Da vocabolario, Miopia è il difetto di rifrazione per cui l'immagine di oggetti lontani si forma rendendo la loro visione indistinta, mentre la visione degli stessi a breve distanza resta chiara e distinta.

Fossi un medico e venisse un milanista nel mio ambulatorio per una visita, ebbene gli suggerirei proprio una correzione chirurgica di questo difetto della vista. Che poi figurato traslerebbe nella mancanza di perspicacia e lungimiranza.

Non è questione soggettiva, piuttosto l'inconsapevolezza dell'ambiente rossonero sulla reale condizione della società che sostengono. L'amore è cieco. Ma anche ambienti opinionistici e giornalistici di rilievo accostabili a quei colori continuano imperterriti a non considerare il trascorrere del tempo e il concetto fisico di Entropia che ciò comporta, invece di calarsi lucidamente in analisi che considerino la dimensione dei tempi attuali.

Il tessuto cancerogeno si sviluppa già dai tempi della decadenza dell'impero, quando si faceva mercato negli ultimi tre giorni, quelli del "condor" Galliani, il Berlusca chiudeva il portafogli e ci si arrangiava coi parametri zero radioattivi, poichè infarciti di contratti a stipendi esosi.

Il passivo di bilancio è nato lì, e solo i fasti del ventennio precedente e i trofei ottenuti possono assolvere il Presidente dalle macerie che ha poi lasciato in eredità.

Anche il sedicente finanziere Lee, che rilevò la società e poi sparito nel nulla, sembra solo servito a far incamerare soldi alla Fininvest, dopodichè, come un componente del modulo lunare, si è dissolto negli spazi siderali, non prima di aver dissipato il capitale affidandosi al Gatto e alla Volpe, al secolo il duo Fassone-Mirabelli.

Essì perchè il leitmotiv che ha contraddistinto la parabola discendente della società fino ai nostri giorni è riconducibile principalmente alla cattiva gestione delle risorse economiche ma anche umane a disposizione, nonchè sulle scelte delle persone su cui sono ricadute.

Per esempio, partire con una campagna acquisti low profile, come Fair Play finanziario Uefa richiedeva e finire con l'ingaggiare Bonucci e Higuain, aldilà della riuscita o meno legata all'aspetto tecnico, quantomeno denuncia l'incoerenza delle azioni fattuali e l'ondivaghezza del pensiero societario.

Ma veniamo a ora. Proprietà, Società, Direzione tecnica e Squadra.

Già è inspiegabile come un fondo internazionale quale quello americano Elliott gestito dalla famiglia Singer possa mai aver preso in considerazione di rilevare una società in perdita e in picchiata come il Milan. Vabbè il brand, ma era chiara l'impossibilità a riassettare e rivendere in tempi brevi il prodotto, che è quello che in realtà realizzano queste tipologie di holding finanziarie.

Superata questa perplessità, chiaramente lo spirito che pervade la proprietà è quello di gestire freddamente la materia, con un manager che deve pensare anzitutto all'aspetto economico e di bilancio.

Da qui scelte contraddittorie come l'acquisizione di dirigenti di area Milan come Boban e Maldini, che non potevano far altro che seguire il cuore e tentere di ritornare ai fasti sportivi attraverso le leggi del campo.

Inevitabile gli screzi ai primi inciampi, lo strappo di Boban, l'aventino di Maldini. Sembrava si dirottasse drasticamente con l'ingaggio di Rangnick.

La strategia sembrava calzante anche se povera di esaltazione: manager tedesco, metodo teutonico che si sovrapporrebbe al buon lavoro già svolto nell'ultima esperienza a Lipsia. Personalmente ritengo che finalmente s'inquadra il livello attuale in cui si versa, ma c'è da ammettere che più che riportare la squadra nel posto in cui le compete, sembra una scorciatoia per poterla vendere, guadagnandoci coi giocatori che man mano vengono alla ribalta.

Il mini torneo post Covid ha di nuovo rivoltato i piani. Rangnick sedotto e abbandonato, contratto a Pioli, contrattazione con Raiola per Donnarumma, Ibra e Bonaventura, sponsorizzato dallo svedese in persona, che nel frattempo atterra con gli elicotteri, come fanno i Presidenti di berlusconiana memoria.

Non vorrei che i risultati lusinghieri ottenuti in quest'ultimi tempi siano dopati dall'effetto strano imposto dal Covid al campionato. Ci sono stati molti risultati eccezionali, rimonte inusitate e lo stesso Milan è sembrato rinascere nella rimonta alla Juve. Nessuno può essere certo che i livelli di gioco raggiunti siano dovuti a un consolidamento e non alla spinta data dalla migliore preparazione psicofisica con cui la squadra ha saputo affrontare la ripartenza.

Quello di consegnarsi a Ibra è l'effige della miopia dei milanisti, in quanto abbagliati dagli ultimi avvenimenti, che mostrano la luce in fondo al tunnel che riporta alla loro storia di "7 Coppe" cui sono abbarbicati da anni, senza pensare che forse la via che aveva tracciato la proprietà poteva portare a risultati più solidi nel medio lungo termine.

Non c'è controprova, si è accontentato l'ego milanista. Adesso speriamo che stavolta l'ennesima scelta tentennante si riveli quella definitiva per recuperare il blasone un po' perso.