L'ultima giornata di serie A ha registrato due sconfitte di un certo tipo: protagoniste, in negativo le due squadre milanesi, che hanno subito dei duri colpi, in particolare l'Inter, proiettata verso la conferma di antagonista della Juve, insieme al Napoli, ma che ancora una volta ha dovuto subire la dura legge di Gasperini.
Sicuramente c'è da tenere conto degli impegni infrasettimanali di coppa, Barcellona per l'Inter e Betis per il Milan.
Sfide che hanno sicuramente tolto energie importanti, ma che non possono sicuramente essere delle scusanti per squadre che nella loro storia calcistica sono abituate a sfide importanti anche in un lasso di tempo più breve.

Da una parte l'Inter che aveva una sfida, come da tradizione degli ultimi anni, complicata nel campo di Bergamo, dove c'è un Gasp, mai sazio, dopo l'esonero dal mondo interista, che ad ogni partita continua a consumare la sua vendetta.
Dall'altra il Milan, che nonostante le critiche ricevute sin dall'inizio del campionato, era riuscito a raccogliere dei punti importanti, anche approfittando di battute d'arresto delle altre concorrenti, portandosi a ridosso del quarto posto.
La sfida con la Juve era un buon banco di prova e rappresentava inoltre l'occasione per avvicinarsi notevolmente all'Inter, sonoramente sconfitta a pranzo dall'Atalanta.
Ma i propositi di entrambe le squdre di Milano non si sono avverati, piuttosto hanno conosciuto una battuta di arresto che per certi aspetti potrebbe minarne il morale e l'autostima.

Una lezione di calcio

Sono stati gli "altri nerazzurri" a vincere, quelli di provincia, ma che hanno espresso un ottimo calcio, così come ormai in molte partite ci hanno abituato.
L'Atalanta di Gasperini, dopo le fatiche dovute ai preliminari di Europa League, sfortunatamente non giunti alla qualificazione ai gironi, ha attraversato un periodo di stanchezza e scarsa forma, ma che ormai sembra essere stato superato.
Le squadra di Bergamo, secondo i dettami del proprio allenatore, esprime un bel calcio, fatto di grande prestanza fisica, con capovolgimenti di fronte e ottime trame di gioco che portano molti giocatori ad accompagnare l'azione offensiva.
Punto di forza sono gli esterni bassi, quest'anno Gosens e Hateboer, capaci di coprire tutta la fascia, lavorando quasi da ali d'attacco e così le fasce diventano terreno da cui nasce e si esprime il calcio di Gasperini.

L'Inter, si è presentata sorprendentemente con un vero e proprio 4-3-3, poche volte visto in campo, con Gagliardini e Vecino in posizione da mezz'ali.
Probabilmente Spalletti nei suoi piani, aveva intenzione di rimpolpare il centro del campo, che invece l'Atalanta nel suo modo di giocare tende a svuotare, per provare a metterla difficoltà da questo punto di vista e costringere la squadra avversaria a non poter esprimere il suo gioco in ampiezza e pertanto perdere le sue principali qualità.
Ma in realtà ciò non è accaduto, anzi il contrario.
Infatti i nerazzurri di Milano, hanno sofferto l'ampiezza degli avversari e la prestanza fisica, arrivando sempre in ritardo sul pallone e ritrovandosi spesso in inferiorità numerica in fase difensiva, così che solo Handanovic, in grande giornata, ha evitato un risultato ancora più largo.
Allo stesso modo così come nella difficoltà a difendere e ricordiamo che l'Inter, fino alla partita con l'Atalanta aveva la miglior difesa del campionato, anche in fase di costruzione e pericolosità in attacco non ha avuto molte occasioni. Infatti non riusciva a dare manforte all'azione e mettere il reparto offensivo in condizione di essere pericoloso. Eppure gli episodi avevano giocato anche a favore, tanto che all'inizio del secondo tempo con quel calcio di rigore, l'Inter si ritrovava comunque sull'1 a 1, un risultato che avrebbe potuto anche cambiare la partita a favore della squadra di Spalletti. In realtà, hanno continuato a subire la stessa pressione del primo tempo e si ha avuto la sensazione di una squadra spenta, con poca grinta e arrendevole in certi tratti.
Eppure in un precedente articolo avevo espresso un monito: "Inter non fare passi indietro", proprio perchè c'era questo rischio di sentirsi per certi aspetti appagati e su un livello superiore, tanto da rischiare di perdere la bussola e perdere dei punt importanti.
La sconfitta con l'Atalanta deve far riflettere, sia nell'approccio mentale alla partita, ma anche nel gioco.
Una squadra come l'Inter che deve vincere la maggor parte delle partite, per aspirare a quelli che sono i suoi obiettivi, non può non aver la capacità di creare con continuità e ordine situazioni offensive pericolose.

