Mentre si cerca di tornare ad una vita regolare, in attesa di sapere se anche il calcio potrà riprendere e portare a termine i campionati e di quali categorie, io continuo a proporre formazioni del Milan, con i giocatori che ne hanno indossato la "casacca".
Ho già presentato quale fosse il mio Milan ideale. Scegliere solo undici calciatori, fra tutti quelli che hanno vestito la gloriosa maglia rossonera, in questi 120 anni, è stato chiaramente solo un gioco, che però è piaciuto, portando anche altri ad analizzare con più logica ed attenzione, chi potesse realmente indossare la maglia di questo nostro "Milan dei sogni". 
Nel tentativo di essere sempre originale e sapendo che chi mi legge è prevalentemente milanista, ho voluto attingere dai miei ricordi per vedere se ero così bravo da riuscire a schierare una formazione del Milan, non con i giocatori più bravi (quelli che ci hanno dato tante soddisfazioni), ma al contrario, con quelli che ci hanno fatto disperare.

La scelta è stata fatta fra giocatori che hanno giocato, tralasciando quelli che si accomodavano in panchina senza mai essere schierati. Ho cercato, fra i ricordi, quei calciatori, non obbligatoriamente deboli, ma che quando toccavano il pallone, ogni tifoso stava con il fiato sospeso, nella speranza che non facessero danni. Con tutta onestà ad alcuni di loro, come Abate o Keisuke Honda, per fare dei nomi, sono ugualmente affezionato, ma difficilmente avrebbero indossato la maglia di titolari, se ad allenarli ci fossi stato io.

Ma entriamo nel dettaglio:
Allenatore, un ballottaggio a tre, fra Brocchi, Giagnoni e Seedorf. Il primo, che allenava la Primavera, subentrò a poche giornate dalla fine del campionato a Sinisa Mihajlovic, che aveva conquistato la finale di Coppa Italia, perdendola contro la Juventus. Gustavo Giagnoni, l'allenatore con il "colbacco", ai tempi del Torino, era venuto al Milan nel 1974 mettendo Gianni Rivera in panchina e dopo un anno venne sostituito con Giovanni Trappattoni . Clerence Seedorf, anche lui ex calciatore, che Galliani andò a prendere in Brasile, per convincerlo a smettere di giocare con il Botafogo e portare la sua ex squadra, verso nuovi successi, con un ricco contratto triennale. Era gennaio del 2014 e a giugno, venne licenziato. Il meno bravo è sicuramente Seedorf, ed ho affidato a lui, questa squadra.

Per il modulo ho adottato uno "scolastico e classico" 4-4-2 - Formazione; ballottaggio a tre per scegliere il portiere.
Giulio Nuciari, fra i pali del Milan negli anni 1982/88, giocando 44 partite. Il brasiliano, Gabriel Ferreira, promessa mai mantenuta e Francesco Antonioli, che in due periodi diversi, fine ed inizio anni novanta, vesti la gloriosa maglia rossonera. La sua famosa papera in un derby contro l'Inter, un tiro innocuo di De Agostini, sfuggito malamente, dopo che Lentini aveva portato il momentaneo vantaggio, regalò all'Inter il pareggio finale. La sua carriera risentì di quell'infortunio e per quanto lunga non fu pari al suo reale valore. Consapevole che non era certamente il più debole, l'ho scelto per dare un'anima italiana alla squadra e perchè quel suo "orrore", resta indelebile nella memoria.
Sul terzino destro, non ho avuto  dubbi, ho scelto l'olandese Michael Reiziger. Certamente sia Abate che il turco Umit Davala, meritano di essere ricordati, ma uno scarso come il "tulipano del surriname", che era stato acquistato insieme al centrale Winston Bogart , Edgar Davids  e il centravanti Kluivert, nel 1996, raramente si è visto a San Siro e sono ancora stupito dal fatto che poi abbia giocato a Barcellona.
Terzino sinistro, nel ballottaggio fra Djamel Mesbah e il francese Kevin Constant, ho scelto l'algerino, poichè resto convinto che potesse fare molto di più di ciò che ci fece vedere.
Sui due centrali bisogna fare una precisazione. Per moltissimi anni, il Milan ha avuto i difensori più forti del mondo, logico quindi che chi stava in panchina avesse pochissime opportunità per mettersi in mostra e quando succedeva, magari esibivano prestazioni non all'altezza. Bonera, per fare un esempio, è stato nove anni al Milan, giocando raramente, non era certo forte, ma schierarlo in questa formazione mi sembrerebbe, ingiusto. Ero indirizzato verso Zapata, giocatore dignitoso, più volte convocato nella nazionale Colombiana. Troppo superficiale, capace di regalare palla all'avversario o dimenticare una marcatura, ma il ricordo di un suo gol nel derby contro l'Inter, che diede il via alla definitiva rimonta per il finale 2 a 2, è troppo bello e mi ha obbligato a scegliere Roque Junior. Delle sue tre stagioni al Milan, ricordiamo solo la finale champions vinta contro la Juventus. Entrato nel finale si era infortunato e non potendo effettuare altri cambi, giocò da fermo, come praticamente succedeva sempre. Quarantaquattro partite giocate, nessuna che ci abbia dimostrato il perchè venisse convocato con la nazionale Brasiliana. Al suo fianco, Taribo West, anche se ha giocato solo quattro partite, il Nigeriano, prete ed ex inter, con le sue treccine e lo sguardo nel vuoto, merita il posto da titolare, anche se Jerson Vergata e il fratello di Kakà, Digao, potranno certamente lamentarsi di questa scelta.

