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Premio per il concorso redatto da #MilanSpace @MilanSpace_03, space audio di twitter di @Angelredblack1 con @Milanista_Serio, @mirkosavona, @Stefanoverbania e @MarcoBrindisi70. Il vincitore ha avuto la possibilità di avere un biglietto al secondo anello blu per Milan-Lecce e la possibilità di richiedere un argomento a tema Milan da trattare su vivoperlei.calciomercato.com sul blog di Angelredblack con pubblicità per il proprio account twitter.
Questo è il premio per Termo Milan @GianmarcoOlivi2. Seguite @GianmarcoOlivi2 su twitter.

STEP BY STEP: IL MILAN TORNA SEMPRE AL TOP 
"Noi, essere limitati dallo spirito illimitato, siamo nati soltanto per la gioia e la sofferenza. E si potrebbe quasi dire che i più eminenti afferrano la gioia attraverso la sofferenza
Ludwig van Beethoven

Il
percorso di rinascita del Milan, se da una parte può sembrare che si stiano leggermente bruciando le tappe, dall'altra si evince l'evidente fatto che la rinascita del diavolo è frutto di sacrificio, lavoro, progettazione e unione d'intenti. Passo dopo passo si stanno costruendo fondamenta che saranno durature
Per tornare al top e superare diverse peripezie il Milan ha dovuto affrontare un lungo periodo oscuro.
Il Milan è un club che è destinato a vincere e a tornare trionfante, tuttavia nell'arco della sua lunga storia, dal lontano 1899, il Milan ha affrontato anche diversi periodi bassi, compresa la Serie B.
Se gli anni di proprietà Fininvest/Silvio Berlusconi sono stati semplicemente imperiali per almeno 25 anni, gli ultimi 5-6 anni di questa proprietà hanno rappresentato un forte ridimensionamento concluso con il contentino della Supercoppa italiana vinta a Doha nel 2016 con Vincenzo Montella in panchina. Una banter-era davvero difficile. Silvio Berlusconi con la Fininvest e Adriano Galliani amministratore delegato del club, ha vinto in 30 anni, 9 mesi e 3 giorni di guida al Milan ben 29 trofei! Una storia che iniziò il 20 febbraio del 1986.
Il Milan è un club abituato a vincere ma anche a soffrire. E molti trionfi del club rossonero arrivano dopo tanto penare, dopo tanta sofferenza sportiva. Il Milan si è temprato e ha costruito i suoi trionfi dalla sofferenza. Storicamente è sempre stato così.
Il trionfo di Atene e la grande gioia vissuta arrivano dal tonfo di Istanbul e dalla grande sofferenza provata. E in quella finale di Istanbul persa contro il Liverpool che si è iniziato a costruire poi il trionfo arrivato sempre contro il Liverpool ad Atene. Come se fosse arrivato una sorta di Karma equilibratore a rimettere tutto in parità. Dolore e Gioia.

C'erano già state delle avvisaglie sul fatto che il Milan sarebbe tornato vincente. Il Milan è destinato a vincere. È la sua storia. È il suo Dna. Ma è anche destinato a soffrire. Queste vittorie arrivano da lì.
Anche nella cosiddetta banter-era c'erano stare delle avvisaglie in tal senso. La Supercoppa Italiana vinta nel 2016 arriva dopo la finale persa in Coppa Italia contro la Juventus.
Anche l'annata delirante della proprietà cinese con patron il misterioso Yonghong fatta di confusione societaria, ingenti spese sul mercato ma zero trofei in bacheca, ha visto il Milan sfiorare dei trionfi. Con Gattuso in panchina quel Milan arrivò in finale di Coppa Italia e perse contro la Juventus e arrivò quinto in campionato ad un punto dalla qualificazione in Champions League. Perse anche la Supercoppa Italiana contro la Juventus. 
Lo stesso percorso di Pioli nasce da un secondo posto. L'anno dopo il Milan vinse il 19esimo scudetto, uno dei più bei scudetti della storia del Milan arrivato anche a fronte di numerosi torti arbitrali. Il Milan è stato capace di essere più forte delle ingiustizie.
Nella stagione 2022-2023 Stefano Pioli è stato un poco Dr. Jekyll & Mr.Hyde. Angel & Devil. È una annata che può essere tranquillamente definita anormale perché con i mondiali disputati in Qatar in inverno si sono sballati tutti i calendari e quindi la sosta è arrivata prima, di conseguenza anche la preparazione è stata diversa dal solito proprio per questo motivo.
Pioli se in alcuni frangenti merita di essere esaltato, in altri è stato un po' 'talebano', testardo e confusionario. Gennaio 2023 è stato un mese horror per Pioli. Ha fatto errori evidenti. Il suo Milan non può reggere quattro uomini offensivi sopra la linea della palla. Pioli in quel periodo faceva un 4-2-3-1 con Tonali e Bennacer a centrocampo, una difesa alta con Kalulu e Tomori difensori centrali, e sulla trequarti Messias a destra e Brahim Diaz centrale e Leao a sinistra con Giroud unica punta.

