Il calcio è strano, Beppe”: bisogna dirlo forte. Chi l’avrebbe mai detto che nell’emergenza infortuni, che sta attanagliando parecchie squadre in questo periodo, si nascondesse la possibile svolta. Eppure è così.

È ciò che sta accadendo alla Roma, con Josè Mourinho che a causa delle assenze ha dovuto cambiare schema tattico per ovviare alla mancanza di profondità della rosa, infoltita di giovani talenti e giocatori poco convincenti agli occhi del portoghese. Non è stato affatto facile modificare il modulo – “la squadra non è stata costruita per giocare con questo modulo”, ha ripetuto spesso Mou – tanto che, inizialmente, è esploso anche il caso Zaniolo.
Zero i minuti giocati dal gioiellino giallorosso in Genoa-Roma, anche Afena-Gyan, l’ultimo arrivato in prima squadra, gli è stato preferito. La spiegazione del tecnico è stata di natura tattica, nascondendo furbescamente anche qualche piccolo screzio: “Potrebbe giocare nei due d'attacco ma con più spazio rispetto a oggi”.

LA SVOLTA
È proprio nei due d’attacco che il 22 giallorosso ha giocato sabato pomeriggio a Bergamo, tornando a far ammirare quelle sue splendide potenzialità rimaste un po’ inesplose nell’ultimo periodo, anche per la fisiologica ripresa dall’infortunio. Il focus, però, è qui tutto sulla posizione in campo occupata dal classe ’99. Dopo mesi sulla fascia è tornato a giocare per vie centrali, tra le linee, come alle origini, quando tra Virtus Entella e Inter Primavera occupava la casella del trequartista.
In casa dell’Atalanta, come detto, si è esibito da seconda punta, avendo ugualmente quella libertà di movimento, di spaziare qua e là, di cui ha estremamente bisogno per esprimere il suo calcio e che da esterno non aveva poi così tanto. La partita contro la squadra di Gasperini rappresenta il manifesto del suo stile di gioco. Tanto movimento, per non dare troppi punti di riferimento ai nerazzurri, che, si sa, giocano uomo su uomo, lotta nei contrasti (6 su 17 vinti) con la sua potenza fisica e soprattutto quegli imprevedibili strappi palla al piede, un incubo per gli avversari, e una qualità eccelsa nella fase di rifinitura.
Le azioni del primo e secondo gol sono da guardare e riguardare, anche prima di andare a dormire per passare una notte serena, ed esemplificano la sua importanza tecnica perché è grazie a lui che diventano occasioni. Nella prima, su lancio di Cristante Zaniolo, spalle alla porta, venendo incontro aziona con il tacco Abraham che fa uno-due con il compagno prima di involarsi in porta. Nella seconda, dalla fascia sinistra c’è un apertura stellare di Mkhitaryan per il 22 che, in posizione centrale, con un magico tocco "no look" fa correre Veretout il quale poi, al limite dell’area, ricambia l’invito ripassandola a “Nick”, che ricama la palla con il destro spostandosela sul sinistro, con cui batte Musso.
Con la libertà di muoversi per il campo Zaniolo ha fatto saltare il banco mettendo in pratica la sua classe. È stata notevole anche l’intesa con Abraham, che con un compagno accanto, soprattutto se di questa qualità, è sembrato trovarsi più a suo agio rispetto a quando faceva la punta singola. E se è vero che a Bergamo NZ22 e l’inglese hanno particolarmente incantato, c’è da dire che già contro il Torino, a fine novembre, c’era stata qualche avvisaglia positiva.

La versione ala del nazionale azzurro lo vedeva non tanto coinvolto nel vivo del gioco e anche gravato di troppi compiti difensivi. Sembra, però, che l’emergenza abbia inavvertitamente fatto scoprire a Mou il ruolo più adatto al suo giovane talento. È, perlomeno, la grande speranza del calcio italiano perché lo Zaniolo continuamente sui livelli di Bergamo sarebbe un enorme regalo di Natale.