Sulla fascia destra, non ho avuto alcun dubbio, con il numero 13, un nome una disperazione, il francese Ibrahim Ba, voluto al Milan proprio dal presidente Berlusconi, anche se Alessio Cerci e Guglielmipietro meritano di essere ricordati. Sulla fascia sinistra, Vikash Dorasoo, il politico francese, che oggi si è affermato come giocatore di poker. Arrivato dal Lione, a parametro zero, ha reso quanto il suo costo.
Per i due ruoli a centrocampo il ballottaggio era ristretto a quattro giocatori: Riccardo Saponara, Urby Emanuelson, Kejseke Honda e  Michael Essien. Ho voluto, "premiare", l'italiano e il giovane olandese, arrivato dall'Ajax che ha giocato anche un buon numero di partite, senza lasciare alcun ricordo positivo, come Saponara, acquistato dall'Empoli nel 2013 che ha giocato solo otto partite, smarrendosi nell'anonimato.
I due attaccanti, ancora in un ballottaggio a quattro fra: Blissett, Mattia Destro, Ricardo Olivera e Calloni. Assegnare ruolo e maglia all'attaccante di colore acquistato nel 1983 dal Watford, Luther Blissett, che segnò cinque gol, sbagliandone a "vagonate" è stato facile, al suo fianco avrei dovuto schierare Olivera, senza ombra di dubbio, ma Egidio Calloni, dal grande giornalista Gianni Brera soprannominato lo "sciagurato Egidio", con riferimento al Manzoni e alla sua opera: I promessi sposi, non poteva non trovare posto. Quanta disperazione, quanti gol sbagliati, uno a Bologna a pochi metri dalla porta, mi fece perdere il dodici al totocalcio. Centouno presenze, trentun gol, con Gianni Rivera che propiziava passaggi deliziosi, trovare chi potesse fare peggio di lui mi è impossibile. E' lui il capitano di questa formazione.

Quindi, nella maglia scelta per l'occasione, nera con bordi rossi, pantaloncini neri, calzettoni neri, con risvolto rosso, agli ordini di Mister Clarence Seedorf, schierati con un classico 4/4/2, il mio Milan gioca con: Antonioli, Reiziger, Roque Junior, Taribo West, Mesbah, Ba, Emanuelson, Saponara, Dorasoo, Calloni (cap), Blissett. 
Probabilmente non riuscirebbero a vincere nessuna partita, riuscendo ugualmente a strappare cori di incitamento ai nostri tifosi  ed essere ricordati, anche se non fra i migliori, fa ugualmente piacere.