Una sconfitta prevedibile

Per quanto riguarda la sfida Milan - Juventus, era comunque da mettere in conto, considerando il divario tra le due compagini che la Juventus, avrebbe fatto di tutto per mantenere il distacco di 6 punti dal Napoli e comunque di dimostrare che ha la forza di andare a vincere a Milano e far pesare la sua superiorità.
Il Milan aveva qualche assenza importante, come Bonaventura, ma ha vissuto con molta pressione la partita in particolare nel suo attaccante Higuain, animanto da una sorta di vendetta contro la squadra che in estate lo aveva facilmente scaricato.
E la storia della partita si racchiude in quel momento, in cui il Pipita, prende la palla a Kessie, designato rigorista rossonero, per prendersi la responsabilità di battere il calcio di rigore e magari avrebbe anche voluto esultare contro gli ex compagni. Invece il destino ha giocato ancora un brutto scherzo, dove per l'ennesima volta il dischetto del rigore è stato fatale all'attaccante rossonero, che poi nervoso, dopo un fallo, ha praticamente sancito con la sua reazione una brutta espulsione. La prestazione del Milan, non dipendeva sicuramente dal solo Higuain, infatti mi chiedo come mai non è stato schierato dall'inizio Cutrone, uno tra quelli più in forma e più decisivi, che oltreutto ha dimostrato di essere una buona spalla per il Pipita.
In ogni caso, la qualità in mezzo al campo della Juventus, ha fatto la differenza, poichè le giocate di Pjanic e Betancur erano tutta un'altra cosa rispetto ai muscoli di Kessie e Bakayoko.
Suso e Calhanoglu, invece hanno spesso dovuto contenere le sortite offensive di Alex Sandro e Cancelo: ciò ha reso anche difficoltosa la fase offensiva del Milan, che quindi ha visto poche volte l'area avversaria e ha soltanto lottato per non subire troppo.

Le prossime reazioni

Se da un lato il Milan, sapeva che poteva starci una sconfitta anche in casa contro una super Juve e pertanto non subire troppo mentalmente questo risultato negativo, dall'altra sponda di Milano, l'Inter invece non si aspettava di certo una sconfitta di quella portata.
Il morale e l'autostima dei nerazzurri, potrebbero essere stati minati considerevolmente e serve una "cattiva" reazione nella prossima partita, sfruttando anche la sosta delle nazionali, per ritrovare i giusti congegni, in prospettiva di un mese di Dicembre in cui ci saranno delle sfide davvero decisive sia per il campionato che per la Chamipons League.
Senza discutere le qualità di Miranda, ma la coppia De Vrji - Skriniar sembra molto più affidabile e in forma, oltre che Vrsaljko al momento dà l'impressione di dare maggiori garanzie rispetto ad un appannato D'Ambrosio.
Anche Asamoah sembra in difficoltà, in particolare quando trova gente che spinge molto sulla sua fascia di competenza e questo lo sta portando anche a dare meno supporto anche in fase offensiva, dove le sue tipiche discese palla al piede sono sempre meno frequenti.
Milano, con le sue due squadre, deve reagire e cercare in tutti i modi di compiere il salto di qualità definitivo e trovare una buona continuità di prestazioni, perchè solo questa città può avere veramente la forza di contrastare e mettere fine al dominio dei bianconeri.