Giocando in questo modo la squadra non aveva equilibrio perché era troppo lunga tra i reparti, i due a centrocampo facevano fatica, lo stesso centrocampo rossonero veniva saltato con facilità proprio perché la squadra era troppo lunga e la difesa troppo alta. Quando gli avversari con un rovesciamento di fronte, ad ogni contropiede andavano con una facilità disarmante in porta e con i difensori troppo alti costretti a rincorrere sempre gli avversari che partivano in contropiede. Inoltre Messias e Brahim Diaz coprono e rientrano poco. Con Saelemaekers a destra c'è più equilibrio.
Pioli così opto per un cambio di modulo. Era palese a tutti che questa squadra non poteva continuare a giocare così perché a differenza dell'annata precedente non c'era Kessié che garantiva equilibrio facendo da raccordo tra centrocampo e trequarti.
Passò alla difesa a tre. Il 3-4-3 portò il Milan a recuperare terreno, tuttavia era una soluzione temporanea. Poiché passare già da una difesa a quattro a tre è un cambiamento importante, come modo di occupare il campo, di scalare, di muoversi. È completamente diverso il modo di disporsi.
La difesa a tre gli ha fatto scoprire Thiaw che si è dimostrato un difensore molto interessante.
A Pioli è stato contestato proprio il fatto di puntare poco sui nuovi acquisti. De Ketelaere utilizzato solo per spezzoni a anche male perché non viene mai fatto partire a destra nella zona offensiva del Milan. La road map di De Ketelaere nel Bruges fa chiaramente intendere che quando giocava nel club belga, De Ketelaere tendeva ad occupare maggiormente la zona destra dell'attacco.

Lo stesso Adli completamente o quasi messo nel dimenticatoio e non considerato mentre Vranckx dopo un erroce che fece contro la Roma che permise ai giallorossi di pareggiare, è stato utilizzato quasi nulla per un periodo, per poi essere tornato a essere di nuovo considerato. Lo stesso Bakayoko sembrava fuori rosa ma poi Pioli dal 2023, dal mese di febbraio lo ha rispolverato regalandogli degli spezzoni e sorprendendo tutti, probabilmente anche lo stesso Bakayoko. Si pensava che il centrocampista francese fosse in qualche modo messo ai margini del progetto. 
La svolta è arrivata scegliendo l'opzione più semplice come il principio del rasoio di Occam insegna, ovvero il ritorno al 4-2-3-1 più equilibrato con Bennacer e soprattutto Krunic. Il bosniaco con Bennacer che si interscambiano sulla trequarti garantiscono al 4-2-3-1 maggiore equilibrio e compattezza facendo ritrovare al Milan vittorie e concretezza.
Bennacer o Krunic sulla trequarti con uno dei due di fianco a Tonali e Brahim Diaz che si allarga a destra e Leao che viene tenuto largo sulla sinistra nella zona offensiva del diavolo, dove il portoghese è devastante e decisivo con un ritrovato Kjaer in difesa, con un Thiaw dietro che sta crescendo hanno portato in dote al Milan una ritrovata efficacia.
Quel mese horror e confusionario di gennaio è costata la sconfitta in Supercoppa italiana contro l'Inter. Questo Milan ora è completamente diverso e si è ritrovato.

Il Milan fa un gioco di transizione, molto dinamico, veloce, intraprendente e aggressivo. Difatti i rossoneri non tengono la palla, e spesso delle volte se non sempre, quando hanno meno possesso palla vincono o non perdono. Quando Leao riparte in contropiede o anche Theo Hernandez sulla fascia sinistra è semplicemente devastante.
Ma anche Saelemaekers è apparso in crescita a destra. Così come Calabria. E con lo stesso Diaz gli avversari possono soffrire anche dalla parte di destra gli attacchi del diavolo rossonero con Maignan che è una autentica saracinesca in porta. È una impresa titanica fargli gol. È un baluardo incredibile. È decisivo.
Questo Milan nasce da un percorso che parte da lontano, che step by step, passo dopo passo, è cresciuto, evoluto, maturato è un Milan che ha imparato dai suoi errori e che mantiene sempre quel blasone che lo obbliga ad essere vincente in Italia, in Europa e nel mondo.
Il Milan è sempre tornato. Dopo una grande sofferenza arriva sempre una grande gioia. La storia del diavolo rossonero ne è la conferma.

Il derby di Champions League contro l'Inter sembra un remake di quello che è già accaduto nel 2003, quando il Milan vinse la Champions contro la Juventus in quel di Manchester nella cornice dell'Old trafford ai rigori con penalty decisivo segnato da Shevchenko per il Milan.
La vendetta è un piatto che va servito freddo. La finale di Champions League è a Istanbul, dove il Milan ha un conto in sospeso. La Supercoppa Europea si giocherà ad Atene, dove il Milan ha raccolto una delle sue più felici gioie sportive.
Il dolore e poi la gioia. La caduta e la risalita. Il tonfo e poi il trionfo. Il declino e poi la rinascita. La storia del Milan non è nient'altro che una metafora della vita.

"Il dolore è il gran maestro degli uomini. Sotto il suo soffio si sviluppano le anime". 
Maria von Ebner- Eschenbach
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