Svegliarsi e inaugurare la giornata con un semplice "buongiorno" sembra essere il giusto modo per accogliere le festività natalizie che a breve allieteranno le settimane seguenti.
Un modo pulito per vivere la vita, tra le scintillanti luci delle città e i desideri di piccoli doni custoditi nelle menti dei bambini. Accanto al bene, però, opera anche il male, o meglio, le malattie improvvise e bestiali che da un momento all'altro attaccano senza lasciare tregua all'essere umano; inutile non pensare per un attimo a quello che succede da ormai sei mesi in una stanza presso l'ospedale Cisanello di Pisa.

Gigi Simoni, egregio signore e sportivo assoluto, lotta senza perdere la speranza, contro quell'ictus infame e assassino che lo ha colpito lo scorso 22 giugno. Speranza, la stessa che nei mesi scorsi pronunciava la moglie Monica, per rompere quel silenzio atroce che ruotava attorno all'ex manager dell'Inter, sua eterna squadra del cuore che ha avuto più volte modo di ricordarlo. Una sorte beffarda per uno di quegli allenatore definiti "gentiluomini", anche se la perifrasi migliore per identificarlo è proprio quella di "mister della porta accanto". Lottare per la vita non è come dirigere una squadra di calcio, adesso Simoni nel silenzio che lo avvolge dovrà trovare lo schieramento mentale azzeccato per uscire da un momento delicato, come faceva nell'Inter di Ronaldo, soprattutto in quel pomeriggio inaccettabile per i nerazzurri, a seguito del clamoroso fallo da rigore non fischiato di Iuliano su Ronaldo. Simoni sbottò, perchè amava il suo lavoro e non si rassegnava di fronte a niente, come è giusto che sia.

Inaccettabili le critiche rivolte al mister, soprattutto in questo periodo oppure quella "fake" oscena che nei mesi scorsi popolava il web con l'obiettivo di dare per vero l'avvenuto decesso dell'ex allenatore dell'Inter. Dispiace che un allenatore del genere venga spesso ricordato solo come quell'uomo che venne cacciato dall'arbitro Ceccarini in quel famoso derby d'Italia del '98 dopo il rigore non concesso ai nerazzurri. Preferisco ripercorrere le tappe storiche di Gigi, come le otto promozioni nei campionati professionistici, ma soprattutto la splendida Coppa Uefa con l'Inter di Ronaldo, Simeone e Zamorano. 

Adesso quei successi brillano nel ricordo di ogni appassionato di calcio, anche se il vero desiderio è quello di poter assistere un bel giorno, magari nella sua splendida Pisa, ad una conferenza dello stesso mister, con chissà mai l'obiettivo di raccontare un pizzico della storia infinita sulla sua amata panchina. Attenderemo in silenzio, anche perchè ormai sembrano non esserci più notizie su ciò che succede in quell'oscura stanza di Pisa, ma la speranza è l'ultima a morire, come del resto ha già avuto modo di sottolineare la Curva Nord di Milano. 

Anche nel periodo di Natale, dove tutti dovremmo essere un po' più buoni, è bene ogni tanto ricordare chi ha amato davvero il mondo del calcio, oltre ad ogni suo calciatore. Che avvenga il miracolo, o meglio, che l'eterno mister vinca la sua partita più importante, quella per la vita.

Chi ama non dimentica, avanti Gigi, ti aspettiamo di nuovo in mezzo a noi.