Mi ha colpito la recentissima geremiade di Mauro Suma contro la lobby nerazzurra, potente massoneria che nel tempo avrebbe deciso misure draconiane ed esiziali contro il meschinetto Milan. Si sarebbe partiti dalla decisione di dedicare San Siro a Giuseppe Meazza, per arrivare alla concessione dello stadio all'Atalanta per le partite di Champions.

Confesso che a me sembra un atteggiamento da Calimero, quel pulcino che in vecchi cartoni animati pubblicizzava una marca di detersivi e che concludeva ogni episodio con un "Tutti ce l'hanno con me, perchè sono piccolo e nero. E' un'ingiustizia però!". Sembra quasi di sentire Suma lamentarsi che è un ingiustizia che tutti ce l'abbiano col Milan piccolo e rossonero. In realtà, ho l'impressione che il Milan sia vittima di se stesso e dei troppi mandolini che gli suonano intorno, addolcendo le orecchie dei tifosi con allegri stornelli.

Giuseppe Meazza è stato un grande enfant du pays ovvero un calciatore milanese che ha giocato per entrambe le compagini meneghine. Ha fatto molto più la storia dell'Inter, è vero, ma ha indossato anche la maglia rossonera, segnando con incredibile professionalità in un derby proprio contro la sua ex-squadra. Dedicargli lo stadio di Milano può stare sia in cielo sia in terra.

Quanto alla concessione dello stadio all'Atalanta per la Champions, mi spiegate cosa ci avrebbe guadagnato il Milan a dire di no? Soltanto un nemico in più.

Se vogliamo, l'unica decisione davvero a favore dell'Inter è stata di intitolare il piazzale di fronte a San Siro a Moratti senior. Quella è stata una decisione che mi ha lasciato perplesso, non tanto per le qualità personali di Angelo Moratti, quanto perchè all'epoca presidente del Milan era Silvio Berlusconi che un peso politico di rilievo l'aveva sì, ma si è guardato bene dal dare battaglia. Tale episodio, l'unico rilevante, non mi sembra sia stato citato da Suma, a meno che mi sbagli ovviamente.

Come ho detto, mi sembra che il Milan sia vittima di se stesso e dei troppi cantori e suonatori che gli girano intorno, decantando cose che non ci sono e non ci possono essere. E se capisco che la patria si serva anche facendo la guardia a un bidone di benzina, come capisco pure che l'entusiasmo vada creato e mantenuto, so peraltro che la grandeure va coltivata e stimolata quando ce ne sono i presupposti, come so che l'Inter in questo momento non ha nulla a che fare coi problemi rossoneri.

E se facciamo passare per una prova di forza il rifiuto di partecipare ad aste, esattamente come a suo tempo si fece passare per sintomo di forza la mancata cessione di Luis Gustavo per 500mila euro di differenza, il sottoscritto deve far notare che si tratta di un semplice limite di budget che impone di non spendere più di tanto per certi profili. Un segno di debolezza, quindi.

Approvo Maldini e Boban che non vogliono sperperare le risorse limitate, ma le risorse restano limitate.