E’ stato un anno particolare quello della nuova proprietà rossonera, piena di difficoltà sia in ambito finanziario, visto che il presidente Li si ritrova ancora a dover chiudere l'affaire rifinanziamento con la spada di Damocle di Elliot rappresentata dal limite di Ottobre per la restituzione del debito di 303 milioni, sia in ambito sportivo, dove la squadra rossonera si trova ancora una volta a lottare per entrare direttamente in Europa League o in alternativa passando dai gironi, ponendo un forte ostacolo per una corretta preparazione pre-campionato.

La difficoltà di arrivare ad una chiusura sulla trattativa di questo rifinanziamento sta portando ad una ricerca spasmodica di nuovi soci che dovrebbero entrare nelle quote societarie con una percentuale ancora non chiara perché lo stesso Li Yonghong non offrirebbe abbastanza garanzie per permettere alla faccenda di sbloccarsi definitivamente.
Le varie inchieste portate avanti in questi mesi hanno parlato di un imprenditore con aziende non proprio floride e l’esempio delle fantomatiche miniere di fosforo è calzante. Dopo vari viaggi a Londra da parte di Fassone e Han Li, ufficialmente per trattare la questione rifinanziamento, la voce che si sta facendo sempre più strada negli ambienti finanziari della City è un’altra, ovvero che Elliot, ormai sicuro di rilevare la proprietà del Milan ad Ottobre, sta trattando una uscita “onorevole” e senza strascichi per il presidente milanista, avendo già sul tavolo proposte per una possibile rivendita delle quote societarie.

Si è parlato nei mesi scorsi del famoso imprenditore edile Stephen M. Ross, già proprietario della franchigia dei Miami Dolphins e della Related Companies, con un patrimonio di 12 miliardi di Euro, e di Alisher Usmanov, ricchissimo oligarca russo legato alla Gazprom che già detiene quote dell’Arsenal, smentendo però, qualche tempo fa, un interessamento per la società di Via Aldo Rossi.
Un altro possibile rientro tra i papabili nuovi acquirenti sembra essere Saeed Al Falasi, parente dello sceicco Al Maktoum, attuale Primo Ministro, Vicepresidente degli Emirati Arabi Uniti ed Emiro di Dubai, che già nei mesi scorsi aveva tentato di acquisire le quote maggioritarie della società rossonera.
La struttura societaria messa in piedi subito dopo il passaggio di consegne tra la Fininvest e la proprietà cinese aveva suscitato più di una domanda sull’effettivo coefficiente di influenza di Elliot, soprattutto per la presenza di molti uomini fidati nel CdA rossonero come Paolo Scaroni (ex amministratore delegato dell’Eni) e Marco Patuano (ex numero uno di Telecom Italia),oltre a ovviamente il CEO rossonero, Marco Fassone, che ha permesso l’ingresso dell’hedge fund americano in società sbloccando lo stallo pre closing.

L’evoluzione e le tempistiche di questa fase sono ancora molto fumose ma una cosa è certa, ovvero che il Milan, nonostante le voci catastrofiche che si sono susseguite in passato, ha una garanzia non da poco, e questa garanzia si chiama Elliot, che nell’ottica di rivendita della società non permetterebbe mai una svalutazione di un suo asset.