Il Milan potrebbe essere definito una squadra prodiga, un po' come quei viveur che, secondo un detto proverbiale caro a George Best, nella vita spendono un mucchio di soldi in auto sportive, donne e alcolici... per poi sospirare di aver sperperato tutto il resto. Ieri a San Siro, i rossoneri hanno costruito e, nello stesso tempo, elargito tanto in opere di bene. Alla fine hanno staccato la cedola dei 3 punti (l'unica cosa che conta nel calcio) solo nel finale, vincendo per 1-0.
Nei primi 20', Giroud ha mancato per eccessiva sicurezza un gol da "Questo lo segnavo anch'io!". Nel secondo tempo, sono stati Leao e Theo a mancare il gol fatto, trovandosi soli davanti al povero Terraciano in balia degli eventi. In questo caso, si sono lasciati prendere dalla fretta di metterla dentro. Rebic dal suo canto, lanciato solo a rete e in posizione regolare, ha anticipato il tiro dal limite dell'area, quando avrebbe avuto il tempo di arrivare indisturbato fino al dischetto. Forse ha pensato, a torto, di essere in fuorigioco.

Sì. il Milan ha abbuonato alla Fiorentina almeno un poker di occasioni clamorose che non capitano spesso tutte insieme in un match, ma che il Diavolo rossonero si è preso il lusso di gettare al vento quasi cantando "A me mi piace vivere alla grande / girare tra le favole in mutande". Non so per che squadra tifasse il compianto Francesco Fanigliulo, che lanciò questa sottile canzone nel corso di Sanremo 1978, ma se fosse ancora tra noi, credo che avrebbe condiviso il paragone.
Alle occasioni di cui sopra, potremmo aggiungerne altre più sporche.  Si segnala una conclusione di Kessie libero al limite dell'area, svirgolata oltre la traversa e un'altra incursione da sinistra dello stesso Kessie, che ha costretto Terraciano a un'intervento non elementare. In realtà, Hernandez l'aveva messa dentro di prepotenza proprio nei primi minuti, di destro per giunta, quasi dal dischetto del rigore. L'azione, però, era viziata da un precedente fuorigioco di Messias. Lo stesso Hernandez aveva messo fuori la sfera, sempre nei primi 20 minuti, provando a sorprendere Terraciano sul proprio palo dall'estrema mancina. Era stata un'occasione quasi paragonabile alle altre clamorose descritte su.
La Fiorentina si era fatta viva per prima, a dire la verità, quando Igor, poco dentro l'area di rigore rossonera, aveva scoccato una saetta micidiale come Ellis Duckwarth capo delle Frecce nere. Maignan si era disteso controllando il palo alla sua sinistra, ma non è certissimo che sarebbe arrivato in tempo per impedire il vantaggio fiorentino.

Nel quarto d'ora finale, prima che i rossoneri passassero in vantaggio con Leao, la dea del calcio Eupalla aveva ricordato al Milan una legge antica e semplice quanto lo stesso football, tanto semplice che molti fanno fatica ad accettarla, come accade per tutte le cose semplici. Quando, infatti, il risultato è in bilico, può succedere qualsiasi cosa e, se succede... hai voglia a piangere di aver dominato prima! Fai la fine di Ciceruacchio, che prese il gol e si attaccò a qualcosa che faceva rima proprio col suo nome. Stava per succedere ai rossoneri, che avrebbero pagato il fio della loro prodigalità. Nell'occasione, Cabral aveva incornato la sfera su cross dal fondo, mettendo alla prova i riflessi di Maignan, che sembrano talvolta venire da quella regione posta ai confini della realtà. Il portiere francese prima intercettava la palla e poi da terra, con un provvidenziale colpetto di reni, la afferrava mentre la sfera stessa scendeva su di lui. Non sarebbe stata la prima né l'l'ultima volta che, in una partita di calcio, il pallone avrebbe beffato l'estremo difensore carambolando sul malcapitato.
Scampato lo svantaggio, in seguito al quale i rossoneri avrebbero potuto solo piangere lacrime di coccodrillo per le occasioni sciupate, il Diavolo andava in gol.
In precedenza, Pioli aveva rimescolato le carte in tavola, perché aveva prima fatto entrare Krunic e Rebic, al posto di Diaz (sul quale si tornerà dopo) e Messias (in giornata poco felice, a differenza che contro la Lazio). Erano passati 10' della ripresa. A 20' dalla fine era entrato anche Ibra al posto di Giroud mentre, poco prima del gol, Bennacer aveva dato il cambio a Kessie. Rebic stava facendo la seconda punta, posizionato prima a sinistra, con Leao passato a destra, ma poi su quest'ultima fascia, con il compagno portoghese che era tornato nella posizione naturale.

