I tifosi rossoneri impazzano, chi si crea addirittura regole assurde interpretando male la situazione societaria, la stessa stampa è divisa, chi va contro la nuova proprietà, chi contro la vecchia, chi contro la dirigenza, chi contro Elliott. 

Partiamo dal capitolo sentenza Uefa, quello che ha scatenato tutto e tutti, bene, queste sono le regole che dovrebbero esser rispettate per il FPF:

1) Dare al sistema finanziario delle società un ordine e una razionalità 2) Stimolare l'auto-sostenibilità delle società, soprattutto a lungo termine 3) Stimolare la crescita delle infrastrutture 4) Stimolare la crescita dei settori giovanili 5) Incoraggiare la società a competere soltanto entro i propri introiti 6) Accertarsi che le società onorino gli impegni finanziari nei tempi prestabiliti 7) Diminuire le pressioni sulle richieste salariali e sui trasferimenti 8) Limitare gli effetti dell'inflazione nel mondo calcistico

I casi passati di esclusione dalle coppe, hanno coinvolto le seguenti società per le motiazioni qui elencate: 1) Alcune società si sono ritrovate con debiti scaduti, come il Besiktas che è stato escluso per due stagioni dalle coppe europee. 2) Bursaspor e PAOK hanno ricevuto sanzioni simili per aver violato le licenze UEFA Pro. 3) Per il 2013 a causa dei pagamenti di stipendi arretrati sono state escluse della competizioni UEFA: Málaga (Spagna), Hajduk Spalato e Osijek (Croazia), Dinamo Bucurest e Rapid Bucurest (Romania) e Partizan Belgrado (Serbia).

In questo caso, il problema dell'ipotesi Uefa di esclusione o meno dalle competizioni europee è dettato dal fatto che al Milan vogliono applicare le nuove normative sulla trasparenza e capacità finanziaria della proprietà. A prescindere che tale normativa non sia attualmente ancora stata approvata, risulta difficile capire come l'Uefa nel caso di una proprietà diffusa (es. R.Madrid o Barcellona), possa verificare una tale prerogativa. Oltretutto è ben chiaro che se un proprietario deve "mettere in piazza" i propri affari esterni al calcio, ben difficilmente continuerà o entrerà nel mondo del calcio (superfluo spiegarne le motivazioni). L'Uefa sta andando, e non se ne comprendono i motivi, verso aspetti che non dovrebbero riguardala. In fin dei conti se il PSG spende 200mil per un giocatore o un oscuro investitore cinese acquista il Milan, sono tutti soldi "freschi" che entrano nel mondo del calcio. Quindi andrà a verificare che esistano le risorse specifiche sufficienti del proprietario (ad esempio con delle fideiussioni irrevocabili). Elliott si è fatto garante per la continuità aziendale, ma non è bastato, la stessa Fifa si è messa contro la Uefa per tale motivo, e lo è da molto per le competizioni internazionali riservate ai club, ed il Milan, fresco d'invito al Mondiale del 2021, è la squadra perfetta per litigare, ovvero con grande nome ma pochissimo peso politico. Quindi probabilmente, anche se i reali proprietari del Milan si palessassero, mettendo sul piatto miliardi di euro, non basterebbe comunque. La Uefa vuole usare il Milan per lanciare un segnale forte, una decisione quasi politica.

