Che a Josè Mourinho non andassero giù le sconfitte è cosa risaputa. Il tecnico di Setubal non è mai certo stato un tipo banale negli atteggiamenti e nelle dichiarazioni. Soggetto mediatico che ha sempre "strategizzato" far parlare più di sè, degli arbitri e di tutto il contorno che accerchia le proprie squadre, alleggerendola dalle responsabilità. Un modus operandi che ha permesso di raggiungere traguardi massimi nella sua carriera da manager.  Un carattere forte e sfrontato che spesso è stato causa di scontri dialettici con colleghi o con federazioni (in Italia e Spagna ne sanno qualcosa). Ma anche nella sua militanza a Manchester di certo le peripezie e le sue uscite non sono mai mancate. Ed in attesa di capire quale sarà il suo prossimo nemico dopo le scintille con Guardiola prima e Conte poi, Josè ha più che punzecchiato tutto il movimento americano durante l'attuale International Champions Cup. Dopo la vittoria ai rigori contro il Milan nella quale Mourinho è stato immortalato in un siparietto con Gattuso durante gli interminabili penalties ("Ora tocca a me e te" avrebbe detto scherzosamente Rino), ecco che lo scontroso manager ha messo il suo marchio di fabbrica sulla competizione due giorni dopo.

In scena Liverpool-Manchester Unted. Punteggio finale 4-1 per gli uomini di Klopp. Josè non le manda a dire di certo a tutti. E se prima istanza il commento sarcastico spetta allo staff arbitrale ("Forse pensavano fosse una gara di baseball per come hanno arbitrato. So che sono stati presi da lì"), il commento del vulcanico portoghese è andato ben oltre con una sorta di tirata di orecchie alla propria società sull'utilità di queste partite: "Io non capisco perché oggi allo stadio c'erano 100.000 persone. Io non pagherei il biglietto per questo tipo di partite nella quale mancano quasi tutti gli interpreti". Un secco invito a starsene a casa, godersi il mare o (in questo caso) lago del Michigan, per non permettere a questi club di presentarsi di nuovo alla prossima pre-season. Un invito intrenseco anche al proprio club. Quel club che poi può avere a disposizione più budget per le sue remunerate richieste di pedine per il suo mosaico. 

La gente americana, così come in molte parti del globo, è affamata di calcio e spesso questi eventi sono visti come un momento di inebriante novità per queste popolazioni. Tra qualche giorno i tifosi inglesi avranno la propria routine e basterà spostarsi di pochi chilometri per vedere la propria squadra del cuore. Non esattamente quella sensazione che proveranno gli abitanti di Ann Arbor nei mesi a venire. Ogni impegno deve essere onorato al meglio per rispetto di chi si ha di fronte, soprattutto tifosi compresi. Non schermandosi ed esclamando che non si aspetta l'ora di tornare a casa. Tutto ciò anche se si è consapevoli che la maggior parte della propria squadra si sta godendo le meritate vacanze dopo gli sforzi mondiali e il punteggio non è stato tra i migliori. Tra una frecciata a Klopp e in attesa del prossimo nemico da sfidare. Rigorosamente di ritorno dai campi di baseball.