Se c'è una cosa pacifica nel calcio chiacchierato dai tifosi è che conta solo il presente.
Quello che ha fatto il Milan in questi mesi ha dell'incredibile. Nessuno si sarebbe aspettato una prorompenza sul mercato senza precedenti in Italia, negli ultimi 7-8 anni.
Parlare del potenziale della proprietà cinese è molto difficile per noi come per moltissimi esperti di calcio, perché avere accesso a certe informazioni è pressoché impossibile.

Verrà il giorno in cui si scopriranno le carte e tutti potremo capire se dietro a questi signori c'è un progetto finanziariamente sostenibile oppure se abbiamo a che fare con dei giocatori d'azzardo (o peggio).
Quel che è chiaro sono i picchi delle operazioni commerciali e dei trasferimenti. Con i capitali asiatici e mediorientali il calcio vive un periodo simile a quello della corsa all'oro in cui alcuni si arricchirono, molti di più persero tutto. Oggi uno scenario in cui il Milan sia prossimo a fallire mi sembra impensabile. Spero vivamente non accada perché parliamo di una fetta importantissima di storia del calcio Italiano, europeo e mondiale.
Tuttavia, non credo sia altrettanto sensato farsi completamente accecare da una campagna acquisti  da sogno.

​Fassone e Mirabelli hanno ridato l'infanzia a tanti milanisti che oggi, a sentirli parlare, sembrano dei bimbi per la prima volta dentro al parco giochi: ricolmi di una felicità senza riserve, ma qualcuno potrebbe aver loro pagato un bel giretto sulle montagne russe.