L'eliminazione agli ottavi di Coppa Italia, da parte di un Torino, non più che ordinato e volonteroso, in inferiorità numerica per oltre cinquanta minuti, apre uno scenario totalmente inedito da quando Mister Pioli siede sulla panchina del Milan, riportandoci a quella notte di Bergamo, dove prese inizio un concetto di squadra che ha pian piano preso forma, regalando risultati e prestazioni che pensavamo impossibili. Un pessimo salto indietro, fin troppo preoccupante, poichè non imputabile a carenze tecniche o tattiche, ma bensì ad un atteggiamento di presunzione e svogliatezza che con il passare dei minuti è andato in crescendo, producendo un risultato, VERGOGNOSO, che i 60 Mila fedelissimi presenti a San Siro, in una fredda serata di gennaio, non meritavano, così come i milioni di tifosi sparpagliati nel mondo.

Se si volevano risposte, dai 120 minuti contro il Torino, si è stati ampiamente accontentati, ma purtroppo non sono quelle che avremmo voluto avere. Le partite si possono vincere, perdere o pareggiare, questo è fin troppo risaputo, si può giocare bene o male, aggredendo o giocando di rimessa, ma se si rinuncia a giocare, se non si lotta su ogni contrasto e pallone, convinti di vincere per il solo fatto che il proprio stipendio è stato triplicato, allora si è totalmente fuori strada. Il riferimento agli "occhi di tigre" che un Rocky Balboa, diventato Campione, aveva smarrito, non è per nulla casuale. Appare fin troppo evidente che non sia stato il Torino a vincere la partita, ma il Milan a perderla e che il "colpevole" non sia, come spesso accade, da imputare all'utilizzo di giocatori ritenuti non all'altezza, ma al contrario, l'ingresso di quei "titolarissimi" che pensavano chissà a cosa. Se i complimenti e gli aumenti di stipendio, producono questi risultati, allora invertire la rotta diventa quasi impossibile. Torniamo alla partita, ho scritto che volevamo, noi e la Società verificare a quale punto è arrivato il gruppo a disposizione di Mister Pioli e i singoli. Direi che il tanto criticato Tatarusanu, abbia confermato che può tranquillamente aspettare il ritorno di Maignan. Alla sua non più giovanissima età, salva sull'unica occasione creata dal Torino, aggiungerei purtroppo, poichè un eventuale svantaggio avrebbe cambiato probabilmente l'atteggiamento. Tutti i giocatori schierati dall'allenatore nel primo tempo hanno garantito il massimo impegno, con ritmo e dedizione, chi con più e chi con meno tecnica, ma sempre in totale controllo della partita e il palo colpito su colpo di testa dal belga De Kateleare, quel pizzico di sfortuna che accompagna le sue prestazioni.

Sull'ex Bruges possiamo avventurarci in qualsiasi tipo di analisi, ma appare evidente che per quanto "strutturato" fisicamente, non appare destinato, almeno nel breve e medio tempo, a diventare un calciatore che cambia gli andamenti della partita. Certo, il ruolo di ieri sera non lo agevolava, ma ha proprio difficoltà nei movimenti, singoli e corali. Si è mosso in modo totalmente sbagliato in due ripartenze di Dest, appoggia sempre all'indietro, non prende iniziative, non è cattivo, ma specialmente è sparito quando l'allenatore ha iniziato ad inserire i "migliori"a dimostrazione di limiti di personalità, purtroppo inaccettabili a questi livelli. Un colpo di testa e un tiro, dritto per dritto, oltretutto ritardato da un controllo di suola, tanto bello quanto utile solo a perdere quella frazione di tempo che poteva utilizzare per calciare più angolato, non bastano e specialmente preoccupano per il prosieguo dell'anno. Dest ha fatto ampiamente la sua parte, meglio a destra, logicamente, ma come sostituto di Theo, in emergenza, si è dimostrato all'altezza. Pobega bene, è in una forma fisica perfetta, anche se non ha un ruolo e un posizionamento in campo che possano mettere in risalto le sue doti. Da Vrancks mi aspettavo di più, ma non ha colpe specifiche e l'impegno è totale. Su Saleamaker non mi è facile esporre il giudizio. Certo si impegna, lotta e corre, ma io mi aspetterei ben altro, cose che purtroppo non sa fare e quindi bisogna accontentarsi. Bene Diaz, se avesse il fisico di De Katealare avremmo risolto molti problemi. Sul trio difensivo non c'è nulla da recriminare e poi con un Tonali così, nulla poteva far presagire al peggio. Invece, come Pioli "migliorava" la squadra, affidandosi ai più bravi, così si abbassavano i ritmi, si perdeva tutti i riferimenti e la partita prendeva tutt'altro indirizzo. Se Messias ad esempio, in pochi minuti sembrava in grado di assicurare ben altra spinta, Leao era evanescente e svogliato. Se Bennacer doveva dare ordine e profondità, Giroud, servito poco e male si esibiva in tre colpi di tacco totalmente inutili e in una bellissima rovesciata andata a vuoto. Per concludere con un Theo mai così evanescente come ieri sera e Calabria, estraneo alla partita e probabilmente utile per i rigori a cui non si è arrivati. Quindi, ribadisco, non è stato il Torino a vincere la partita, ma il Milan, alcuni giocatori, non tutti e non l'allenatore, a perderla. Questione di testa, di atteggiamento, di motivazioni e se a Milanello credono di essere diventati forti e che le partite si vincono anche senza sacrificio, allora è meglio cambiare alla svelta. Non è questione di infortunati o assenti, è questione di VOGLIA. Adlì e Bakajoko sono rimasti in panchina a dimostrazione che sono solo due giocatori a busta paga, ma totalmente inutili, tanto vale liberarsene pagando gli stipendi, ma svuotando gli armadietti. Inutile tenersi "musi lunghi" che contribuiscono solo ad aumentare le lamentele.

Svanisce uno degli obiettivi stagionali, il più importante è fra una settimana, il tempo per intervenire c'è tutto, ma ho la pessima sensazione che oltre a Tonali siano in pochi a voler lottare su ogni pallone e forse è su questo argomento che ritrovare Ibra potrebbe essere di grande aiuto. Si Mister Pioli, abbiamo un problema, si è persa l'UMILTA', quella che io chiamo dello "scugnizzo affamato" e forse capire la posizione in classifica del Napoli, diventa più facile. FORZA MILAN. PS. Le sconfitte si accettano, l'arroganza sportiva, NO !!