Ieri il Milan ha battuto il Cagliari per 2 a 0. La notizia è che l'ha fatto per l'ennesima volta arrangiando una formazione causa infortuni, contagi e squalifiche. Eppure nessuno lo sottolinea, indicando nell'Inter (o come cavolo si chiama adesso) la favorita per il titolo.
La squadra di Conte è indubbiamente forte, ma raramente ha dovuto affrontare una situazione di emergenza diffusa come quella che il Milan affronta quotidianamente. E quando l'ha fatto è andata male. Tuttavia le insidie per i nerazzurri arrivano dall'alto, lato societario.

Dopo le smentite di rito, si è appreso ufficialmente che l'Inter (o come cavolo si chiama adesso) è in vendita. Chi pensa (o crede) il contrario non conosce il governo cinese, che non bada per il sottile con chi si oppone al suo volere. Come testimonia l'incredibile caso di Jack Ma, l'uomo più ricco della Cina, misteriosamente sparito dopo aver criticato pubblicamente il sistema bancario della grande muraglia.
A Pechino il calcio piace poco, ancora meno chi spende fortune per far divertire gli occidentali, dunque Suning deve vendere e anche alla svelta. Come questo finirà (se finirà) per incidere sulle prestazioni di Lukaku & co. è un rebus che potrebbe voler dire scudetto.
Assurdo e fuori luogo in questo senso continuare a recriminare sul mancato mercato invernale, dal momento che vista qualità e abbondanza della rosa, difficilmente si sarebbe potuto fare colpi in grado di spostarne gli equilibri.
Al contrario il Milan sul versante abbondanza aveva grandi lacune, che gli ultimi innesti dovrebbero aver compensato. Tuttavia vedere fesserie come quelle di Saelemaekers o gialli "creativi" come quello affibbiato a Romagnoli, restano difficili da gestire.

In conclusione, dopo tanti anni Milan e Inter tornano a giocarsi qualcosa di importante, speriamo solo che il risultato sia condizionato solo dai meriti sul campo e non da quello che succederà fuori.