Non solo l’Italia è stata travolta dal vortice del calcio scommesse. Negli ultimi anni tutta l’Europa calcistica è stata protagonista di corruzione, con partite truccate e comprate come se fossero beni di prima necessità. Le persone interessate? Tutte legate alla malavita, pronte ad investire su un business molto prolifico. Dopo lo scandalo di “Calciopoli”, l’ultimo esempio è quello della Spagna. Arrestati ex calciatori e dirigenti, con l’accusa di aver falsato il risultato di alcuni match solo per guadagnare qualche spicciolo in più ai danni degli spettatori recatisi allo stadio. Ma il popolo iberico non è il solo: in passato questo terremoto è arrivato in Germania e in Grecia, fino a passare per la Spagna. Dimostrazione di come l’illegalità non ha confini.

GERMANIA – Il tutto è cominciato con un’indagine della procura di Bochum nel 2009, quando si è scoperto un piano ben strutturato di frode legato ai campionati minori austriaci, belgi e tedeschi. Non solo calciatori: in manette finiti anche arbitri e dirigenti. Il giro di affari non riguardava soltanto quelle leghe: si vengono a scoprire dati sconcertanti, come dodici match combinati di Champions League. La Uefa è sotto shock, tanto da definire quest’accaduto come il peggior scandalo che abbia mai coinvolto il calcio europeo. Dalla temperatura teutonica fino ad arrivare ad Atene, altra città protagonista di un’escalation di combine che ha sconvolto i tifosi delle squadre interessate.

GRECIA – Dopo la stagione 2009/2010 si scopre una cupola sulla falsariga di “Calciopoli” che porta all’arresto di 10 persone. Quarantuno gli incontri truccati, altre settanta persone indagate e bomba scoppiata a livello mediatico. La giustizia sportiva però in questo caso è misericordiosa: leggere penalizzazioni ai club, tesserati sospesi e retrocessioni annullate. Eppure l’accusa era enorme: associazione a delinquere, con il metodo “italiano” delle telecomunicazioni che presto affibbia il nome di “Koriopolis” allo scandalo (dal greco Korios che significa intercettazione).

SPAGNA – L’ultimo esempio recente di un pallone sempre più fittizio risale proprio a ieri, quando in Spagna si scopre un giro tra ex calciatori e vertici di alcune società coinvolti in una vera e propria organizzazione destinata a falsare il risultato di alcune partite. Il ciclone sembrerebbe aver colpito anche un paese prima immacolato da certi illeciti. Undici persone arrestate tra cui anche Raul Bravo (in passato al Real Madrid) e il presidente dell’Huesca Agustin Lasaosa. Criminalità organizzata, che spesso sfocia in vere e proprie inchieste che suonano come un boccone amaro per tutti gli appassionati di questo sport. Un effetto domino, partito nel 2006 e giunto al 2019. Le autorità lavorano, cercando di assicurare la correttezza in un calcio diventato sempre più marcio e offuscato dalle banconote del match-fixing.