Dopo i primi acquisti, tra certezze (Lazzari), giocatori di cui si parla un gran bene (Vavro), giocatori che si spera siano utili alla causa (Jony) e autentiche scommesse (Adekanye), siamo arrivati alle porte del ritiro. Mai la Lazio aveva comprato prima di vendere, ora c'è da piazzare una marea di giocatori che non fanno parte del progetto. Poi ci sono gli interrogativi. C'è capire che fine farà Badelj, se Berisha può tornare un giocatore di calcio, se Caicedo accetterà il rinnovo e sopratutto c'è da capire se si potrà ricucire il caso Radu.

E poi ci sono loro, Milinkovic-Savic e Luis Alberto. Due talenti assoluti accomunati dallo stesso destino. Quello di essere in modo diverso sul mercato. Il serbo sembra quello più vicino ad essere ceduto. Mai una parola fuori posto, comportamento sempre esemplare, alla fine di una stagione sicuramente non esaltante è risultato decisivo. E costa parecchio. Lo spagnolo invece parla un po' troppo e anche lui non ha convinto l'anno scorso. Questa saudade andalusa comincia a stufare. Sembra che solo uno vada via. E io ci provo. Igli, vendi lo spagnolo e prendi l'ungherese classe 2000 del Salisburgo, dal nome impronunciabile ma dal talento assoluto. E il nostro centrocampo avrebbe tre elementi ignoranti, strafottenti e dominanti. Insomma, tanta roba.