Si va per tentativi nella galassia Milan: questo si sa da quando col geometra Galliani la parola comunicazione, intesa come enunciazione chiara ed inequivocabile di fatti, invece di buffonate da clown da mandare in pasto al popolo, è sparita dal mondo rossonero.
E se la comunicazione è assente, fuorviante, interpretabile, tutto diventa lecito almeno nel campo delle ipotesi, per poi cozzare quasi sistematicamente coi fatti.

Ecco così che i closing, la squadra ultracompetitiva, i progetti di ritorno ai vertici, le proprietà solide che spendono miliardi per rifare la squadra, diventano per giorni o mesi delle realtà sospese, per poi ripiombare nel nulla dei fatti o quasi.

Siccome di fatti se ne sono visti pochissimi in questi ultimi anni, ma di parole se ne sono dette tante, dobbiamo registrare i primi ed azzardare proiezioni realistiche sulle seconde.

Boban e Maldini: al di là delle capacità (che sembrano assai più concrete nel croato), dubito siano stati contrattualizzati per tornare ai livelli del Real Madrid, quanto, piuttosto, per mostrare due volti rassicuranti al tifo imbarcato sul legnoso vascello di Caronte con destinazione quanto meno poco rassicurante.

Lo stesso fondo americano, celebre per saper essere spietato ed efficace nella gestione del proprio business, sempre con un occhio agli azionisti, non poteva che apparire come un Cherubino celestiale, dopo l’allucinante gestione del prestanome cinese: se vivi in una baracca di Saigon per un anno e ti catapultano all’Hotel de Paris per 2 giorni, anche se devi sborsare duemila euro lo fai quasi volentieri, dato l’incubo che hai vissuto: piangerai dopo quando chiederai l’estratto conto, ma lo specchietto per le allodole avrà funzionato a meraviglia.

Era lampante che l’impatto col fondo dei Singer apparisse come la soluzione definitiva per un tifo preso a pedate da anni dall’accoppiata brianzol/cinese! Meno lampante era che i pedatoni nel fondoschiena sarebbero continuati incessanti in salsa americana. 

Queste ultime legnate le stiamo vivendo con particolare virulenza quest’anno: stagione abortita ad ottobre, nessuna volontà di provare ad arrivare in Champions (con i due profili citati alla nausea ed una vittoria col Verona oggi saremmo a 5 punti, quindi traguardo raggiungibilissimo!), giusta campagna di cessioni di cadaveri che erano ormai diventati un peso tecnico ed economico, non rimpiazzati se non a metà, per giunta con profili impegnati per sei mesi di contratto: quindi con un impegno uguale allo zero!

Le scorribande cerebrali, poi, sul fatto che questa pseudo strategia sia finalizzata ad un imminente disimpegno, mi convince come un venditore di testi sacri che suona al campanello! La verità è che il fatturato di una società cresce esclusivamente alla voce ricavi: ed a questa voce il super manager Gazidis in quasi due anni si è segnalato per la propria assenza; un flop più grottesco di tutti quelli che ci affliggono quasi quotidianamente!

La voce di Boban credo si sia alzata solo per richiedere l’ultima speranza di tappare un gorgo che stava svuotando la vasca da bagno: l’ingaggio di Ibra! Quell’ultimo immortale, che oggi stesso ha  ammesso avesse tutto da perdere, scritturato per proseguire nei gettiti pluriennali di fumo negli occhi: un Alessandro Magno alla guida di una scolaresca che almeno vuole evitare la bocciatura totale.

Quindi quand’anche dovessimo centrare l’Europa League, non solo non aspettiamoci Depay o il clone di Cafu’, quanto piuttosto un altro edificante patteggiamento con improvvidenziali signori dell’Uefa, sempre pronti a barattare i rossi di cassa, con l’osannata assenza del Milan dallo scenario europeo!
E sì, perché qualcuno di questo sta godendo di brutto!