Il Napoli, escludendo il Milan, che da anni ormai naviga in acque torbide, è sicuramente la più grande delusione di questa prima parte di campionato.

Eppure la stagione non era partita malissimo e i partenopei erano considerati i primi rivali della Juventus per la corsa al tricolore. La vittoria 3 - 4 a Firenze aveva dato segni di una squadra che giocava bene con delle idee precise, ma ancora con qualche lacuna difensiva che, però, era accettabile tenendo conto del fatto che 2 giocatori su 4 erano nuovi e giocavano insieme per la prima volta in una gara ufficiale.
La giornata successiva è arrivata una sconfitta dopo una roboante partita contro la Juventus finita 4 - 3 per la Vecchia Signora. Anche in questo caso la difesa ha lasciato desiderare facendo in modo che la squadra andasse sotto di 3 reti all'ora di gioco. Dopo, però, la squadra sembrava essersi svegliata riportando il risultato sul pari con due reti dei due nuovi acquisti in difesa Manolas e Di Lorenzo, ma nel finale un pallone malamente svirgolato da Koulibaly termina sotto l'incrocio dei pali alla sinistra di Meret e la gara finisce per 4 a 3 in favore della Juventus.

Ancelotti aveva fiducia nella squadra e alla terza e quarta giornata sono arrivate 2 vittorie con 6 gol fatti e 1 subito. Il Napoli sembrava veramente voler fare la voce grossa in questo campionato, giocava col 4 - 4 - 2 con una coppia di centrali che, a detta di tutti era la più forte del campionato, 3 centrocampisti alternabili a seconda delle partite ma che nella stagione precedente avevano garantito un altissimo rendimento e 2 punte centrali, di cui una era Mertens, quindi un'attaccante di peso e una seconda punta che svariava su tutto il fronte offensivo. Gli esterni, però, erano sacrificati, perché da una parte a Callejon toccava fare un lavoro un po' più sporco di quello che era abituato a fare, mentre dall'altra Insigne non si era mai ambientato nemmeno nella passata stagione, durante la quale alternava dei periodi di alta resa, anche da seconda punta, ad altri di invisibilità in campo. E così è stato anche fino a questo momento per Lorenzinho.

Dalla quinta giornata, sconfitta in casa contro il Cagliari, qualcosa sembra essersi rotto. Il Napoli non riesce più a vincere, se non in due rare occasioni contro Brescia e Verona, né a convincere con prestazioni ampiamente sotto la media. La squadra che in campionato non ingranava, ma in Champions riusciva addirittura a battere il Liverpool  in casa per 2 - 0, era stata sottoposta ad un ritiro punitivo di una settimana, nella quale avrebbe affrontato il Salisburgo nella massima competizione europea e il Genoa in campionato. I giocatori erano contrari alla scelta del presidente e, al termine di un'altra deludente partita terminata 1 - 1 contro il Salisburgo, lasciano il ritiro e tornano nelle loro abitazioni, eccetto Malcuit e il mister.
De Laurentiis è su tutte le furie, nei giorni seguenti tutti i giocatori riceveranno multe salate ed alcuni di loro verranno esclusi nelle successive gare di campionato. Ancelotti, individuato come capo espiatorio, non riesce più a tenere a bada lo spogliatoio e questo in campo si vede. La situazione è incontrollabile e si arriva fino a ciò che nessuno a inizio stagione poteva pronosticare, l'esonero di Ancelotti.

Al suo posto arriva Gennaro Gattuso che impone da subito il suo 4 - 3 - 3 con a sinistra Insigne, finalmente tornato nel suo habitat naturale, come dimostrato anche nella partita contro il Perugia in Coppa Italia terminata con una doppietta, seppur su rigore, a destra uno tra Callejon e il gioiello di mercato estivo Lozano e al centro Milik come punta di peso, oppure Mertens per un tridente rapido e leggero. Escluso così Llorente, arrivato in estate per fare il vice di uno dei due attaccanti in un modulo con 2 punte, ma ora diventato la terza scelta. A centrocampo, come dimostrato nelle prime uscite del nuovo Napoli di Ringhio Star, così chiamato da De Laurentiis in conferenza di presentazione, trova il suo punto debole, manca una regista, né Allan né Zielinski né Fabian Ruiz si trovano a loro agio in quella posizione e così dal mercato di gennaio arrivano Demme, regista puro prelevato per 10 milioni di euro dal Lipsia e Lobotka, regista o mezzala acquistato per 25 milioni totali dal Celta Vigo.

Se il Napoli di Gattuso e del rinato Insigne potranno risollevare una stagione fin qui deludente, solo il campo potrà dircelo, già da questa gara contro la Fiorentina, dove si cercherà di ritrovare la squadra di inizio campionato, nella speranza che torni quella che ci ha fatto innamorare con un calcio rapido e fluido, ma che quest'anno sembra che non sia quasi mai partita.