Eliminati ma non insoddisfatti.
Questo potrebbe essere il riassunto del ritorno in campo da parte dell’Inter dopo oltre tre mesi di stop.
Certo, c’è tantissimo da migliorare e soprattutto a livello individuale molti calciatori hanno reso al di sotto delle aspettative ma, soprattutto quanto visto nei primi 45 minuti, promette senz’altro ottime cose.

Una sfida che ha visto per larghi tratti la squadra di Antonio Conte superiore e con il pallone tra i piedi (il possesso palla nel primo tempo è stato addirittura del 65% contro il Napoli, mica male) salvo essere punita dall’unica vera palla-goal creata nella prima frazione di gioco dai partenopei, che hanno poi legittimato il pareggio con una ripresa più frizzante. Un 1-1 che ci può stare ma che forse sta stretto ai neroazzurri i quali, nel complesso, avrebbero forse meritato il passaggio del turno rispetto agli avversari.
Ma tanto è: la squadra campana si appresta a vivere la decima finale della propria storia nella competizione contro i rivali storici della Juventus. Un duello che promette sulla carta grande bagarre, nonostante i favori del pronostico cadano inevitabilmente sui bianconeri.

Detto questo, ecco le pagelle della sfida di ieri.
RICORDO PRE-GARA: 10
Inevitabile iniziare da qui: così come avvenuto nella partita tra Juventus e Milan, anche al “San Paolo” il match è stata preceduto dal minuto di silenzio indetto per le vittime dell’emergenza sanitaria, seguito dall’applauso per medici, infermieri e tutti gli operatori del settore che stanno combattendo questa terribile battaglia.
Doveroso.
Commovente anche il ricordo di Gattuso, il quale ha subito una gravissima perdita familiare all’inizio di questo mese.

IL GOAL DI ERIKSEN: 9
C’era una volta Palanca, calciatore simbolo del Catanzaro che tra gli anni ’70 e ’80 visse il periodo di maggior splendore della sua storia disputando diversi campionati di Serie A.
Per i pochi che non lo sapessero, il “baffo” era esperto nel segnare reti direttamente da corner. Ieri sera, il calciatore danese, con la complicità della difesa azzurra, ha tirato fuori dal cilindro una parabola insidiosissima, la quale si è insaccata in modo beffardo nella porta dei padroni di casa. Una rete sì fortunosa ma che comunque andrebbe celebrata in modo degno: segnare dalla bandierina non capita tutti i giorni!

LA PARTITA DI ERIKSEN: 6
Se il goal iniziale aveva fatto ben sperare, la restante parte di match non restituisce le giocate che tutti si attendono dal fenomeno ex Spurs. Lo sappiamo, è stato fermo mesi (come gli altri) e per un giocatore che già prima del blocco aveva bisogno di trovare la condizione non è semplice ma per questo “tour de force” la speranza del popolo neroazzurro è che si cominci a intravedere qualcosa in più di una gara tutto sommato sufficiente.
Peccato per l’occasione nel secondo tempo che avrebbe potuto cambiare le sorti della qualificazione e conseguentemente la valutazione della sua performance.

OSPINA SUL GOAL SUBITO: 4
Forse tradito dal leggerissimo tocco con la testa da parte di Giovanni Di Lorenzo, subisce una rete che nessun portiere vorrebbe mai iscrivere sul proprio curriculum.
Un inizio che peggio non si poteva e che lasciava presagire una serata non facile.
Ed invece….

OSPINA DOPO IL GOAL SUBITO: 9
Forse, i tifosi interisti, a posteriori, avrebbero fatto volentieri a meno di quel goal iniziale, visti gli effetti benefici che hanno prodotto sull’estremo difensore azzurro.
Interventi miracolosi, uno provvidenziale su Candreva nel primo tempo e un altro ancor più decisivo sul già citato Eriksen nella ripresa: già da soli basterebbero per reputarlo tra i migliori in campo.
A questo si aggiunga la grande intuizione sulla rete del pareggio, con quel lancio verso Insigne degno di un centrocampista navigato.
Titolarissimo.

MERTENS: 8 (6 per la partita, 10 per il record)
La partita del belga non è stata eccezionale se non fosse per la rete siglata che lo incorona re solitario dei marcatori “all time” della società. Dries, approfittando della difesa sguarnita nerazzurra e dell’assist di Insigne, deposita la palla che vale doppio: record e finale.
Una serata che lo porta dritto (sebbene lo fosse già) nella leggenda del club.

