La storia si ripete. Per il terzo anno consecutivo il Napoli diventa un “oggetto” misterioso. Dopo l’ammutinamento dell’era Ancelotti e il “quasi” esonero di Gattuso dello scorso anno, si è arrivati quest’anno a una nuova dimensione. Da Campioni a brocchi nel giro di appena 46 giorni. Era il 7 novembre quando, dopo 11 partite vinte e 1 pareggiata, gli azzurri partenopei hanno cominciato a mostrare le prime crepe contro il Verona. Da quel pareggio sono stati totalizzati la miseria di 8 punti in 8 partite, tre delle quali perse in casa.
Un mistero inspiegabile non nuovo che lascia molti dubbi e una domanda: qual è il vero Napoli? O, forse, sarebbe più lecito chiedersi perché ogni anno qualcosa frena la corsa della squadra verso la vittoria lo scudetto. La sensazione, che diventa una certezza, è che l’obiettivo principale sia quello di arrivare tra il secondo e il quarto posto. La qualificazione alla Champions serve per racimolare qualche “spicciolo” e non fa alzare il monte ingaggi. Una probabile scelta di De Laurentiis che, dopo la vergognosa sconfitta contro lo Spezia, è andato negli spogliatoi a festeggiare al Natale. Un assurdo inconcepibile. Come folle è stata la cessione di Manolas. Ma non è necessario ingaggiare un novello Sherlock Holmes per spiegare quanto accaduto in queste ultime partite. Bastano le parole dette da Ghoulam nel post- partita.

GHOULAM - «Oggi il Napoli non ha subito un tiro in porta, eppure ha perso. E' la seconda, terza volta che succede. Quindi, qualcosa c’è e dobbiamo risolverlo presto perché sono punti molto importanti che ci permettono di arrivare all’obiettivo che abbiamo stabilito sia la società, che i tifosi e anche noi».
Ma qual è l’obiettivo? E, soprattutto siamo sicuri che sia comune? I tifosi sperano di vincere lo scudetto. A loro il calciatore naturalizzato algerino chiede scusa dicendo «speriamo di fare una grande seconda parte di campionato». Parole che contrastano con il De Laurentiis-pensiero che lo stesso Ghoulam riferisce. «Il presidente è venuto e ci ha detto che abbiamo fatto una grande parte di campionato». Il terzino parla anche della squadra. «Queste situazioni non sono un problema di quest’anno. Si tratta di una cosa che riguarda i calciatori. Non viene dall’ambiente né dello staff tecnico né dalla società e dobbiamo risolverlo. Ci sono grandissimi giocatori in questo gruppo e dobbiamo dimostrare la qualità sia mentale che calcistica».

SPALLETTI – Un problema che riguarda direttamente l’allenatore, che deve riportare la squadra alle condizioni di inizio campionato. Ma da settimane Lucianone sembra essere un allenatore nel pallone. Le sue incredibili scelte nelle ultime settimane sono sotto gli occhi di tutti. La decisione di sostituire a Milano Petagna con Mertens, consegnandosi di fatto alla squadra meneghina, è stata seguita da quella cervellotica di far giocare Lozano, tra i migliori contro gli uomini di Pioli, a sinistra affidando la fascia destra a uno spaurito Politano. Ma anche le sostituzioni di Mertens, nell’intervallo, e di Zielinski lasciano qualche perplessità, così come l’impiego di Elmas a pochi minuti dalla fine. Un’assenza dall’undici iniziale che ha sorpreso non poco. Forse sarebbe bastato, nel secondo tempo, inserire Elmas al posto di Mario Rui, arretrando Anguissa e allargando Juan Jesus. Ieri a poco è servita l’aria afflitta che Spalletti ha palesato in conferenza stampa. Quest’ultima non manca di lasciarci un’ultima considerazione. Perché le domande sono state fatte da un unico giornalista e non è stato concesso il giusto spazio agli altri inviati? Domande alle quali gli interessati potranno rispondere con i fatti.
Sotto l’albero di Natale sarebbe opportuno trovare un sostituto di Manolas e una condizione mentale ottimale per far bene alla ripresa del campionato contro il rivale di sempre: la Juventus. Il rischio è che i prossimi due mesi, privi degli africani, possano trasformarsi in un bagno di sangue.

Giuseppe Panella