Da piccolo preferivo correre insieme ai miei amichetti dietro una palla di gomma piuttosto che soffermarmi troppo davanti alla Tv.
I fumetti mi interessavano men che meno. Preferivo stare all’aria aperta, soprattutto dopo essere stato ore ed ore seduto sui banchi di scuola.

I libri li tenevo a debita distanza, quelli di storia poi non li leggevo neppure, mi bastava stare attento ai racconti di un maestro (il meraviglioso prof. Lussu) che ci raccontava di Garibaldi, Mazzini, Cavour come di eroi in una fiaba, lasciandoci tutti col fiato sospeso e a bocca aperta.
I  compiti di scuola li rimandavo sistematicamente all’ora di cena, a meno che la sera in Tv non andasse in onda un film di Albertone Sordi, una commedia di Peppino De Filippo o di Gilberto Govi.
Un solo canale Tv allora e volenti o nolenti tutti si doveva assistere allo stesso programma in onda quella sera… Ma era bellissimo il giorno dopo incontrarmi con Gigi, compagno di scuola e carissimo amico d’infanzia con il quale mi vedo tutt’oggi, a condividere tra quattro chiacchiere e mille risate ciò che si era visto in TV a sera prima.
Allora Il calcio per me era pranzare in tutta fretta e raggiungere i miei amichetti al ‘’bastione Vecchio’’ in Castello nell’antica Cagliari, oppure alla ‘’Piazzetta’’ poco distante da casa, rincorrere  fino a tarda  sera qualsiasi cosa  tendesse a rotolare, poi ritornare alla maison  sudato  fradicio e  ricevere ‘’i complimenti ‘’ di mia madre… Che pazienza  che aveva  mia madre!!!

A scuola comunque gira che ti rigira me la cavavo non male. L’ultimo anno alle elementari fui addirittura nominato ‘’Alfiere’’! Un riconoscimento che veniva assegnato ogni anno all’alunno e all’alunna più meritevoli  dell’intera scuola  e con tanto di scudetto tricolore sul petto…
Regalai  quel ‘’trofeo’’ di cui andai fiero  a mia madre, con tutto il cuore… Perché mia madre è stata per davvero una donna e una madre meravigliosa.

Il calcio ‘’vero ‘’era  ancora lontano anni luce dai miei pensieri. Certo non lo erano invece gli occhi di Maria ,  splendidi occhi di  una bambinetta coetanea che giornalmente e innocentemente avevo la speranz  di incontrare.

Ricordo perfettamente che allora  tutte le volte che  in quell’unico canale tv  veniva  proiettata  una partita di calcio… Provavo tristezza e delusione.

La prima partita che vidi in Tv seppure un po' distrattamente e rigorosamente in bianco e nero, fu Benfica-Milan, finale di Coppa dei Campioni. Si disputò il 22 maggio del 1963 allo stadio Wembley di Londra. Avevo 11 anni… Ricordo il gol di Eusebio che porto in vantaggio i portoghesi, poi la doppietta di Josè Altafini che consegnò il trofeo alla squadra rossonera allora allenata dal grande e simpaticissimo Paron, Nereo Rocco.

La visione di quella gara non suscitò in me gradissimo entusiasmo. Da quel giorno però cominciai a scambiare qualche timida chiacchiera sul pianeta calcio soprattutto con il mio carissimo zio Ignazio, tifoso milanista. Poi pian piano a casa cominciai a seguire insieme a lui le partite alla radio ‘’Tutto il calcio minuto per minuto’’.
Ricordo l’immancabile copia della ‘’Gazzetta dello sport’’ su di una sedia,  mio zio a controllare la sua schedina in cerca di un colpo di fortuna. Un pomeriggio di quelli, con in sottofondo la voce strepitosa di Enrico Ameri  e Sandro Ciotti, il caro zio mi decantava la classe sublime di Gianni Rivera, mi spiegava la grande intelligenza tattica di Dino Sani e sottolineava le grandi doti balistiche di Josè Altafini. Io intanto sfogliando distrattamente le pagine della ‘’Gazzetta’’ poggiai lo sguardo su una foto che riportava Nenè con in dosso per la prima volta quella meravigliosa maglia bianconera della Juventus. Ne rimasi abbagliato e con la ‘’Vecchia’’ fu amore a prima vista e per sempre.

