Qualche giorno fa un’amica mi ha raccontato di aver conosciuto una persona appassionata a tante cose, e più che sufficientemente portata a farle tutte, con il solo “piccolissimo” difetto di abbandonarle una volta imparate per la continua ricerca del nuovo. Dopo avermi parlato di quel “caso umano”, mi ha invitato a leggere un articolo che descrive un dono di natura per certi versi visto come un handicap dagli stessi beneficiari e da una fetta del mondo che li circonda: la multipotenzialità.

Quelli che vengono definiti multipotenziali, o per meglio dire che così si autodefiniscono, sono individui irrealizzati alla ricerca del proprio io, molto severi con loro stessi, schiavi di una continua insoddisfazione, della continua ricerca del sapere e del nuovo, mai completamente felici a causa di un continuo conflitto interiore, per la sensazione di essere incompleti, imperfetti, mai veramente bravi e specializzati a fare qualcosa.

Cos’è esattamente un multipotenziale? Un multipotenziale è uno che da bambino diceva di voler fare l’astronauta, il chimico, il calciatore, il giornalista, il giocatore di borsa, il concessionario di pubblicità e l’organizzatore di eventi, è uno che passa tutta la vita a leggere, ascoltare, imparare, applicarsi nel fare, uno che sa fare molto ma non è specializzato in niente.

Quello è il vero dramma del multipotenziale, saper fare tante cose ma non essere da dieci e lode in nessuna. Un po’ come quei calciatori, chiamati jolly, che possono giocare ovunque, in difesa, a centrocampo e in attacco. Giocatori che sanno difendere, impostare e attaccare, che indossano tutti i numeri di maglia, ma nessuno è veramente il loro. Attenzione, non sto parlando di gregari, di faticatori. I multipotenziali sono fantasiosi, creativi, organizzatori, hanno iniziativa, se lo vedono necessario si mettono sulle spalle le responsabilità del gruppo, mirano alla leadership.

Il multipotenziale è curioso, nell’accezione positiva del termine, ha una sana curiosità per le cose nuove e per l’approfondimento, lo studio del dettaglio di quelle già di sua conoscenza.

Il multipotenziale è creativo, sempre con l’interruttore acceso, MAI fermo. Organizza feste, si inventa un giorno P.R., l’altro barista e l’altro ancora disc jockey. Può essere un romanziere, sa improvvisarsi ballerino, si sveglia un mattino e scrive una canzone.

Il multipotenziale è discontinuo, non sempre finisce di leggere un libro, gioca una partita mettendoci l’anima e quella dopo cercando l’ombra per non sudare, è quello che i giornalisti sportivi chiamano incompleto.

Il multipotenziale è affamato, competitivo, vuole conoscere sempre di più, vuole essere informato su tutto, vuole essere in grado di affrontare tutto, di dominare tutto, di vincere tutto.

Il multipotenziale è tendente alla noia, dopo un po’ qualsiasi cosa lo stanca, lo demotiva, lo annoia, non lo appaga.

Qualche anno fa, negli Stati Uniti, durante una conferenza TEDx, una relatrice intervenuta all’evento, parlò di sé stessa, del suo “problema” di essere multipotenziale, del pensiero che per molti anni l’aveva “perseguitata”, del suo sentirsi quasi inadatta in tutte le molte cose che faceva, perché in nessuna di loro riusciva perfettamente ad eccellere e perché sistematicamente se ne innamorava per poi abbandonarle. In quell’intervento rivelò di essersi sentita a volte “diversa” in un mondo dove la maggior parte delle persone si interessano veramente, con tutte le energie che hanno, a poche cose, magari a una sola, ma quell’interesse lo portano avanti per tutta la vita, e in quelle poche cose, tra le quali il lavoro, sono bravissime. Ha poi scoperto, grazie ad esempi di persone multipotenziali illustri che le hanno aperto gli occhi, quali sono i super poteri della multipotenzialità:

- sintesi delle idee

- apprendimento veloce

- adattabilità

Il multipotenziale ha la capacità di trovare un punto di intersezione tra due argomenti diversi di sua conoscenza, e grazie a quel punto in comune riesce a creare, a dare forma a qualcosa di nuovo. Il multipotenziale apprende velocemente, perché quando è interessato a qualcosa, lavora duro per impararla. Il multipotenziale si adatta facilmente, ieri era un venditore, oggi è un contabile, domani sarà un ristoratore o magari un giornalista.

Nel rinascimento essere multipotenziale era un plus, Leonardo Da Vinci è il più grande esempio di multipotenzialità della storia, fu scienziato, filoso, architetto, pittore, matematico, ingegnere e musicista.

Nell’epoca che stiamo vivendo, dove tutto cambia velocemente, dove l’innovazione, il progresso fanno nascere nuove professioni, dove ogni giorno un settore chiude e un altro apre, c’è forse oggi più di ieri bisogno di figure con più attitudini, con molti interessi, persone sempre alla ricerca della conoscenza, disposte ad imparare e a farlo con impegno e velocemente, professionisti del tutto e specialisti del niente.

La multipotenzialità è un’arte, non metterla da parte.