Avrei voluto scrivere questo pezzo dopo il termine del girone di andata, quindi a seguito del prossimo turno, ma i recenti fatti mi hanno spinto ad anticipare le mie intenzioni. “Perchè la vita è un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia” canta Vasco Rossi. Chiedo venia per la sincerità e la durezza, ma sono allibito dalla mancanza di tale elemento che percepisco in buona parte della critica e dei tifosi. Non voglio assolutamente negare le loro assolute capacità. Il mio discorso non è relativo al singolo media o personaggio, ma a ciò che emerge dalla generalità. Se un marziano giungesse sulla terra e volesse apprendere della situazione del nostro calcio credo rischierebbe la schizofrenia. Solo una settimana fa Conte e la sua Inter erano sul patibolo per una sconfitta a Genova contro la Sampdoria e un pareggio all’Olimpico con la Roma. Hanno battuto la Juve e sono diventati devastanti. Mah… Secondo me è il caso di fermare un attimo la nostra corsa e ragionare. L’esempio gradirebbe esplicitare quello che sarà il contenuto del mio scritto in cui analizzerò la situazione di ogni squadra top del nostro campionato essendo ormai giunti a metà stagione. Seguirò un ordine di graduatoria. Non ho certo l’ardore di possedere la verità innata e non vi è nemmeno la necessità di specificarlo.

IL DIAVOLO E LA PAURA
Milano è ufficialmente tornata e questo non può che essere un bene per il calcio italiano. La città meneghina è una delle sue maggiori glorie. Torino e il Capoluogo lombardo sono da sempre le regine del pallone nel Bel Paese. La mia non vuole certo essere un’accusa alle altre piazze ma, come sovente ho specificato, credo che abbiano diverse necessità. Non è vero che non amano vincere, nutrono piuttosto percezioni e sentimenti differenti. Non è un giudizio di valore, ma una semplice constatazione e i dati relativi ai trofei mi paiono abbastanza esplicativi rispetto a questa logica. Il Diavolo è di nuovo in paradiso e lo sport più amato alle nostre latitudini riabbraccia il figliol prodigo. Il Milan sta attraversando una stagione favolosa. Pioli e Ibra sono i suoi mentori e lui si aggrappa a loro come il bambino fa con il genitore. Questo funziona. Non esiste compagine forte senza giocatori di valore. E’ un assioma. Punto. Ma è anche vero che non si può creare una squadra competitiva senza un gruppo solido e i rossoneri sono riusciti nell’intento. E’ dimostrato dal fatto che, nonostante le parecchie defezioni, il percorso prosegue. Bennacer, Kessie, Romagnoli, Calhanoglu, Theo, Rebic e lo stesso svedese sono stati assenti a rotazione senza, però, creare enormi danni. L’acquisto di Mandzukic penso sia la ciliegina sulla torta. Il croato è perfetto per il contesto. Occorrerà comprendere come si approccerà nuovamente a un certo tipo di calcio, nutro pochi dubbi e, da juventino, rosico perché avrei preferito vederlo vestito nuovamente di bianconero. Per lui e la sua nuova realtà prevedo un futuro roseo. Tra il Guerriero e Zlatan, Milan iz back e lo sarà presto pure in Champions. Vincerà lo Scudetto? Non è la mia favorita, ma sicuramente la situazione attuale la pone in piena lotta per il titolo e, da sostenitore di un’altra compagine, tremo. Sono praticamente certo che i lombardi giungeranno nei primi 4 posti e tutti sanno ciò che ne consegue... Sono ancora in corsa per ogni competizione e questo non accadeva da anni. Conoscendo il loro DNA non escludo nemmeno una buona figura a livello continentale. Il Diavolo fa paura anche perché ha una grande società alle spalle. Paolo Maldini è un incredibile conoscitore della materia e in particolare dell’ambiente in cui si trova ad agire. Coadiuvato da Massara e dal tanto criticato Gazidis, ha saputo riportare la Chiesa al centro del villaggio. Ormai è ufficiale.