Diventai  juventino quasi senza rendermi conto né capirne il perché. Non diventai milanista nonostante il Milan fino a quel momento mi avesse offerto ben più stuzzicanti occasioni perché mi potessi invaghire invece dei suoi colori.

Una certa simpatia per i colori rossoneri rimaneva comunque latente e cosi è rimasta e si è mantenuta nel tempo. Fu come se mi fossi sposato e felicemente con una donna e nel frattempo avessi mantenuto ottimi rapporti con una amica nei confronti della quale continuavo a nutrire un certo affetto.

E’ una amicizia vera quella che ho sempre provato nei confronti del  Diavolo, per quei colori affascinanti e quella sua grande storia... Una simpatia probabilmente anche indotta dall’affetto che ho sempre nutrito nei confronti di un zio milanista sempre molto gentile e affettuoso con me e che da qualche tempo non c’è più ma che non ho  mai dimenticato. 

Per me è stato quindi naturale oltre che piacevole seguire nel tempo le vicende sportive dello squadrone rossonero. Quel Milan euro mondiale di Arrigo Sacchi poi… Spesso mettendo da parte il tifo  e dando sfogo all’amore per il bel gioco preferivo andare ad assistere alle gare di quel Milan piuttosto che alle gare nelle quali era impegnata quella mia piccola Juve di allora, quella di Zavarov, Barros…
Posso dire e senza ombra di dubbio che quel fantastico Milan ha fatto sognare anche me ed è stata la squadra di club piu forte che io abbia mai visto giocare.


Questo piccolo racconto per far capire a chi mi legge quanto sia  vero e sentito il disappunto e quel sottile velo di melanconia che provo oggi ed oramai da diversi anni  nel vedere questo grandissimo club barcamenare e mantenersi in una situazione così triste tragica e grottesca.

Mai avrei potuto immaginare che un club cosi prestigioso che ha fatto e per davvero la storia del calcio  potesse trovarsi e per cosi tanto tempo in acque cosi basse e pure pronta ad affondarci.

Sono basito dalla cialtroneria, dall’inefficienza, dalla superficialità, dall’incompetenza di tutti i dirigenti, nessuno escluso, che si sono accavallati inutilmente in tutti questi lunghissimi anni al capezzale di questo grande club.

Sono schifato dall’addio di Berlusconi che ho sempre dubitato avesse per davvero un cuore rossonero. Ho sempre avuto la sensazione forte che per l’ex Premier il Milan rappresentasse fin da subito solo una allettante opportunità, un trampolino di lancio da abbandonare poi quando non servisse più.

Stamani tra  il tripudio e l’euforia del popolo milanista il club rossonero ha ufficializzato l’acquisto di Zatlan Ibrahimovic, che dopo 8 anni e a 38 primavere sulle spalle  torna a vestire la maglia del Milan.

Al Milan sono sinceramente affezionato (Juve non esserne gelosa…).
Oggi è come se una cara amica mi avesse comunicato di essersi  legata ad un ex, ormai anzianotto e disoccupato, che ha solo voglia di divertirsi un po'… e che non potrà mai darle un futuro per davvero.

Per la mia cara amica io speravo  ben altro…

Le risorse finanziarie della società rossonera pare non siano floridissime. Questo è un dato che può incidere negativamente e non poco anche  a livello di scelte…

Ma il problema, e non da oggi, credo risieda soprattutto nella mancanza di programmazione da parte di una società che sembra non avere  obiettivi chiari da perseguire e sopratutto si avverte chiaramente una sconcertante mancanza di idee.
In tutti questi anni a dispetto di un popolo rossonero enorme, nostalgico e appassionato che spinge e che spera, la dirigenza milanista ancora una volta continua a barcamenare nel buio più assoluto e ad inseguire un futuro migliore rivolgendo lo sguardo… al passato.