In caso di esclusione dalla Uefa: Il club rossonero sottolineerà per l'ennesima volta, che i deficit appartengono alla vecchia proprietà e che la nuova ha messo invece in atto una politica più virtuosa. Inoltre, contrariamente da quanto scritto in questi giorni dal NYT, in caso di falimento nel secondo grado di giudizio, e conseguente estromissione, il Milan avrà ancora la possibilità di appellarsi al TAS di Losanna, con ampie possibilità di esser riammesso. Poi la camera giudicante, che deciderà il 15 Giugno (o prima), è un organo indipendente, quindi con indipendente giudizio. Se proprio dovesse arrivare la squalifica alla partecipazione alle Coppe e la riduzione della rosa o l'impossibilità d'inserire nuovi giocatori in rosa (validità solo per le partite europee), il Milan entrerà in una fase lunga 3 anni in cui verrà attenzionato da parte dell'Uefa. Pertanto verrà comunque imposto un controllo sui bilanci, stretto, che solo rientrando nei parametri del FPF potrà poi portare all'accettazione nelle liste Uefa (CL o EL che sia). Non è che non giocando in Europa la società può fare quel che vuole, è evidente che senza un bilancio che poi arrivi almeno al pareggio, ogni tentativo di rientrare sarà impedito. L'esempio lo si ha con l'Inter, la quale, essendo sotto stretto controllo da parte dell'Uefa, non può sforare sul bilancio con acquisti di giocatori. Questi avvengono solo attraverso cessioni (ad esempio quest'anno dovrà cedere per una 40ina di mil.) o attraverso un incremento del fatturato (cosa che quest'anno non è avvenuto). Ed a riprova anche che il Milan non si presentò all'Uefa 3 anni fa (quando Barbara Berlusconi cancellò l'incontro) in quanto esclusa dalle coppe, ma comunque gli anni considerati, nel rinvio al tribunale Uefa, si riferiscono proprio a quel periodo. Da tener anche conto che la "permissività" sui nuovi proprietari di società, prevista dalle normative del FPF, è sempre in funzione dei 3 anni. Per cui per avere certe agevolazioni (sforamento del bilancio per una 30ina di mil. annui) dovranno passare 3+1 anni dall'acquisto di Li. Ed anche qui l'esempio dell'Inter dove il subentro di Suning non ha mutato il rispetto di quanto imposto dall'Uefa.

Da notare che il presidente Yonghong Li ha appena versato 10 milioni richiesti dal Cda rossonero per l'ultimo aumento di capitale (altri 30 dovranno entrare in cassa entro fine mese), dando un segnale forte agli azionisti, rispettando per l'ennesma volta le scadenze, e che questa volta i soldi son partiti da Shanghai e non da Hong Kong,  cosa che potrebbe rivelarsi piuttosto interessante. Perché per chi non lo sapesse, Hong Kong è una sorta di paradiso fiscale, come Lussemburgo o le Cayman,  quindi significa che per far partire i soldi da Shanghai equivale a dire che il governo cinese ha dato l’ok. Potrebbe non significare nulla, ma anche tanto.

Quindi per i più malfidenti(me compreso), verrebbe da chiedersi, quale imprenditore sarebbe così stupido da spendere tali cifre, per poi perdere l'azienda nel giro di così poco tempo? Diciamo che forse forse il proprietario del Milan non avrebbe comprato i rossoneri con la sua cassaforte già vuota! 

In passato, esistevano due motivi principali per cui la Cina si muoveva all’estero: 1) ricerca di competenze, know-how, tecnologia 2) risorse naturali. Il modello è semplice e comporta l’ingresso nell’azionariato di una società occidentale con le competenze desiderate, anche con quote di minoranza, ma con una rappresentanza nei consigli di amministrazione in modo da poter esercitare una certa influenza sulle decisioni di mercato e operative dell’azienda acquisita. I manager cinesi osservano, in silenzio, studiano e poi decidono le linee aziendali. Spesso si tratta di contribuire all’apertura del mercato cinese ai prodotti di tale azienda, talvolta si va solo per imparare e cercare di duplicare il modello di business in industrie indigene.

Ma allora cosa diavolo vuole la UEFA, cosa non gli torna? Semplice, da dove provengono i soldi e nel caso chi c'è dietro! La Uefa è stat chiara: "La camera di investigazione dell’Organo di Controllo Finanziario per Club UEFA (CFCB) ha deciso di rinviare l’AC Milan alla camera  giudicante del CFCB per la violazione delle norme del fair play finanziario, in particolare per la violazione della regola del pareggio di bilancio (break-even rule)."  Ciò significa che i dubbi sono esclusivamente sulla proprietà e le sue garanzie in termini di proventi e non sulla società Milan.