CONTE E LA SUA TRUPPA
Conte è riuscito nell’impresa di modificare il DNA interista. Pazzesco. Un mago. In un anno e mezzo ha rivoltato la squadra come un calzino. Abbiamo assistito a una sfida tra Beneamata e Juve che di solito era al contrario. I lombardi si sono mostrati compagine forte, solida e compatta. La Vecchia Signora, invece, ha pagato a caro prezzo il suo essere lunatica. Trovo assurdo che si potesse criticare un allenatore perché è uscito dall’Europa. O meglio: reputo francamente esagerate le accuse rivolte al salentino per il modo in cui ha abbandonato le coppe. Mi spiego. Il gruppo con Borussia Monchengladbach, Shakthar Donetsk e Real Madrid non era certo un giro sulle giostre. Rappresentava una corsa a ostacoli ricca di difficoltà. Si parla dei Galacticos e di una compagine che ha disputato la semifinale della scorsa edizione di Europa League oltre a un avversario molto rispettabile come quello tedesco. Se non fosse stato per una “parata” di Lukaku su un colpo di testa di Sanchez, staremmo a discutere di chi sfiderebbe l’Inter negli ottavi di Champions. E’ andata diversamente. Certo la fortuna aiuta gli audaci e i tanti punti persi dagli uomini di Conte all’inizio dell’avventura restano un grande rimpianto, ma non penso sia necessario accanirsi troppo con il pugliese per quanto accaduto. La Beneamata ha 40 punti in classifica che, a una giornata dal termine del girone d’andata, potrebbero significare una prospettiva di finale anche nettamente superiore alle 80 lunghezze. Questo dovrebbe risultare sufficiente per centrare il titolo, ma la batosta di Marassi contro la Samp e il pareggio a Roma avevano posto il tecnico sull’orlo del baratro mediatico. Per me è inconcepibile. Il leccese è nella sua confort zone. Può lottare per un solo traguardo, in aggiunta alla Coppa Italia, e ha le carte in regola per conquistarlo. Ci riuscirà? Non lo so. Da chi dipende? Dalla Juve. Credo che il duello bianconerazzurro sia quello che determinerà le sorti finali del torneo. Sicuramente la compagine milanese è molto compatta ed è ormai la perfetta fotografia del suo mister. Attende l’avversario senza concedere praticamente nulla per poi attaccarlo con una foga agonistica micidiale e degna di un serpente velenoso. A ciò aggiunge qualità tecniche importanti.

GATTUSO VIAGGIA IN SORDINA
Vi confesso che non mi sarei atteso il Napoli in una posizione così elevata di graduatoria. E invece… La squadra di Gattuso sta rispondendo presente nonostante le assenze prolungate di calciatori importanti come Koulibaly, Osimhen e Mertens. Per carità, qualche passo falso è stato pesante. Basti pensare alla sconfitta casalinga patita contro lo Spezia, ma la voglia di attaccare e la mole di gioco non credo siano rimproverabili. I partenopei fanno paura in chiave Scudetto? Sinceramente no. O quantomeno in maniera molto inferiore rispetto alla concorrenza lombarda. Perchè? Ho già trattato della questione ambientale. Il tricolore, in Campania, è stato portato solo da Maradona e il riferimento è a uno dei più grandi di tutti i tempi. Con il massimo rispetto per l’attuale rosa azzurra, non vedo altri giocatori in grado di compiere le medesime gesta. La squadra è forte e competitiva, ma sovente si accusa il centrocampo della Juventus per la mancanza di qualità. Se si guardasse a quello campano, forse, si modificherebbe il proprio parere. Non sto sostenendo al teoria per cui il mal comune sia un mezzo gaudio. Tutt’altro. Sto solo paragonando la mediana di 2 rivali per il titolo e non mi pare che Demme, Lobotka, Elmas e Bakayoko possano essere considerati tecnicamente molto superiori ad Arthur, Beantancur, Mckennie, Ramsey e Kulusevski. Qualcuno obietterà che mi dimentico di Rabiot. Chiedo venia al francese, ma mi sta ampiamente deludendo. Ruiz e Zielinski dimostrano, invece, proprietà importanti, ma non penso si possa parlare di campioni. Alla luce dello scarso utilizzo di Llorente (forse ripescato proprio ora?), mi pare che la scelta di porre Milik fuori dal progetto rappresenti un’altra inspiegabile decisione. Con il bomber nigeriano subissato da determinanti dilemmi fisici, restano Mertens e Petagna. Nessuno discute delle qualità del primo, ma il secondo non può risultare centrale per una compagine che vuole vincere il titolo. Noto almeno 4 squadre che ritengo più competitive dei campani: Vecchia Signora, Milan, Inter e Atalanta. Ma gli azzurri risalgono importanti posizioni e lo fanno in sordina. Ai posteri l’ardua sentenza.

