Il Galles, con la vittoria nello spareggio per andare in Qatar, ha vinto contro l'Ucraina e con ciò ha forse in parte salvato la credibilità del calcio giocato. Molti, infatti, pensavano che fosse l'Ucraina a vincere quello spareggio. Ma così non è stato.
La palla circola, un clamoroso autogoal in tuffo di testa di Yarmolenko, sulla punizione di Bale, regala la qualificazione dopo decenni al Galles che ritorna nei Mondiali. Mondiali che si giocheranno in un Paese che sicuramente non fa rima con giustizia, libertà, democrazia e diritti umani, un Paese amico della Russia. Certo, interessante è notare come in questo mondo si stiano affermando delle discriminazioni importanti verso artisti, sportivi e personalità russe che nulla c'entrano con l'attività guerrafondaia di Putin in Ucraina.

Discriminazioni che non hanno reso l'Occidente sicuramente migliore di chi invade l'Ucraina. L'ultimo caso si è registrato a Gorizia dove hanno escluso da un concorso delle violiniste russe, solo per il fatto di essere russe.
Perchè così fanno tutti, si è detto. Eh già. Si dirà, ancora, sono cose che succedono durante la guerra. Certo, vero è che la FIFA e la UEFA hanno deciso insieme che tutte le squadre russe, siano esse rappresentative nazionali o squadre di club, di sospenderle dalla partecipazione a entrambe le competizioni FIFA e UEFA fino a nuovo avviso, ma vero è che questo mondo si muove a volte con schizofrenia ed opportunismo che lascia a dir poco perplessi. Si può dunque giocare un Mondiale in un Paese dittatoriale e lesivo dei diritti umani come il Qatar, amico della Russia di Putin, ma nello stesso tempo si esclude la Russia dai Mondiali.

In tutto ciò, si pone la questione del ripescaggio
Al momento ci sono due potenziali concorrenti. Il Cile, il favorito in assoluto, e l'Italia, per la sua posizione nel ranking. E se tra i due contendenti, sempre che si accertasse il diritto al ripescaggio, la spuntasse proprio l'Ucraina? Tutto ciò non dovrebbe sorprendere, rientrerebbe nelle logiche delle cose di una società in guerra, dove calcio giocato e politica di mescolano. Nel caso in cui i massimi vertici calcistici dovessero proporre questa soluzione, chi oserebbe dire di no?
Verrebbe liquidato in due secondo come filo putiniano!