Ma quindi se la Uefa ha dubbi sulla proprietà del Milan, chi è effetivamente Li Yonghong?  Mr Li oltre ad essere ovviamente il presidente onorario del Milan, possiede alcune partecipazioni (con la moglie) in aziende di packaging. Ha una quota del New China Building, un grattacielo situato a Guangzhou. Il suo patrimonio non è ben chiaro, sicuramente non lo rende visibile nella lista dei 400 più ricchi in Cina, c'è chi dice che ammonterebbe a 504 milioni di euro, ma non ci sono conferme. È socio di maggioranza della Guizhou Fuquan Group, società attiva nell’estrazione mineraria, lavorazione e vendita di prodotti in fosforo, proprietaria della più grande miniera di fosforo cinese. la moglie è una ricca ereditiera di Guandong, ma non si sa quanto ammonta il suo patrimonio. E Xu Renshuo è suo nipote, lui è lo zio se non erro, e ha il New China Building, la proprietà della maggioranza. da qui probabilmente le domande della UEFA: mi spiegate uno con un patrimonio che neanche si sa se raggiunge 500 milioni possa comprare il Milan che ne vale il doppio? Che garanzie ha dato alle banche? Lui con il suo patrimonio non può comprare il Milan, qualcuno dice, c'è Lu Bo, presidente di Haxia Capital nel cda è lui il vero proprietario! Cambierebbe poco perché Haxia, con un giro d'affari di solo 2,2 mld di $, non può essere il reale proprietario. Troppo "piccola" per l'investimento in corso. E' solo uno dei soci di minoranza. E poi nel cda ci sono anche personaggi legati alla vecchia proprietà.

Il passato e presente da broker e prestanome Qualche tempo fa, sempre il "New York Times" gettò ombre su Yonghong Li: "La miniera non è sua, i parenti in galera", la miniera in questione apparterebbe in realtà a una società di investimenti, chiamata Guangdong Lion Asset Management  che negli ultimi due anni ha cambiato diversi proprietari.  Non ultima la recente sanzione della Consob cinese che accusa di prestanome Yonghong Li per dissesto finanziario sulla Jie Ande, la holding del numero uno del Milan da poco fallita e che ha tenuto all’oscuro il mercato delle inadempienze con le banche e del proprio dissesto, fin dall’inizio del 2017, quando ancora doveva chiudersi l’operazione Milan. 

Lui, Mr Li, d'altronde è un broker, ovvero una figura che fa investimenti per conto terzi, ma si mormora che dietro a tutto ci sia ancora la vecchia proprietà che sotto la luce del sole, ma all'ombra di un prestanome (MrLI appunto), stia adottando una strategia per effettuare un rientro di capitale, o detta papale, riciclaggio di soldi.  Che il Milan sia stato quindi venduto a molto meno e magari ai 300 mln del finanziamento (da restituire a Elliott), e grazie a questa operazione, i 400 restanti , potranno rientrare  con il benestare di Mr Li? E che Mr Li sia quindi esclusivamente un prestanome della vecchia proprietà? Quindi che il cinese sia diventato, all'apparenza, il nuovo presidente del Milan, sborsando solo 300 mln e Berlusconi si riprenderà i 700 mln che non saranno mai dimostrati da nessuno, togliendosi di dosso il peso del Milan, che ogni anno costa 100 mln a bilancio? Difficile da dire, quasi rischioso, a quest'ora starebbero probabilmente entrambi in galera, visto che la procura di Milano controlla la provenienza dei soldi fino all'ultimo centesimo. O forse la stessa sa che il Milan è stato venduto realmente a 700 mln, provenienti dai conti offshore, quindi la procura ha potuto si controllare i soldi, ma nessuno possa esser sicuro realmente di quanti soldi abbia preso da Li, e quanti invece sian frutto di un riciclo.

MrLi, chi sei realmente ?