perché c’è il rischio che i possessori della tessera del tifoso che risiedono in Campania possano acquistare i biglietti e ritrovarsi in tribuna mescolati ai tifosi napolatani.

Ma l’incredibile - per quanto riguarda la sicurezza negli stadi - sta nel fatto che siamo arrivati al dover andare a vedere le partite in forma anonima, nel segreto della propria passione; si va allo stadio di soppiatto, nella speranza di non essere visti. Altrimenti sarà caccia all’uomo, anzi meglio dire, caccia al tifoso.
Ma che peccato, tutto questo proprio a Napoli, la bella Napoli; con quel fantastico golfo che ogni abitante della terra vorrebbe ammirare tutte le mattine al risveglio.
Certo niente da dire alla Questura Napoletana alla quale – a prescindere – va il plauso per tutto lo sforzo organizzativo previsto per la partita;  basta pensare agli ottocento agenti che verranno impiegati e ai mille steward che presteranno servizio nello stadio. Bravi tutti; grazie a tutti.

Ma il vero problema è un altro: perché si è arrivati a tanto? Vale a dire perché una Questura di polizia deve arrivare a vietare ad un appassionato di calcio di indossare la sciarpa della propria squadra; qui non si parla di Napoli-Juve, qui si parla di calcio italiano. Il problema vero non è la sicurezza,  ma è “questa sicurezza”,  fatta di divieti momentanei, di trasferte negate e di daspo di qualche settimana.
Il problema della sicurezza va affrontato cominciando dallo stadio, dentro allo stadio – bisogna  individuare  i violenti,  punirli in modo  severo ed allontanarli dagli impianti – l’unico deterrente possibile per fermare la violenza può essere solo questo.
In  Inghilterra nel dicembre scorso, al tifoso del Tottenham che aveva lanciato una buccia di banana contro l’attaccante dell’Arsenal  Aubameyang, la Giustizia Inglese ha inflitto una multa di 500 sterline e una daspo di 4 anni. Pensate che il tifoso era stato individuato con le telecamere fisse, trattenuto da uno steward e consegnato alla polizia che lo ha portato fuori dallo stadio.

Serve la certezza della pena che al momento non c’è, perché le misure applicate sono blande; e non mettono paura a nessuno, men che meno ai teppisti. 
Se si arriverà a fare questo, vale a dire a porre in atto misure severe con la certezza che verranno applicate, allora  si comincerà a risolvere il problema della sicurezza negli stadi – e questo sicuramente funzionerà da deterrente – e i teppisti sapendo che se vengono beccati verranno certamente puniti smetteranno di delinquere; anche lungo le strade di accesso allo stadio. E allora è molto probabile che ogni appassionato di calcio potrà tornare allo stadio in compagnia del proprio vessillo.