Spesso mi capita di seguire con attenzione quel furbacchione, simpaticissimo e stracompetente uomo di calcio di Luciano Moggi alla sera su un’emittente locale.

Non riesce proprio a ricordarmi, ed io a condannare, le sue vicende con la giustizia sportiva, ma bevo come ad una fonte antica i pochi segreti di calcio che sa ancora dispensare, come un vecchio marinaio che narra dei suoi viaggi con la stessa competenza con la quale da giudizi sull’operato attuale delle varie società sul mercato.

Quando gli si chiede del Milan, appare sul suo volto un’espressione bonaria, quasi da padre che si rivolge al figlio meno dotato e, non di rado, fa riferimento alla madre di tutte le operazioni che potrebbero dare un minimo di ossigeno, quindi una manciata di acquisti seri, alla società del Diavolo: le cessioni.

Cio’ che manca come l’aria, giunti al 20 luglio, è proprio una figura di enorme carisma internazionale in grado di far fruttare al massimo i Rodriguez, Kessié, Biglia, Suso, ma anche i Cutrone ed i Donnarumma.

Non so perché, ma osservando il leggendario Lucianone, mi dà l’impressione, con ogni probabilità del tutto errata, che darebbe lui due mesi di prebende per gestire in prima persona queste uscite. E, ne sono certo, non solo li piazzerebbe tutti, ma li farebbe fruttare un gruzzolo che oggigiorno i suoi colleghi si sognano. Ignoro se possa ancora esercitare ma, suvvia, la consulenza con un prestanome non devo insegnarvela certo io!

E allora, miei cari quadri rossoneri, per quale ragione non dovremmo ingaggiare uno dei massimi esperti e competenti in materia, magari con l’impegno comune di un paio di mesi di prova, così, giusto per testare eventuali affinità elettive, in mancanza delle quali si passerebbe ai saluti reciproci senza livori ne’ strascichi.

Ma se, per caso, il vecchio lupo di mare dovesse conoscere ancora le rotte ad occhi chiusi, come io credo, avete idea del crack inedito, fuori dai gossip, ma di valore inestimabile che ci metteremmo in casa?