Leggete bene l'intervista che Morata ha rilasciato ad As. No, non la parte in cui parla della Juventus al passato ("È STATA un'esperienza formativa"), ma soffermatevi piuttosto su un altro punto.
Testuali parole: "Sono madridista, il mio desiderio è tornare a vincere con la maglia del Real, MA HO OFFERTE TENTATRICI ANCHE DALLA PREMIER LEAGUE, GIOCARE IN INGHILTERRA PER ME SAREBBE UN OTTIMO TRAGUARDO".
Ora. Posso capire che per uno nato e cresciuto col mito del Bernabeu sia impossibile dire no ad una chiamata proveniente dalla Casa Madre. Ci sta. Ma tutta questa voglia di giocare in Premier no, non la posso accettare
Non è questo il rispetto che una società gloriosa come la Juventus merita, da un giocatore che prima di vestire il bianconero NON ERA NESSUNO.
Ricordo ancora i titoli dei giornali spagnoli, il giorno della presentazione di Morata a Torino. Ci prendevano in giro. Dicevano: "Lo hanno accolto manco fosse Van Basten". Già.
È vero. Lo accogliemmo come un Top Player, quando Top Player non era. Gli regalammo immediatamente la maglia numero 9. Lo abbiamo reso, in questi due anni, un giocatore internazionale, di spessore, importante. Abbiamo anche sopportato i suoi troppi blackout, soprattutto psicologici. Lo abbiamo fatto crescere come uomo e come calciatore. E cosa riceviamo in cambio? Un: "Arrivederci e grazie, se al Real non c'è spazio per me, me ne vado in Premier e tanti saluti"????
Beh. Andasse pure via, allora. Perché la Juventus non è la ruota di scorta di nessuno, caro Alvaro. Vattene all'Arsenal, se vuoi tenere la tua bacheca immacolata, o magari al Chelsea, per poi guardare la Champions in tv.
Oppure, chissà, magari riuscirai a convincere Zidane a tenerti al Real: un portaborracce, lì tra i Galacticos Campioni d'Europa, serve sempre.
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