Il ds Mirabelli pare ne abbia combinata un'altra delle sue. In questi mesi da direttore sportivo del Milan sono tanti gli attriti creati dal ruspante calabrese. 
Come non ricordare le parole di Raiola che dopo lo scontro verbale con lui sul caso Donnarumma dichiarò di non volere più parlargli del suo assistito dato che forse Mirabelli alzò troppo i toni di una trattativa delicata in cui il Milan rischiava di perdere a zero il suo portierone. A far tornare la pace in quei giorni ci pensò Montella con la sua mediazione e quel caffè bevuto a casa dei genitori del ragazzo.

Dopo poche settimane arrivò Kalinic dalla Fiorentina e nella presentazione, in diretta il ds con parole poco ortodosse pensò di rivolgersi a Nikola dicendo: "Se non metti la palla dove sai tu ti rispediamo là". Parole ritenute dalla società Viola irriguardose. 

Pochi giorni fa poi, il malinteso con il procuratore di Gomez in una trattativa lunga e complicata in cui secondo i rumors sarebbe volata anche una sedia. Dopo questo episodio il procuratore del difensore ha detto che ormai il Milan è rappresentato da persone inadeguate.

In effetti i modi di Mirabelli sono molto particolari, lontani da quelli di gente come Galliani e Braida per esempio, in un periodo lungo 30 anni in cui il club di Berlusconi, presidente ma anche grande comunicatore, si contraddistinse per eleganza ed affidabilità.

Anche sul mercato, nonostante la somma messa a disposizione dal nuovo presidente cinese, Mirabelli d'accordo con Fassone ha puntato sul gran numero di calciatori, ma molto giovani, la maggior parte sono delle scommesse, stravolgendo completamente la rosa. Galliani probabilmente avrebbe comprato meno ma in maniera più mirata. 

Gli ultimi errori sono quelli di non riuscire a gestire la vendita degli esuberi Paletta, Mauri e il già citato Gomez.