Si arrivava al minuto 82°, quando Terraciano si ritrovava con la palla tra i piedi, ma anche con Giroud e Rebic pronti a pressarlo altissimo. Le punte rossonere erano proprio davanti ai gigliati che Terraciano avrebbe dovuto servire. I difensori viola tardavano a smarcarsi e nessun'altra anima pia giungeva in soccorso dell'estremo difensore, il quale tentava un lancio lungo alla Maignan. Non essendo così bravo, la dava sulla trequarti sinistra a Leao, il quale veniva avanti e ci riproponeva uno dei suoi tiri no-look. Vedeva la principale delle Sette Porte di Tebe chiudersi al suo arrivo, ma dava fondo alle risorse meravigliose della sua sfera intuitiva. Con velocità di pensiero, anch'essa degna dei confini della realtà come i riflessi di Maignan, dava per scontato che Terraciano aspettasse in tiro a giro sul secondo palo e, senza guardare, anticipava il colpo mettendola in direzione opposta, verso il primo legno. Il portiere gigliato finiva seduto sul prato, mentre la palla filtrava attraverso l'estremo spiraglio della porta di Tebe, che non aveva fatto in tempo a chiudersi. La palla varcava beffarda la linea di porta.
Il Milan controllava bene ed evitava di farsi fregare dalla legge del risultato ancora in bilico, anche se era Maignan che, al 94° commetteva lo stesso errore di Terraciano dal momento che rinviava sui piedi di un avversario. Ne nasceva una punizione, senza esiti per i viola, che chiudeva la partita.
Nel 1° tempo, Valeri, pure meno negativo di altre volte verso i rossoneri, aveva comunque graziato Maleh, già ammonito, abbuonandogli il 2° giallo per una classica smanacciata da ammonizione. Per giustizia, nella ripresa aveva abbuonato il giallo anche a Tonali per un intervento identico. In realtà, Tonali non era già ammonito, quindi non sarebbe stato espulso ovvero non avrebbe fatto la fine destinata a Maleh. Dopo il vantaggio rossonero, Leao entrava in area a andava verso la porta, ma veniva affrontato duro e finiva a terra. Valeri non prendeva provvedimenti. Detto fra noi, a risultato acquisito, ringraziamo il direttore di gara per queste decisioni. Se avesse espulso Maleh, come doveva, o fischiato il rigore, qualcuno avrebbe iniziato a muggire disperato come un vitello smarrito dalla mamma. Non aspettava che quello. Si sa che è vietato dare rigori al Milan o espellerne gli avversari, altrimenti c'è chi la prende molto a male. Non sta bene, è peccato, si va all'inferno... alla fine, quindi, direi che si è trattato di decisioni indolori. Per fortuna!

Diaz? Il discorso è più complesso e deve tenere conto, in primis, delle condizioni di Bennacer, nonché di come ha giocato la Fiorentina. L'algerino era reduce da un infortunio e ciò limitava le scelte di Pioli, che preferisce tenersi buono il bosniaco quale jolly da giocare in partita. La Fiorentina, poi, gioca con l'attacco alto, che ieri era ancora più alto, visto che in certi momenti del primo tempo si vedevano 4 fiorentini sulla linea della difesa milanista. La difesa in linea dei viola, nel contempo, non giocava così alta come richiederebbe un attacco tanto in profondità. Si sono, pertanto, formate zolle di terra di nessuno in cui Diaz poteva giostrare. Questa terra di nessuno, in realtà, è rimasta anche quando i viola sono indietreggiati nella seconda parte di gara, solo che si è spostata più indietro. Lo spagnolo tascabile ha fatto bene, se pensiamo alla quantità, ma ha fatto male in rapporto alla qualità. Ha sbagliato quasi tutti gli assist, tranne uno laterale in cui ha innescato la pallazza gol mancata da Leao. Può darsi che maturi, ma non sono certo, per usare un eufemismo, che sia lui l'uomo su cui puntare.
La Fiorentina gioca un calcio da kamikaze, per cui se gli va bene porta a casa il banco, ma se gli va male le prende, come è successo nelle ultime 3 partite. I rossoneri avrebbero potuto trovarsi in seria difficoltà, se fosse entrato il colpo di testa di Cabral, ma la Fiorentina ha rischiato di subire la goleada. Per me il gioco di Italiano ha poco a che fare col football, che non può essere interpretato in stile carica di Balaklava.

Dal momento che anche l'Inter ha vinto, la situazione in classifica è rimasta immutata, per cui il quadro è ancora di difficile interpretazione. I rossoneri conservano il vantaggio obiettivo di poter perdere 2 punti e restare primi, quindi possono giocarsi un buon jolly, pareggiando in uno degli incontri restanti. E' un jolly limitato, tuttavia, che non ammette la possibilità di sconfitta e che il Milan deve cercare di non sprecare, perché una volta giocato, non ne avrà altri. D'altronde, ora il Diavolo ha anche una partita in meno da giocare. L'Inter gode, dal canto suo, di un vantaggio diverso e non trascurabile, quello che deriva dal calendario. Empoli e Sampdoria in casa sono partite quasi scontate per i nerazzurri, mentre solo il Cagliari nella terra degli Shardana potrebbe avere forti motivazioni, ma sapremo quali sono fra una settimana. Delle avversarie del Milan, invece, l'Atalanta dovrebbe essere in corsa per l'Europa League, il Verona, inoltre, è una bestia nera storica dei rossoneri, i quali, oltretutto sono malvisti dalla tifoseria gialloblu, cosa che renderà lo stadio ostile. Il Sassuolo? Sembra demotivato, ma se guardate i precedenti, non possono essere considerati né una società né una tifoseria amica del Diavolo. E poi Milan-Cagliari dello scorso anno deve rimanere un monito costante a non abbassare la guardia.

Bon, archiviamo la giornata di ieri e procediamo verso la prossima. Il destino del presente è di essere solo un passato molto vicino nel tempo che, col passare dei minuti e delle ore, si allontana e si allinea agli altri giorni trascorsi.
La copertina? La dedichiamo a chi ritiene che gli arbitri italiani siano meravigliosi, ma solo perché hanno il buon gusto di fischiare come piace a loro. Ma andate a mietere il grano!