GLI OPPOSTI SI ATTRAGGONO
Se il Napoli non ama la luce dei riflettori, la Roma è sovente stata protagonista dei rotocalchi che ne hanno incensato le lodi. E’ strano vederle appaiate in classifica come se gli opposti si attraessero. Il plauso è andato soprattutto alla batteria di mezze punte che Fonseca ha a disposizione. In effetti, la faretra è ricca: Mkhitaryan, Pedro, Lorenzo Pellegrini, Perez, Pastore e Zaniolo. Tanta roba. Peccato che gli ultimi 2 siano alle prese con infortuni devastanti che li stanno allontanando dal campo da parecchio tempo. Anche la mediana è un punto di forza. Veretout è un grande calciatore. Non penso di esagerare se ritengo che Spinazzola sia uno dei migliori terzini sinistri in circolazione. Smalling, Kumbulla e Mancini sono ottimi difensori centrali. Qual è allora il vero problema? I campioni. Esiste un solo giocatore che fornisca ottime garanzie di continuità e su tutti i livelli. Il riferimento è al bomber Edin Dzeko. Gli altri sono eccellenti profili in grado di crescere ancora, talenti mai esplosi definitivamente o uomini che forse hanno già espresso il massimo del loro potenziale. Nella prima fattispecie rientra, per esempio, anche Borja Majoral che precedentemente non ho citato. Resto, poi, non definitivamente convinto di Paulo Fonseca. E’ un bravo mister, ma manca l’acuto. Non noto il salto di qualità. In una serie A che sta prepotentemente amplificando il proprio livello, queste “debolezze” potrebbero risultare determinanti. Non credo che i capitolini possano centrare il traguardo dello Scudetto e nemmeno raggiungere un posto in Champions.

IL REBUS PIRLO
Si giunge, quindi, all’indecifrabile Juve. Diventa sempre più difficile percepire il ruolo dei bianconeri anche se alcune motivazioni alla loro situazione così incomprensibile sono note a tutti. Il rinnovamento senza le tempistiche per l’amalgama e la gioventù della rosa sono situazioni già citate. Si osserva, poi, l’estero e si nota che, per i top club, la musica non è molto diversa. Il Bayern, che sta dominando la Bundesliga, non sorride troppo perché in Coppa di Germania è stato eliminato da una squadra di categoria inferiore. Nemmeno il grande Liverpool se la passa magnificamente occupando la quarta piazza con 34 punti in 17 match. Uno in più dei piemontesi nello stesso numero di sfide. Il distacco dalla vetta è di sole 3 lunghezze mentre i bianconeri hanno un margine di 10, ma non si può dimenticare che gli uomini di Pirlo debbono recuperare un match. Anche il City non ha racimolato un bottino eccessivamente superiore: 35 punti. La Premier è completamente aperta come lo è la serie A. Real e Barcellona non vivono magnificenze e, in un torneo storicamente non troppo competitivo come la Ligue 1, il Psg è capolista pari al Lille. Ciò non toglie che la Vecchia Signora possa e debba fare meglio. Dopo 17 turni ha 33 lunghezze e, tanto per esemplificare, la vituperata versione sabauda targata Delneri, con le medesime gare giocate, ne disponeva 31. Credo sia fuori dalla lotta Scudetto? Sinceramente no. Tutt’altro. All’inizio della stagione la consideravo favorita per il titolo e sostengo possa ancora riuscire nell’impresa. Ormai è visibile a tutti che servirà la remuntada, ma questa compagine dispone della rosa più forte nella competizione. Se qualcuno ha le carte in regola per centrare il miracolo è proprio lei. Non mi sarei sicuramente atteso un distacco così importante dalla vetta e un andamento tanto altalenante. Sarà difficile immaginare che Inter e Milan possano perdere molti punti per strada ma, in un torneo parecchio equilibrato, non è impensabile. Se mostrassi la “spavalderia” con cui davo i bianconeri per vincenti a inizio stagione sarei folle, ma continuo a sostenere questa tesi: “Vecchia Signora mia, ci riuscirai… Ma svegliati e basta passaggi a vuoto”.