MAKSIMOVIC: 7,5
Insieme al portiere colombiano, il migliore in campo dei suoi. Centrale sicuro, sembra finalmente aver trovato continuità. Un difensore promettente che si era un po' perso ma che pian piano sta ritrovando certezze. Con prestazioni del genere si candida a ritagliarsi un posto di primo piano nell’ossatura della squadra di “Ringhio”.

CANDREVA DEL PRIMO TEMPO: 7,5
A tutta fascia, è il migliore in campo nei primi 45 minuti. Avrebbe meritato la rete del 2-0 che avrebbe cambiato completamente lo scenario del match. Paga la foga nella ripresa venendo poi sostituito.

I CAMBI TARDIVI DI CONTE: 4
La stima nei confronti del tecnico salentino e l’ammirazione per la sua tenacia e per il suo attaccamento alla causa della squadra che allena sono immutate ma ci sono due elementi che stanno cominciando a creare un po' di malumore: la sua testardaggine sul 3-5-2 (ma in questo caso non mi sentirei di attaccarlo su questo, considerando che Eriksen ha agito da trequartista puro) e, soprattutto, la gestione dei cambi. A maggior ragione che le sostituzioni consentite sono incrementate, davvero non si poteva pensare a qualche modifica prima del 70’? Per dire, la butto lì, Lautaro Martinez (completamente assente ingiustificato) non poteva essere spedito a farsi una doccia rigenerativa già all’intervallo? In vista di impegni ravvicinati i cambi in corsa diventano vitali e occorrerà dosarli in modo efficace altrimenti non avranno impatto.

LAUTARO MARTINEZ: 2
Voto volutamente eccessivo ma la delusione è enorme: le peggiori paure del tifoso neroazzurro si sono concretizzate ieri sera.
Sarà stata una serata storta, sarà che tutti i calciatori devono riabituarsi, ma l’argentino è stato un pesce fuor d’acqua, tanto che a un certo punto mi sono chiesto (e credo di non essere stato il solo) dove fosse finito, in quanto avrà toccato una quantità di palloni davvero minima.
Un professionista è tale e lungi da me pensare che sia con la testa altrove ma il “Toro” si deve svegliare: ieri la sua partita negativa è pesata tantissimo e per il campionato serve come il pane il suo pieno apporto.

LE CINQUE SOSTITUZIONI: 8
Una soluzione davvero ottima. Limitarle a tre slot rende tutto più fluido e i ricambi, se effettuati a dovere, possono garantire vivacità fino al novantesimo. Una bella iniziativa sulla quale si potrebbe riflettere anche per le stagioni successive: mantenerle non sarebbe così esagerato, a mio avviso.

LUKAKU: 6
Era ovviamente attesissimo: si sbatte come al solito ma stavolta non è decisivo sottoporta. La sufficienza la merita appieno, però, anche solo per la sua voglia di Inter: nonostante le difficoltà, trapela dal suo atteggiamento e dalle sue espressioni la convinzione di far parte di un progetto importante.

LA DIFESA NEROAZZURRA: 6-
Bastoni
troppo irruento, Handanovic che ha fatto prendere qualche brivido, De Vrij non ancora al top e, soprattutto, la distrazione collettiva sulla rete subita la quale, a conti fatti, è costata la qualificazione: i ritmi, lo ripeteremo all’infinito, sono tutti da recuperare ma queste piccole imperfezioni devono essere curate, soprattutto se in fase offensiva la situazione attuale è quella che è.

BROZOVIC: 5,5
Quando non gira, la squadra ne risente: ieri alcuni errori e meno qualità a cui ci ha abituato in questa stagione prima del lockdown.
Il croato è necessario per il gioco nerazzurro.

BARELLA: 6,5
Furore agonistico solito: niente di trascendentale ma vedere impegno e lotta è sempre importante.

IL MANCATO INGRESSO DI ESPOSITO: 5
Forse non sarebbe cambiato niente, ma mi ha fatto specie non vedere neanche qualche minuto il giovane attaccante schierato nel mucchio per provare a dare l’assalto alla finale.
Avrebbe fatto comodo magari al posto di Eriksen, arretrando l’agilissimo Sanchez (non male le indicazioni fornite dal cileno) e lanciando il baby al fianco di Lukaku, il quale aveva bisogno di una spalla migliore del “fantasmaMartinez di ieri.