Ho letto un articolo di oggi (18 nov) che mi ha messo di buon umore.
Affariitaliani.it riporta questo titolo: "Raiola, perde i pezzi: ora anche 2 giocatori della Juve cambiano procuratore". Già Mr. Raiola ne aveva persi alcuni. Probabilmente molti calciatori hanno capito che ricattare i club, prenderli per il collo, fregandosene di rispetto, reciprocità, stile, non è sempre conveniente. Vivere per i soldi vampirescamente come fanno solitamente Raiola e i suoi assistiti non sempre migliora la qualità della vita, perché la vita è qualcosa di più del solo denaro, soprattutto per chi del denaro ne ha già tanto. Basta vedere la fine che ha fatto il Sig. Donnarumma.
Spiegatemi: se Donnarumma avesse scelto il Milan decidendo di guadagnare 6 milioni all’anno (e soprattutto di sdebitarsi con il proprio club), in 10 anni avrebbe accumulato 60 milioni anziché 70. Mi dite quale differenza avrebbe mai avuto la sua vita? Senza considerare che Gigio a Milano era un DIO, e ora al PSG è uno dei tanti… panchinari.
Inoltre, la vita è fatta anche di prestigio, rapporti personali, stima e reputazione. E comportarsi come Gigio Donnarumma, accettando supinamente ogni scelta del proprio procuratore anche se queste rovinano completamente la propria immagine, mette in risalto solo la parte più negativa dell’assistito.  

Fuori dal campo, purtroppo o per fortuna, gli assistiti fanno i conti con quello che il personaggio sportivo ha seminato in termini di prestigio, intelligenza, “savoir faire”. Per uno sportivo a 30/40 anni finiscono le competizioni e inizia la vita: ed è sempre meglio pensare a come ci si vuole presentare!
E Raiola obbiettivamente non aiuta!