UNA DEA DECADENTE?
Non credo che questa domanda renda onore all’Atalanta, ma è quella che si pongono in tanti. Non penso sia così. Si potrebbe elaborare un copia-incolla di quanto detto sulla Juve nel rapporto con le big estere. Tutte le compagini dai recenti trascorsi importanti stanno leggermente arrancando. Non ci si può inoltre scordare che la squadra di Gasperini ha terminato la stagione dopo la metà di agosto e la sosta è durata poco più di un mese. Tradizionalmente, poi, la Dea vive meglio la seconda fase dell’annata rispetto alla prima e, antecedentemente al pareggio contro il Genoa, aveva attraversato un ottimo periodo post natalizio. Il Grifone è un’avversaria in crescita che ultimamente non ha posto in difficoltà solo i bergamaschi. I giudizi devono essere sempre effettuati alla luce di molti fattori. Questo gruppo ha dovuto attraversare anche particolari intemperie che mai prima aveva affrontato. Il riferimento è ai casi Ilicic e Gomez. Il primo ha superato una fase molto complessa della sua vita e non era facile tornare su certi livelli in un tempo così breve. L’uomo ha avuto sicuramente i suoi meriti, ma un recupero professionale tanto importante dev’essere certo coadiuvato dall’ambiente lavorativo. Il Capitano, invece, è stato “dimenticato” senza troppo colpo ferire. Detta in questo modo sembrerebbe disumana… In realtà, il Papu e Gasperini paiono non aver più trovato unità d’intento. La società ha scelto il tecnico e la squadra l’ha seguito. In altri lidi avrebbero potuto nascere alcune fazioni in grado di distruggere clima sereno e spogliatoio. Penso che, dati valori e premesse, l’Atalanta abbia tutte le chance di entrare nelle prime 4 anche al termine della corrente stagione con la Juve e le milanesi.

L’AQUILA RISORGE, MA DE ZERBI NON MOLLA
Se l’Araba Fenice rinasceva dalle sue ceneri, l’aquila biancoceleste non pare essere da meno. In autunno Inzaghi perdeva i pezzi. Ora li ha recuperati e sta lentamente risalendo la china. La squadra di Lotito pare avere seguito un percorso completamente opposto da quello della trascorsa stagione quando gettò tutte le sue energie sul campionato. Quest’anno, invece, ha tutelato la sua presenza in Champions con enorme vigore. Nonostante le assenze, è riuscita a qualificarsi per gli ottavi di finale dove sfiderà il Bayern Monaco in un doppio match che sembra realmente improbo. In questo momento, invece, sta gettando testa e cuore sulla serie A e la vittoria nel derby di Roma, che segue al successo con il Parma, dimostra la volontà di riagganciarsi al gruppetto delle grandi sorelle. Domenica prossima, la Lazio se la vedrà con il Sassuolo in quello che pare essere uno spareggio per continuare a volare. Dopo un avvio di stagione sfavillante, i nervoerdi stanno incontrando le prime difficoltà. Il pareggio di 48 ore fa raggiunto durante il recupero contro i crociati è il perfetto focus di questo momento. I ragazzi di De Zerbi barcollano, ma non mollano. Chi avrà la meglio? Dove potranno arrivare queste squadre al termine del campionato? Osservata la scia e dato il potenziale, sembra facile prevedere che saranno i capitolini a lottare per l’Europa. Ma attenzione! Mai come quest’anno, quando l’annata volgerà verso il termine e con i primi caldi, conteranno parecchio le energie rimaste. Gli emiliani combattono solo per un traguardo. E’ pronosticabile che questa compagine centrerà presto l’obiettivo minimo, la salvezza. A mente completamente sgombra, potrebbero risultare un’autentica mina vagante.