Quando si è ripreso a giocare il Campionato, interrotto a causa del Covid 19, che purtroppo ancora oggi continua a tenerci in costante preoccupazione, con gli stadi che restano chiusi e deserti, mancavano dodici partite per concluderlo. Eravamo curiosi di vedere se venivano confermate le prestazioni precedenti al blocco e, specialmente, se Mister Pioli e i suoi ragazzi sarebbero riusciti a raddrizzare una stagione priva di sussulti sportivi. L'esito di questi primi sei incontri è stato ben superiore ad ogni più rosea aspettativa. Per quanto ottimisti si potesse essere le vittorie su Lecce, Roma, Lazio e Juventus e i due pareggi esterni, il rocambolesco 2 a 2 di Ferrara e il medesimo risultato conquistato, in rimonta, alle falde del Vesuvio, ieri sera, hanno portato ben 14 punti. Siamo settimi in classifica, con quattro punti di vantaggio sul Sassuolo, che garantirebbe la qualificazione all'Europa League, obbiettivo minimo stagionale, ma che è bene ricordarlo, prima della sosta forzata, sembrava molto complicato poterlo raggiungere, specialmente guardando proprio i nomi delle squadre fortissime che avremmo dovuto affrontare.

Ora mancano sei partite, quattro casalinghe e solo due in trasferta, con solo un incontro da classificare fra quelli "difficili", contro l'Atalanta, la splendida squadra allenata da Gasperini che, confermando le prestazioni attuali, potrebbe classificarsi al secondo posto, dietro solo alla Juventus.
Senza bisogno di usare le solite frasi fatte che citano: "saranno sei finali", "ogni partita fa storia a sé", oppure "partite facili non esistono", la cosa più importante sarà mantenere la condizione fisica e poter far riposare qualche titolare, poiché la stanchezza, più mentale che fisica, incomincia ad essere evidente.
Il pareggio ottenuto contro il Napoli promuove la squadra che ha saputo ottenere un risultato utile, soffrendo e correndo, non giocando una buona partita, oltretutto con molti giocatori che non si sono espressi al meglio, ma già il fatto di non aver perso premia il lavoro di tutti, confermando quel trand positivo fondamentale per raggiungere gli obiettivi fissati. Benchè non sia ancora il tempo per stilare un giudizio definitivo sul lavoro di Pioli, poichè tutto dipende da quanti punti verranno incamerati e da quale sarà la posizione finale, il fatto che manchino solo venti giorni alla conclusione di questa stagione, obbliga a cercare di intuirne il finale e azzardare valutazioni che potrebbero venire smentite.

Nel girone di andata il Milan, nelle partite che mancano, ottenne undici punti, vincendo tre match in trasferta, contro Parma, Bologna e Cagliari, ma pareggiando i due incontri casalinghi, contro Sassuolo e Sampdoria. Indimenticabile e lo sarà per molti anni, la sonora umiliazione di Bergamo, prima della pausa Natalizia e dell'arrivo di Zlatan, dove prendemmo cinque gol e probabilmente la Proprietà decretò di indirizzarsi verso il "professore tedesco", Ralf Rangnick.
Ora servirà fare almeno gli stessi punti, che dovrebbero garantire l'accesso per l'Europa, che oltre ad essere l'obiettivo minimo, è il riferimento determinante per poter giudicare in modo positivo il lavoro di Mister Pioli. Fare meglio e magari raggiungere realmente quel quinto posto, superando Roma e Napoli, che pareggerebbe il risultato ottenuto da Gattuso lo scorso anno, nonostante la partenza ad handicap di Giampaolo, il subentro dall'ottava giornata e una società divisa e fin troppo chiacchierata, ne sancirebbe senza possibilità di smentita, la validità come allenatore e lo eleverebbe quale vero protagonista della stagione Milanista. 

Il tecnico parmense è arrivato in punta di piedi, moltissimi tifosi non lo volevano, è bene ricordarlo, ma ha sempre lavorato con determinazione, trasmettendo fiducia, anche nei momenti più difficili, mantenendo lucidità e dando forma ad una squadra che era allo sbando, sia fisico che mentale. Il mercato invernale gli è venuto in aiuto (succede in tutte le Società dove si sa lavorare), ma lui e il suo staff sono stati all'altezza. Chi lo critica, oggi è prevenuto, ma può farsi forza di un attuale settimo posto che non può certamente essere considerato sufficiente per una squadra come il Milan. Evidenziare la differenza di risultati che finalmente si ottengono e quanti e quali giocatori oggi hanno una valutazione ben superiore di quando Mister Pioli iniziò il suo percorso, è sufficiente per elogiarne le doti.  Oggi il suo 4-2-3-1 occupa il campo perfettamente ed ogni interprete conosce e svolge alla perfezione il proprio ruolo. Attenzione però, perché se si cala la concentrazione è facile non ottenere i risultati desiderati e ne sono una dimostrazione le troppe parole e le distrazioni dopo Milan-Juventus, che rischiavano di far perdere la partite contro il Napoli. 

Mi piacerebbe un ultimo regalo dal Nostro Allenatore, una variazione tattica, utile specialmente in quelle partite casalinghe dove le difese ospiti sono particolarmente chiuse. Provare quel 4-3-1-2 che proprio Giampaolo al suo arrivo osannava, ma a cui affidò a Suso un ruolo improponibile. Ecco Mister Pioli, un ultima ciliegina, Paquetà o Chala, dietro le due punte, così facendo oltre a migliorare un attacco che già sta segnando come non succedeva da anni, potrà dimostrare quanto un Allenatore, con la A maiuscola, lo è non perché sbraita o perché è reclamizzato dai media, ma, come dovrebbe essere, per qualità mostrate in campo e fuori.
Lei, Mister, al Milan ne ha dimostrate MOLTISSIME, facendoci nuovamente entusiasmare, aspettando la prossima partita con ritrovato ottimismo, come non succedeva da anni. 
Ancora sei partite, ancora molto da dimostrare, perchè come scriveva il grande Eduardo De Filippo: "gli esami, non finiscono mai".