Sabato 23 novembre, ore 13:30. Olympic Stadium di Londra, West Ham-Tottenham: sono queste le coordinate che annunciano il ritorno in panchina di uno dei personaggi più amati, odiati, controversi e sicuramente mediatici del XXI secolo del football. José Mourinho è tornato in panchina, a quasi un anno di distanza dalla fine del rapporto con quel Manchester United che oggi, esaurito l’effetto novità garantito da Solskjaer, sta dimostrando che forse le colpe non erano tutte del manager portoghese. Che non sarà più lo Special One agli occhi del grande pubblico, ma che intende tornare ad esserlo e che per farlo ha scelto un club da troppo tempo a caccia di vittorie.

MOURINHO COME DON PIETRO? 

Un po’ come il Don Pietro Savastano di Gomorra, che invitava il clan a riprendersi ciò che era loro, così José Mourinho potrebbe fare con gli Spurs invitando la squadra a riprendersi le prime posizioni in classifica della Premier League. Il Tottenham Hotspur bello e scintillante delle ultime stagioni, trascinato dal tecnico Mauricio Pochettino fino a una storica finale di Champions League, si è sciolto in estate proprio a un passo dalla gloria, forse subito dopo l’ennesima delusione patita da una squadra che nonostante una crescita costante non è mai riuscita a compiere il definitivo salto di qualità. Per il quale forse è necessario uno specialista come José Mourinho, che inizierà la nuova avventura in un derby londinese ma naturalmente con la sua presenza diventa un evento mediatico di enorme spessore.

INGAGGIO MONSTRE 

Stando alle indiscrezioni di stampa proveniente d’Oltremanica il Tottenham pagherà a Mourinho un ingaggio annuo di 17.5 milioni di euro. Una cifra monstre che, tuttavia, non stupisce del tutto considerando che gli elevati stipendi, insieme alle vittorie, sono stati una prerogativa costante nella carriera dell’allenatore lusitano, il quale, paradossalmente, si è arricchito anche quando è stato licenziato o ha lasciato la panchina dei club precedentemente allenati prima della scadenza contrattuale.

LA PARTITA 

Gli Spurs dovranno vedersela con un West Ham in crisi, guidato da un Pellegrini in dubbio e che ha vinto l’ultima gara ben due mesi fa contro il Manchester United, l’ultimo club di Mou. Quando si dice il caso…

West Ham-Tottenham darà il via alla 13esima giornata di Premier League e segnerà il ritorno in panchina a quasi un anno di distanza di José Mourinho. Il nuovo tecnico degli Spurs vuole presentarsi con una vittoria in trasferta che a Kane e compagni manca da 12 turni, ma i padroni di casa in crisi che non vincono in campionato da 6 turni non sono disposti a rendergli la vita facile in uno dei tanti derby londinesi che caratterizzano il calcio inglese. West Ham-Tottenham non è una rivalità molto sentita nella realtà del football londinese ma rimane comunque un derby, e come tale sfugge spesso alle logiche di classifica.

MOU VUOLE IBRA 

Il Bologna e negli ultimi giorni in particolare il Milan sono stati collegati spesso al nome di Ibrahimovic e al suo ritorno in Italia. La società di Milano sembra che abbia già avuto dei contatti con Mino Raiola per provare a dare un'accelerata e riportare lo svedese a Milanello. Ma dopo l’esonero di Pochettino e l'approdo dello Special One sulla panchina del Tottenham per Boban e Maldini spunta una rivare in più sulla trattativa per Ibra. Dopo che hanno già lavorato insieme all'Inter e al Manchester United è noto a tutti il grande rapporto che si e instaurato tra Ibrahimovic e il nuovo tecnico degli Spurs. Anche se nella conferenza stampa di presentazione il portoghese ha dichiarato che - non vuole apportare modifiche nel mercato di gennaio - sembra che Mourinho avrebbe già chiesto a Ibra, (ancora in cerca di una nuova sistemazione dopo aver archiviato l’esperienza statunitense) di raggiungerlo a Londra.
Con la squadra impegnata a risalire la classifica in Premier e andare più avanti possibile in Champions League un Ibrahimovic in più potrebbe far veramente comodo al tecnico portoghese poiché dopo la cessione di Llorente al Napoli nella rosa del Tottenham c'è solo Harry Kane come centravanti e con lo svedese potrebbe avere più opzioni nel reparto avanzato oltre che essere un'alternativa al numero 9 della nazionale inglese in caso di bisogno.