Agosto, la Bombonera trema, il Boca Juniors affronta i brasiliani del Paranaense negli ottavi di finale della Coppa Libertadores, la Champions sudamericana. È una serata di festa per il Boca, se non fosse che il cuore del suo centrocampo, Nahitan Nandez, sta disputando la sua ultima partita con la camiseta della squadra argentina. Forti della vittoria di misura per 1-0 nella partita d’andata, al ritorno, dopo un primo tempo a senso unico dove manca solo il gol, Abila sblocca il risultato. A raddoppiare ci pensa, a recupero inoltrato, il nuovo entrato Salvio. Al suo posto, al minuto 75, viene sostituito proprio Nandez che si prende la standing ovation dei 50.000 presenti, i quali gridano all’unisono il suo nome.

L’uruguagio è emozionato e non riesce a trattenere le lacrime. Finisce un capitolo della sua carriera e l’Italia, la Sardegna, sono pronti ad accogliere un grande giocatore.

Nahitan nasce il 28 dicembre del 1995 a Maldonado, cittadina uruguaiana situata a due ore dalla capitale Montevideo. Il nome lo sceglie la madre, ma non è un nome come gli altri, perché´ lo inventa lei, come afferma in un’intervista al quotidiano locale El Observador. La vivacità di Nandez si nota fin da subito e il piccolo si fa strada nel club della città natale, l’Atletico Fernandino, dove rimane fino ai 17 anni, quando il Peñarol lo acquista nel 2013. Al suo esordio in prima squadra, a 18 anni, l’allenatore non perde l’occasione per elogiare le doti di questo ragazzino, sottolineando appunto la personalità e il carattere. Proprio il tecnico Antonio Pacheco D’Agosti afferma "se mostró bárbaro", che nel gergo uruguaiano significherebbe stupendo, fantastico. Le ottime prestazioni nei gialloneri del Peñarol gli fanno conquistare un posto da titolare in nazionale, dove il tecnico Tabárez, che lo conosceva già, lo aspetta a braccia aperte. Nandez inizia ad avere gli occhi addosso da tutto il mondo, arrivano offerte da Inghilterra, Italia e Messico ma ad avere la meglio sono i vicini di casa del Boca Juniors. È settembre 2017 quando fa il suo esordio in quello stadio magico della Bombonera. Dopo alcune difficoltà iniziali, Nandez ottiene la titolarità nel club argentino verso marzo, approfittando anche di un infortunio dell’ex galactico Gago. Il suo è un exploit, tant’è che nel mondiale in Russia sarà titolare inamovibile con la celeste, saltando solamente la partita del girone contro l’abbordabile Arabia Saudita (entra al minuto 82).

Il calcio sudamericano è diverso come ci racconta spesso il grandioso Federico Buffa. Nahitan Nandez diventa in poco tempo un idolo alla Bombonera e los Xeneises, i tifosi del Boca, non perdono occasione per dedicargli dei cori. Uno dei cori più famosi della tifoseria dice "para salir primero hay que poner más huevos" ovvero "per arrivare primi bisogna uscire gli attributi". Grinta, sacrificio, tenacia e attributi Nandez ne ha da vendere e quando un giocatore deja todo en la cancha, quando dà tutto sul campo, non può che diventare un beniamino di qualsiasi tifoso, a prescindere dalla squadra che si tifi. "Quando era bambino giocavamo insieme" racconta il padre "e le volte che perdeva piangeva sempre, è un guerriero e la voglia di vincere se la porta dietro tuttora".

L’arrivo di Nandez al Cagliari è un acquisto da 10 e lode, è un giocatore che può far sognare la tifoseria sarda nonostante le due sconfitte iniziali contro Brescia e Inter. In estate sono arrivati anche innesti come Pellegrini, Simeone e il grande ritorno del Ninja Nainggolan. Adesso sarà compito del tecnico Maran trovare il giusto modulo per far esprimere al meglio i suoi. Intanto nel match di domenica sera alla Sardegna Arena Nandez ha mostrato il suo essere combattente, con i tanti palloni recuperati e dei tackle al limite.

Francescoli, O´Neill, Diego Lopez, Abejon e Fonseca sono solo alcuni degli uruguaiani che nella loro carriera hanno fatto tappa a Cagliari: vedremo come si svilupperà la parabola dell’ex Boca, nel frattempo "mucha suerte, che"!